MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 534


10 febbraio 1946

 [Della stessa data è il capitolo 381 dell'opera L'EVANGELO]
 

   Nota1 del 10 febbraio 1946.
   P. Migliorini, letta questa descrizione del giovane Servita sconosciuto, assurto in gloria da Maria Ss., mi porta questa mattina un libretto sulla cui copertina è effigiato un giovane Servita che riconosco subito per quello visto. Soltanto nella visione era senza occhiali e lievemente più magro in volto. Ma ben di poco.
   Io non sapevo che c'era stato mai un Fra Venanzio M. Quadri, né che era morto in concetto di santità. Proprio del tutto ignoto. Tanto che ero incerta se avevo visto un'estasi del beato Giovanni Angelo, o se era morto P. Pennoni e la Madonna mi voleva fare capire che la misericordia del suo sacro e materno Cuore e le mie preghiere lo avevano fatto assolvere da ogni colpa, per cui la morte era ingresso al Paradiso. Questi i miei due pensieri dopo la visione.
   Sono contenta di sapere chi è il beato. E non esito a dichiarare che, come l'ho riconosciuto nel ritratto sulla copertina e, per la posizione delle braccia e della testa lievemente inclinata a destra, nel disegno di M. Barberis a pag. 47, così dico che non esito ad essere convinta che egli è nella gloria a godersi della visione di Dio Uno e Trino e di Maria Ss., che me lo fece vedere avvolto nel raggio amoroso e purissimo scaturente dal suo Cuore Ss. e aspirato al Cielo da Lei, dalla Mamma bella e purissima…
   
   Nostro Signore mi dice di trascrivere il mio atto d'offerta, l'inno a Gesù Crocifisso e altre cose spirituali che hanno preparato lo stato attuale. Ubbidisco premettendo queste brevi note.
   Avevo fatto2 solennemente l'offerta di vittima dell'Amore misericordioso il giorno della Ss. Trinità del 1925. Ma poi, per una forza che mi spingeva e per una premonizione dei fatti mondiali, che poi si sono compiti, avuta dal luglio 1930 al maggio 1931, avevo sentito il bisogno di consigliare, attraverso la stampa di Azione Cattolica Femminile, una vera crociata di anime vittime per salvare il mondo. Respinta duramente la mia proposta che sentivo consigliata da Dio, e respinta il 17 maggio 1931 dicendo che non ce ne era bisogno perché tanto in Italia come nelle altre nazioni tutto era a posto fra Chiesa e Stato e fra Stato e Stato, visto che solo 14 giorni dopo Dio, con una dolorosa prova (lotta contro l'Azione Cattolica), smentiva i troppo facili ottimisti, pensai di fare da me ciò che gli altri trovavano inutile fare. Tremavo un poco ad offrirmi alla Giustizia, ricordando le parole di S. Teresa del B. G.: "Se vi offriste alla Giustizia dovreste tremare, ma per offrirvi all'Amore misericordioso no. Egli vi tratterà con misericordia". Mentre ero fra il sì e il no, viene il giorno del Sacro Cuore di Gesù del giugno 1931. Alla Messa in canto cantata dalle circoline, subito dopo il Gloria, mi si presenta la visione mentale e la conoscenza mentale di tutte le sciagure che ci hanno torturato in questi ultimi 10 anni. Una contemplazione apocalittica… Mi prende una tale angoscia e un pianto irrefrenabile che non vedo più nulla. Nulla che non sia il baratro in cui il mondo sta precipitando e la necessità di porre vittime come puntelli per impedire, o almeno rallentare la corsa del mondo al precipizio. Mi devono portare, guidare fuori di chiesa alla fine della Messa, perché io non vedo niente tanto piango… Giunta a casa, scrivo il mio atto di offerta, che poi ho solennemente fatto nel giorno del Preziosissimo Sangue. Eccolo:
 
