MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 478


21 maggio 1945

   Lunedì di Pentecoste, ore 11

   È ben venuta, spremendomi lacrime di gioia, l'onda di dolcezza che mi prometteva il Paraclito ieri sera. È venuta con una carezza tutta spirituale, con un soffio che era bacio, leggerissimo, sfiorante la fronte, e con uno slancio di amore in me, così profondo che il cuore fisico ne ha avuto sofferenza, e tutto nello stesso tempo è dolcezza e gioia. E insieme la Voce non voce del Paraclito mi ha parlato e parla, portandomi, a paragone del come mi ama Dio, il giglio che mi è fiorito. Il "loro" giglio1… Dice:
   «Così sei amata… così sei tenuta… (attende che abbia scritto quanto sopra e prosegue). Dio è la tua forza. Guarda come è ben rigido lo stelo. Non manca di nulla, neppure delle foglie che non sono inutili ma necessarie alla protezione del fiore. Dio è il tuo stelo. Le virtù divine le tue foglie. Dio è il tuo fine. Il fiore è al culmine dello stelo. Tu sei come il lungo pistillo che sporge dal calice di neve, circondato dalle fiamme d'oro delle antere colme di polline. Così ti ama Dio. Ti ha creata, sprofondandoti nella terra come il bulbo nella aiuola, ma ti ha dato un'anima: il centro della tua vita, e quell'anima, dopo averla mortificata facendole gustare il buio mortificante della terra, l'ha portata su, su, sempre più su, proteggendola con le virtù messe a difesa, aspirandola sino all'abbraccio bianco della Corolla eterna: la Ss. nostra Trinità. Così, così il nostro amore ti fascia: di candore e di fuoco, di pace e di letizia. Guarda: poiché sei la "nostra" piccola Maria, la tutta nostra, ecco che lo spirito tuo, il lungo stilo, chiuso nel Cuore nostro, ha il segno nostro: è uno ed è segnato da tre separazioni che non lo dividono ma che lo fanno tricuspide nel suo stimma. Maria, piccola Maria…»
   E la Voce tace ma subentra un coro pieno di osanna angelici su cui si alza, limpida e gaudiosa, la voce della Vergine che canta il Magnificat2… Come lo canta! Mai ho sentito quel salmo cantato con un simile canto. Solo Lei lo può cantare così… Non la vedo. Vedo solo un immenso e potentissimo splendore. Ma so che è Lei, e mi unisco con l'anima al canto…
           


   giglio, di cui si parla il 10 maggio e il 27 ottobre 1943.
           
   2 il Magnificat, che è in Luca 1, 46-55.