MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 482


2 luglio 1945

   Ore 12

   E io lo so cosa mi hai fatto, Signore, con questo portarmi con Te nella tua venuta a Gerusalemme e a Betania, così dolce nella sua mestizia e nella sua pace… Io lo so. La verità mi è folgorata improvvisa dopo la visione del sabato al Getsemani… E ne ho avuto un sussulto… ma non mi ci sono soffermata perché ti ho secondato nel tuo amoroso intento. Tu mi portavi ben in alto, Tu mi occupavi a giornate intere, sprofondandomi poi nelle nebbie dei miei sopori, per non farmi pensare che cosa erano questi giorni per me. In tutto il giugno, mese di angoscia per la tua povera Maria, Tu mi hai veramente travolta nel tuo gorgo perché il gorgo dei ricordi miei non mi prendesse…
   Grazie, mio Dio! Lo vedi. Io, per paura di distruggere il tuo lavoro pietoso, non ho neppure scritto allora, quando ho compreso il perché di ore così estasianti di visione… La Mamma… il bambino… il tuo amare e il tuo parlare della Mamma bambina1, o al bambino raccolto dal tuo amore… Perché scrivere che avevo capito voleva dire gettare l'occhio sul tormento che il tuo amore fasciava di dolcezze per non farmelo vedere e non farmelo sentire… E ho taciuto.
   Tu sei buono. Di una bontà completa. Buono infinitamente perché Dio, e buono perfettamente come Uomo-Dio. Tu comprendi che i ricordi fanno male, che certe cose turbano, e Tu non vuoi che le morti o le agitazioni turbino il tuo portavoce, già tanto sfinito, già tanto sfinito… E per questo mi hai assorbita in Te, nel tuo passato di Gesù di Nazaret, pellegrino e maestro sulla Terra, perché io non pensassi… Non pensassi a tutte le date funebri2 di cui mi è pieno il mese di giugno… Ciononostante il tormento c'era… ma era attutito. C'erano i singhiozzi della povera Maria che in questo mese di giugno ha visto le maggiori bufere del suo destino, quelle che mi hanno spogliata degli affetti maggiori perché non rifiorissi che in Te… C'erano i singhiozzi, pronti a salire… ma Tu li nascondevi sotto il tuo canto… ed essi erano avvertiti solo se Maria-anima guardava un attimo la sua umanità.
   Grazie, mio Dio! A quest'ora, dieci anni fa, la mia casa era proprio abbandonata, del tutto, dal mio papà… e Tu mi hai portata fin qui, in questi giorni, tenendomi sul Cuore. Come fai sempre nelle ore peggiori da quando io sono il tuo "portavoce"… Per la morte di mamma3, nei giorni più feroci della guerra… e ora. Solo lo scorso anno mi hai lasciato bere tutto l'amaro, in aprile e in giugno, per un tuo disegno che io credo avesse nome "riparazione alle disperazioni e sollievo alle stesse". Sì, hai fatto impazzire me per salvare altri dalle disperazioni. Chi saranno quelli che furono salvati così? Dove sono ora i miei poveri fratelli disperati?
   Stamane fui per morire… Dalle sette alle 12, ad ora, in crisi cardiaca… Ma era da ieri che ero fra le tenaglie dell'angina pectoris… Non potendo fare di più ti ho amato, e ho offerto il tuo Sangue e i miei dolori per papà mio e per i fratelli disperati.
 

   [Seguono, con date dal 3 al 15 luglio 1945, i capitoli da 207 a 219 dell'opera L'EVANGELO]
           


   il tuo parlare della Mamma bambina, nel capitolo 196 dell'opera maggiore, scritto il 21 giugno. Riguardo al bambino, si tratta del piccolo Jabé, chiamato poiMargziam, che fa la sua comparsa nel capitolo 191 (scritto il 16 giugno) ed è presente fino al capitolo 206, che segna la fine di una sosta di Gesù a Betania ed è l'ultimo dei capitoli scritti prima della data del 2 luglio.
           
   2 date funebri, nel senso di ricorrenze nel mese di giugno. La più evidente e dolorosa riguardava il padre della scrittrice, morto il 30 giugno 1935.
           
   3 la morte di mamma, avvenuta il 4 ottobre 1943. Subito dopo accenna all'abbandono, già ricordato il 19 marzo 1945 e per il quale rimandiamo ai "Quaderni del 1944".