   Atto di offerta di Vittima alla Giustizia e all'Amore.
   O mio Dio, origine e termine di ogni potenza, di ogni sapienza, di ogni bene, Amore eterno ed increato, Trinità Ss., che Tu sia benedetta ora e sempre, amata e adorata per tutti i secoli dei secoli.
 Perché questo amore per Te dilati ed invada tutta la Terra e il Regno di Cristo si instauri in essa portando agli uomini la pace, quella pace che da Te solo viene, perché le anime si volgano a Te, fontana d'acqua viva che sazia tutte le seti e dà la vita eterna, io, benché misera e peccatrice, oso, dall'abisso del mio niente, elevare il mio cuore e la mia vita, tutta me stessa, verso di Te, Trinità beata, ed offrirti questo mio niente come ostia di espiazione e di amore per l'avvento del tuo regno, per il fiorire di questa tua pace, per la redenzione delle anime, di quelli che amo e conosco, di quelle che mi sono care fra tutte per i legami che ad esse mi uniscono, come pure di quelle che mi sono estranee o nemiche.
   Possa questo sacrificio che io ti offro, o Dio, attraverso l'intercessione di Maria Ss. e di S. Giuseppe, esservi gradito nella sua piccolezza. È tutto quanto posso darti, e lo dono con gioia per la conversione delle anime, la pace mondiale, la prosperità, tranquillità, pace e ogni altro bene della Patria mia, per il trionfo della Chiesa sui suoi nemici, per il ritorno a Dio di quelle nazioni che ora sono preda di Satana e degli scismi, per la perfezione del Sacerdozio, la salute eterna mia e dei miei genitori e di tutte quelle anime che ho amate, istruite nella tua Legge e indirizzate a Te.
   Se io confrontassi i fulgori della tua potenza con la miseria mia, resterei annientata davanti a tanta onnipotenza; se io confrontassi la mia nullità e colpa alla Perfezione tua, dovrei fuggire come un'indegna dal tuo cospetto; ma io mi fido di Te, come a Te piace, e ti do tutta me stessa col mio passato, il mio presente, il mio avvenire, con le mie colpe, i miei sforzi di bene, le mie cadute, coi miei desideri immensi di amore per Te e per le anime. Io penso che Tu sei Amore, Misericordia, Bontà, sei il Padre, il Fratello, lo Sposo delle anime nostre, sei la Carità fatta carne e nessuno respingi dal tuo seno amoroso. Sono dunque certa che ti chinerai pietoso su questa tua piccola schiava per accoglierne l'offerta, udirne la preghiera, acconsentire ai suoi desideri.
   Oh! io me ne starò ai tuoi piedi fintanto che a Te piace, attendendo il tuo sorriso che mi dica che la mia offerta ti è gradita, né mi spaventerà l'attesa perché so che essa è una prova che Tu mi dai per provare la mia fede, né mi spaventerà la mia nullità perché io la rivesto dei meriti del mio Diletto che vive in me. E del mio Verbo adorato, del mio Maestro e Redentore, ripeto le parole3 ineffabili per presentare la mia preghiera a Te, Eterno: "Padre, perdona agli uomini perché non sanno quello che fanno, perdona per i meriti di Cristo, di Maria, dei Martiri e Santi, e se per placare la tua Giustizia offesa sono necessarie nuove ostie di espiazione, eccomi, o Padre, immolami per la pace fra l'uomo e Dio, fra l'uomo e l'uomo, per l'avvento del tuo Regno".
 
