MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 475


24 aprile 1945

   Intanto faccio questa prima osservazione, se no la dimentico.
   Il brano "Sepoltura di Gesù" dello scorso anno1, messo nel­l'indice della Passione, e che noi abbiamo mutilato parendoci un superfluo come una ripetizione, era utile, invece, per spiegare diverse cose ai desiderosi di conoscere (onestamente) tutto [ciò] che è del Signore e anche ai negatori della reale morte di Cristo. Sulla fine era detto come fosse imbalsamato il Corpo e sistemato fra le tele. E questo spiegava diverse cose.
   Bene, ormai è fatta. Ma si persuada che io, quando non sono tenuta da Gesù, sono una perfetta ebete, non vedo nulla, non comprendo nulla. Perciò è perfettamente inutile venire a chiedere a me qualche cosa dopo che il mio compito è finito. Non so più niente. Non capisco più l'utilità di un brano. Niente. Zero assoluto e assoluto buio.
   Stamane all'alba mi fu mostrato il perché era stato messo nell'indice dei brani quel pezzo. E io mi sono sorbita la mia… medicina contro l'orgoglio del giudizio umano. Io, ora, farei una postilla, in un foglio incluso, dove sia spiegato come fu preparato il Cadavere, e la inserirei ad utile e lume dei desiderosi e dei negatori.
   Ed ora avanti.
 

   [Seguono il capitolo 145 e, con date dal 25 aprile al 14 maggio 1945, i capitoli da 146 a 163 dell'opera L'EVANGELO]
           


   dello scorso anno, del 19 febbraio 1944. Il brano in questione, ripreso integralmente dall'originale autografo, è il 15° del capitolo 610 dell'opera "L'Evangelo".