MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 501


5 ottobre 1945

   Risorgo ora da una crisi tremenda. Lei l'ha vista e tanto basta. Ma forse ciò che le può interessare è che, proprio quando mi sentivo morire e le ho chiesto la S. Comunione come Viatico, non solo si sono sollevate le mie pene e fatte meno gravi le mie condizioni, ma sono stata confortata prima da Gesù solo, poi da Maria e poi, in ordine di presenza, da S. Giovanni Apostolo, S. Pietro Apostolo, il mio Angelo custode, S. Francesco e ultimo S. Giuseppe. Avrei desiderato tanto S. Teresina del B. Gesù. Ma non è venuta per nulla. E sono rimasti anche dopo che lei è andato via. Gesù al capezzale a destra, la Mamma al capezzale a sinistra dicendo: "Facciamo assistenza alla nostra figliolina ammalata". L'angelo adorava. Strano! Lo vedo sempre presso la Vergine! Vicino alla scrivania, in piedi, S. Giuseppe col suo dolcissimo sguardo un po' mesto. Seduto su una sedia, un po' curvo in avanti, S. Pietro, vicino a S. Giuseppe. Fra S. Pietro e l'angelo, in piedi, S. Giovanni. Non so se ha visto quando ho sorriso al cereo S. Francesco che tutto umile si nascondeva quasi nell'angolo presso la porta. Mi sentivo assistita. Tanto. Ma quanto male! Però, venendo i miei amici, Satana se ne va.
   Io muoio, Padre. Suor Saviane1 ha ragione. La corona è quasi ultimata e il più dei miei patimenti sono finiti. Ma per chi soffro tanto? Ho offerto le sofferenze per una mamma, Suor Saviane, Suor Gabriella, i "fratelli separati", il giovane che ho in casa, e poi lei, Marta, i parenti. Ma per nessuno di questi devo soffrire così. Per chi dunque? Ho messo questo scopo anche al perdono dato a Giuseppe. Perdono, ho detto. Quello che c'era prima: la stima, è persa. Ma voglio andare via senza rancori con nessuno. Sono contenta di avere definito tutto per la casa. Quando si è in agonia tutto viene in mente e tutto turba. Ora Marta è a posto. Tutto a posto sulla Terra. E nella mia anima sarà tutto a posto in modo da aver pace alla fine della vita?
   Il medico brontola perché scrivo. Certo crede che sia del "romanticismo di vecchia zitella" il mio scrivere. E ciò influisce a deviarlo da una giusta diagnosi. Finirà a propendere verso l'isterismo, dando nel suo cervello nome di "manìa rievocativa", di "sfoghi di donna delusa" chevuole sognare almeno ciò che la vita le ha negato, e si racconta una bella storia, a questo mio scrivere. Dice che è sempre fosforo che consumo… Veramente è Gesù che consuma il suo fosforo… io non faccio che fare dei segni sulla carta per segnare il suo "fosforo". Ma come si fa a dire questo a un medico e a metterlo sulla strada giusta? Me lo dice lei come facciamo?
   Intanto oggi riposo. E così la vita giunge al termine e io ho tanto da correggere e da udire…
   Ho scritto queste pagine perché penso sia bene averle scritte. Vede che bella calligrafia?2
 

   [Seguono, in data 6 e 7 ottobre 1945, i capitoli 296 e 297 dell'opera L'EVANGELO]
           
   Suor Saviane è suor Giuseppina Saviane, del Collegio Bianconi di Monza dove la scrittrice aveva studiato. Era in rapporto epistolare con lei, come abbiamo già visto il 21 luglio 1944.
           
   2 bella calligrafia è detto in senso ironico, perché le ultime due pagine autografe si presentano rigate con mano malferma. Normalmente la scrittura di Maria Valtorta è sicura.