   O mio Diletto, il tuo Cuore sanguina, incessantemente ferito da questa marea di colpe che invade la Terra, e la tua sete d'amore cresce ogni dì mentre l'umanità da Te si allontana. Oh! prendimi come ostia consolatrice del tuo amore vilipeso. Vorrei rinnovare quest'offerta ogni qualvolta una colpa ti ferisce ed una nuova offesa viene scagliata contro la Ss. Trinità, vorrei essere innocente e ricca di meriti per poterti consolare di più, vorrei che con me fossero schiere di anime pronte ad offrirsi al tuo amore. Ma sono povera e sola, colpevole io pure. Non mi sgomenta però la mia incapacità, la mia miseria, la mia solitudine; sono come a Te piace, e questo mi basta e mi incoraggia nell'offrirmi a Te. Sei Tu che hai messo nel mio cuore questa sete sempre crescente d'amore e di immolazione, e questo mi dice che Tu vuoi anche me, povera e debole, vero nulla che si perde davanti alla tua immensità.
   Conscia di questa mia piccolezza, ti prego di non trattarmi come sposa o sorella. Tu sei il Padrone del Cielo e della Terra, io sono l'atomo di polvere… Tu sei il Re dei re, io l'ultima dei tuoi sudditi. Ma come in una reggia vi sono gli intimi del sovrano che con lui trascorrono i giorni in affinità di affetti, e vi sono pure i servi il cui solo dovere è quello di ubbidire, così io desidero essere considerata da Te come una serva, anzi meno ancora, o mio Diletto. Io voglio essere la schiava il cui solo scopo è di servire con umiltà e fedeltà il suo Signore. Voglio essere il cieco strumento usato per il trionfo dell'Amore misericordioso sulla Terra, l'umile ancella che dà tutta se stessa per la causa del suo Re, la creatura che sta nella polvere ai piedi del tuo trono per coprire col suo povero canto l'urlo blasfemo dei peccatori, per consolare col suo fedele amore il tuo Cuore trafitto, per ottenerti attraverso il suo oscuro sacrificio molte anime. Lo hai detto4 Tu stesso, Gesù diletto, che il più grande amore è dato da colui che dà la vita per i suoi amici. Ecco, io vengo, mi offro a Te, mio unico perfetto Amico, perché il tuo Regno si stabilisca sulla Terra e nel cuore degli uomini.
   Tu hai anche detto5: "Quando sarò innalzato trarrò tutti a Me". Io pure, a tua imitazione, voglio essere innalzata sulla croce del dolore, sulla tua Croce di salute che i più sfuggono con terrore e, crocifissa con Te, per Te, io voglio espiare per coloro che peccano, ubbidirti per coloro che si ribellano, benedirti per coloro che ti maledicono, amarti per coloro che ti odiano, supplicarti per coloro che ti dimenticano, vivere, in una parola, in un atto di amore perfetto, riferendo tutto a Te, vedendo in tutto Te, amando tutto per Te e in Te, accettando tutto da Te, mio Bene infinito.
   O mio Diletto, per la croce che ti chiedo, per la vita che ti offro, per l'amore che anelo, rendimi vittima felice del tuo Amore misericordioso. Che io viva in esso e di esso, che io agisca sotto il suo impulso, che ogni mio atto, parola, pensiero, azione, portino il sigillo di questo tuo amore. Sia esso il mio scudo e la mia purificazione, la mia gioia e il mio martirio, sia esso fusione sempre più intima con Te, sino alla fusione ultima in cui l'anima libera voli a ricongiungersi con Te per adorarti e amarti perfettamente per la beata eternità.
 
   I miei due Coroncini alle 5 Piaghe.
   Adoramus Te Christe et benedicimus tibi, quia per Sanctam Crucem tuam redemisti mundum6.
   Adoro, o mio Gesù, la Ss. Piaga della tua mano destra e ti prego, per il dolore di quella, di concedermi lo spirito di carità. Pater, Ave, Gloria.
   Adoro ecc. ecc… della mano sinistra e ti prego… di concedermi lo spirito di contrizione. Pater, Ave, Gloria.
   Adoro ecc. ecc… del piede destro e ti prego… di concedermi lo spirito d'apostolato. Pater, Ave, Gloria.
   Adoro ecc. ecc… del piede sinistro e ti prego… di concedermi lo spirito di sacrificio. Pater, Ave, Gloria.
   Adoro la Ss. Piaga del tuo costato e ti prego, per amore di quella, di accettare la mia offerta di vittima alla divina Giustizia e al tuo Amore misericordioso. Pater, Ave, Gloria.
   O mio Gesù, per il dolore delle tue carni sante ed immacolate, trafitte per amor tuo, ti prego concedermi quanto ti chiedo. Fortificami col santo Sangue che hai versato dalle tue piaghe, purificami con l'acqua sgorgata dal tuo Cuore squarciato, accendimi l'anima col fulgore delle tue ferite divine, fa' che i raggi d'amore che da esse scaturiscono si infiggano nel mio cuore come altrettanti strali infuocati e vi stampino l'impronta del tuo Corpo trafitto, affinché io divenga una crocifissa d'amore. Concedimi, per amore delle tue S. Piaghe, una sempre più ardente sete di Te, una sempre più profonda immedesimazione con Te, una sempre più divampante carità che mi mondi e purifichi dalle colpe e mi renda pronta per il Cielo.
   
   Altro coroncino per ottenere rassegnazione.
   Adoramus ecc. ecc.
   Adoro, o mio Gesù, la Ss. Piaga della mano destra e ti prego, per amore di quella, di concedermi il dono della rassegnazione nelle sofferenze corporali. Pater, Ave, Gloria.
   Adoro ecc. ecc… sinistra e ti prego, per amore di quella, di concedermi il dono della rassegnazione nelle pene morali. P. A. G.
   Adoro… piede destro… il dono della rassegnazione nelle sofferenze spirituali. P. A. G.
   Adoro ecc. ecc… piede sinistro… il dono della rassegnazione nelle sofferenze, amarezze, avvilimenti delle malattie, nelle offese, tradimenti, abbandoni, durezze delle creature. P. A. G.
   Adoro ecc. ecc… del tuo costato e ti chiedo, per amore di quella, di concedermi la rassegnazione alla morte, anzi più ancora. Ti chiedo la calma, la pace, la gioia nel morire. Che io spiri, te ne prego, in un anelito di amore per Te.
   O mio adorato Signore per me crocifisso, Martire divino per amor nostro, ti prego di rendermi lietamente volonterosa di soffrire. Aumenta in me l'amore per Te a misura che aumenti la pena. Se le fiamme della carità invaderanno completamente l'anima mia, dolce mi sarà il soffrire e dolce il morire per amor tuo e delle creature.
   Cuor di Gesù, sii sempre il mio bene e il mio amore.
   O Madre mia Maria, quando più forte su me rugge la tempesta e pesa la croce dammi la dolcezza del tuo sorriso, quando l'anima soffre nella passione dammi il conforto della tua carezza, quando la morte mi impaura dammi il tuo grembo per rifugiarmi ed il tuo cuore di Mamma per consolare il mio languire. O Madre mia, a te affido la mia vita e la mia agonia. Che io possa morire tra le tue braccia per svegliarmi in Paradiso.
   Pietoso patriarca S. Giuseppe, nel momento estremo vienimi incontro per guidare l'anima mia nel viaggio ultimo a salvamento. Il tuo sguardo ponga in fuga l'infernale tentatore e si rifugi l'anima mia fra le tue braccia che furono culla al mio Salvatore e di lì essa spicchi il volo verso l'Amore eterno. S. Giuseppe, siatemi scudo nella battaglia finale perché io muoia in Cristo.
   Angelo santo, a me dato dalla pietà di Dio, perdonami del poco amore che fin qui ti ho dato, fa' che io ti ami e onori sempre da qui innanzi e stammi presso sempre, ma più ancora nell'ora della morte, perché il Maligno non possa turbare la serenità del trapasso ed io spiri con cristiana fedeltà e sommissione al Volere eterno. Angelo mio, accompagnami in morte dal mio Gesù.
 21-2-1934.
 
   O padre mio S. Francesco d'Assisi, per quell'amore con cui Gesù Cristo ti amò e tu amasti Lui, ottienimi, te ne prego, la sofferenza e l'amore che impetrasti per te stesso. Non ti chiedo la gloria visibile delle stimmate, delle quali non sono degna, ma la compartecipazione intima alle pene e all'amore di Gesù e tuo, acciò io, ad imitazione vostra, muoia d'amore per Iddio e le anime.
 11-3-34.
 
   Mio calendario mistico.
   14 marzo 1897. Nascita in Via G. B. Vico, Caserta.
   24 marzo (?). Battesimo nella chiesa di S. Elena.
   2 ottobre 1901. Dalle Orsoline a Milano, Via Lanzone, e mio primo incontro con Gesù Appassionato.
   18 marzo 1904. Prima confessione dalle Orsoline.
   30 maggio 1905. Cresima dalle Marcelline, Via Quadronno, Milano.
   5 ottobre 1908. Prima Comunione a Casteggio presso le Suore di Nevers e consacrazione alla Vergine Immacolata.
   4 marzo 1909. Vengo messa nel Collegio Bianconi delle Suore di Carità di S. Maria Bambina e della Capitanio.
   1° giugno 1910. Figlia di Maria.
   11 novembre 1912. Esercizi memorabili… Propongo: "Sacrificio e dovere in ogni cosa e in ogni tempo" e mi viene la vocazione del dolore per amore.
   11 giugno 1916. Sogno di ammonizione: "Il male non basta non farlo, occorre anche non desiderare di farlo" mi dice Gesù. E questo pone un freno agli smarrimenti sopraggiunti per molti dolori morali.
   11 febbraio 1922. S. Francesco di Assisi parla al mio cuore…
   1 gennaio 1923. "Sitio!7 Dammi di salvare anime per dartele e prendi tutto il resto…".
   1 gennaio 1924. Rinuncia al mondo e agli affetti per la salvezza spirituale mia e di molti. Voto di castità.
   28 gennaio 1925. S. Teresina B. Gesù…
   Ss. Trinità 1925. Atto d'offerta all'Amore misericordioso.
   4 maggio 1928. Schiavitù in Maria Ss. secondo il Beato Grignon de Monfort8.
   21 maggio 1929. A Castelverde di Cremona. Il primo tocco della morte e del dolore. Viva l'amore!
   25 giugno 1929. Secondo giubileo. Voto di castità, povertà, ubbidienza.
   6 novembre 1929. Postulante Terzo Ordine francescano.
   29 dicembre 1929. Azione Cattolica femminile.
   Venerdì Santo 1930. L'agonia in chiesa alle 3 ore di agonia9. Il primo attacco di angina pectoris.
   29 giugno 1930. "Ecce sponsa Christi! Veni!…" e l'amore accelera le lesioni cardiache e consuma.
   23 novembre 1930. Vestizione Terz'Ordine francescano e rinnovazione di voti e offerte.
   1 luglio 1931. Atto di offerta di vittima alla divina Giustizia e all'Amore. Il mio atto d'offerta.
   4 gennaio 1932. L'angelo custode e la sincope…
   18 dicembre 1932. Ha inizio la clausura per l'aggravarsi della malattia.
   7 aprile 1933. Venerdì di Passione. Per accelerare l'immolazione ripeto l'atto di offerta col patrocinio di Maria Ss. Addolorata.
   Venerdì Santo 1934. Adorando Gesù Crocifisso, ardendo d'amore compassionevole, di desiderio di immolazione, canto il mio salmo della lode del dolore e dell'amore (Vedi oltre).
   l° aprile 1934. Pasqua di Risurrezione. Gesù risorge. Io vengo inchiodata in letto… Il cuore ha ceduto dopo l'ardente palpito di venerdì.
   18 aprile 1934. Sempre perché si acceleri il fuoco divoratore, rinnovo l'atto di offerta unendo al patrocinio di Maria quello di S. Giuseppe, di cui oggi è la festa del Patrocinio.
   21 aprile 1934. Santifichiamo e usiamo il dolore! Mi facevo zelatrice di sofferenza.
   30 giugno 1935. La morte di mio padre… e Gesù mi chiede il sacrificio di non assisterlo, salutarlo, vederlo… stando nella stessa casa…
   5 ottobre 1938. Consorella [nella] Congregazione di Maria Ss. Bambina col patrocinio della quale rinnovo tutte le mie offerte.
   9 febbraio 1939. "Signore, perché questo padre non perda la fede in Te e la speranza, salva la sua piccina e da' a me il male di lei", e la pleurite mi colpisce mentre Anna-Maria guarisce miracolosamente quando è già in agonia e si attende la morte di minuto in minuto. Era malata da tre mesi di cancrena polmonare dopo avere avuto polmonite e ascessi polmonari. Aveva 15 mesi…
   1° aprile 1940. Si inizia la mia corrispondenza con Giuseppe10 sulle sue teorie ecc. ecc.
   4 giugno 1941. Vedo la misteriosa porta aprirsi e uscirne un rutilìo di luce, e dentro è una Voce che mi dice di non sprezzare Giuseppe Belfanti ma anzi di usargli profonda carità, perché può avere presso il Cuore divino trovato misericordia per la sua ricerca di Dio anche se fatta per vie errate.
   2 marzo 1943. La Voce mi dice nettamente, facendosi riconoscere per quella di Gesù, dopo avermi parlato come voce ignota da sveglia o in sogno, e unendo alle parole il tocco delle mani che mi attirano contro il suo petto: "Ma ti resto Io…"
   23 aprile 1943. Venerdì Santo. Il primo dettato.
   4 ottobre 1943. Muore la mamma… e come per mio padre mi è negato assisterla, salutarla, vederla… stando a pochi metri l'una dall'altra.
   Dicembre 1943. Le visioni.
   25-31 marzo 1944. Vestizione e Professione nel Terzo Ordine dei Servi di Maria.
   10 aprile - 9 maggio 1944. L'ora del Getsemani! L'ora fra sesta e nona. L'atrocità del soffrire che il Cielo non consola. L'ora d'inferno…
   9 maggio 1944. Torna la Parola. La sofferenza è atroce ma aiutata da Gesù mio Cireneo.
   4 luglio 1944. La tentazione. Satana tenta sfruttare l'offesa, da me ricevuta, dei beneficati, per tentarmi violentemente a simulare la "Voce" per maledirli. Dura lotta, superata per amor di Dio.
   15 luglio 1944. La pace si effonde per consolarmi degli uomini crudeli e delle violenze tentatrici di Satana.
   11 agosto 1944. La promessa: "Fra pochi giorni voi sarete liberati" dice la Voce contro le parole degli uomini sfiduciati. E il 3 settembre si è liberati e ho modo di conoscere sempre più gli egoismi umani e di attaccarmi a Dio per poter perdonare… perdonare… perdonare per ottenere un'anima a Dio.
   16-17 ottobre 1944. Giuseppe si converte dall'eresia e si libera dallo spiritismo dopo 4 anni e sei mesi di lotta (Vedi oltre).
   10 novembre 1944. L'abbandono assoluto in questo esilio! Solo Dio. E perdonare… perdonare per finire di convertire…
   24 dicembre 1944. Ritorno a casa11. Consacro la casa alla Madonna di Fatima oltre che al Sacro Cuore di Gesù e a S. Giuseppe.
   5 ottobre 1945. L'Estrema Unzione. Offro la penitenza della morte per la vita spirituale di Giuseppe, che in questi mesi come anima non ha molto proceduto e come parente ha agito male. Ma ho sempre perdonato per giungere allo scopo, ho sempre offerto le sofferenze della sua condotta per questo scopo…
   21 novembre 1945. Prima Confessione e Prima Comunione di Giuseppe a 65 anni. Grazie, Signore!
 e potrei mettere le date, pure mistiche, dei colpi di flagello (fra il 10 e 20 novembre 1944) del calice del Sangue divino (circa Pasqua 1945) del calice del Getsemani (ottobre o novembre 1945) ma non ho voglia e forza di cercare le date precise.
   Questo fino ad oggi il mio calendario mistico.
   
   A seguito della data 16-17 ottobre unisco qui la copia di quanto Giuseppe scrisse in calce al "dettato" a lui diretto. Tale dettato l'ho consegnato, con altri fogli inerenti Giuseppe e la medianicità, a Padre Migliorini.
   Giuseppe ha scritto in data 23-10-44: "Leggo il messaggio che il Maestro volle, nella sua grande bontà, inviarmi. Sono commosso e contento di tanto bene che ha lenito il dolore che in questi giorni ho avuto di sapere che tutta la mia azienda è stata distrutta, e distrutto e rubato ogni mio bene terreno, del vedermi in miseria dopo tanti anni di laborioso benessere. Al bene terreno perduto si contrappone un bene più grande: quello di essere perdonato dal Maestro. Riguardo poi a quanto il Maestro dice nel suo messaggio, è la pura verità. Avevo contatto con un mio amico, il quale, in buona fede, credeva essere un 'portavoce del Maestro'. Un altro amico, e quello lo avevo compreso anche io, il quale era completamente invasato dalla Bestia, perché sosteneva e fermamente credeva di potere un giorno, molto prossimo, diventare addirittura 'un mandatario di Gesù sulla Terra'. Avevo parecchie volte espresso a Maria il mio grande desiderio di sapere la veritàper quanto concerneva il presunto 'portavoce' di Reggio Calabria e non speravo di ricevere tanta bontà del Maestro che mi illumina sulla mia buona fede e mi indica chiaramente che io seguivo una via errata. Gloria e grazie a Lui e sia sempre benedetto il suo Nome". Firmato "Giuseppe Belfanti".
 
   Inno all'amore e al dolore.
   Venerdì Santo 1934.
   Egli è l'Uomo dei dolori, il Diletto del cuor mio. Per somigliare a Dio devo soffrire io pur.
   A me dunque, a me venite, o care spine, o dolci chiodi! Me colpite, me colpite, ché la sposa vuole ornarsi dei gioielli del suo Re.
   Ve' come languido è il suo sguardo, come arsa è la sua bocca, mentre prega sulla croce per la ria umanità.
   Odi tu, cuor mio, la "Voce" mormorare fra i singulti le parole dell'amore?
   Quanto è grande il suo dolore! Egli muor per noi e perdona, e promette il Paradiso, e chinando il dolce viso: "Sitio!" dice, e attende da noi pietà.
   "Alle labbra benedette, al tuo cuore sofferente, quali cose posso dare per calmar l'estremo affanno? Con qual balsamo al tuo petto dar sollievo, o Redentore?".
   "Con il tuo fedele affetto e il generoso tuo soffrire".
   Oh! a me, a me venite, dolci spine e cari chiodi! Me cingete, me colpite, me inchiodate al duro legno! Sul mio petto e sul mio cuore posi il capo del mio Re. Col mio affetto, col mio amore voglio tergere il suo pianto, dissetare la sua febbre, confortarne l'agonia.
   Benedetto sia il dolore che mi rende uguale a Te!
   Benedetta la tua croce che mi innalza sino al Cielo!
   Benedetto sia l'amore che dà ali al mio soffrire!
   Benedetto sia quel giorno che il tuo sguardo mi ha ammaliata, più beato sia il momento che a Te m'ha consacrata, ma serafico è il tormento che mi unisce, o Redentore, alla croce, al dolore, per la gloria, o Dio, di Te!
   Oh! a me, a me venite, dolci spine, cari chiodi! Me ornate, in me scolpite le sembianze del mio Re!
   Vieni, vieni, duro legno della croce, imporporato, tu solo, a mio sostegno, io vo' cercar quaggiù!
   Su nel cielo, fra gli splendori, non più languido e gemente, ma in eterno risplendente mi attende il Redentore.
   A Lui, ornata della croce, cinto il capo di sue spine, consumata dal suo amore, volerò un dì.
   E fra gli angeli osannanti e serafici fulgori, i tormenti ed i dolori in tante gemme Ei muterà.
   Benedetto sia il dolore, benedetta sia la croce, benedetto sia l'amore che in ciel si compirà!
           
   

   Nota… che è su un foglietto poi attaccato alla pagina del qua­derno, tra lo scritto del giorno precedente e lo scritto che segue: Nostro Signore mi dice… Pertanto quest'ultimo, che è senza data sul quaderno autografo, potrebbe essere del giorno 9 come il precedente.
           
   2 Avevo fatto… Inizia qui l'elenco di una lunga serie di fatti già narrati nell'Autobiografia, scritta agli inizi del 1943, o trattati neiQuaderni del 1943 e del 1944.
           
   3 le parole riferite in Luca 23, 34.
           
   4 Lo hai detto, in Giovanni 15, 13.
           
   5 hai anche detto, in Giovanni 12, 32.
           
   6 Sanctam… tuam redemisti mundum, invece di Sancta… tua redimisti mundo, sono correzioni nostre. Come già segnalato in due note allo scritto dell'11 agosto 1944, sembra che Maria Valtorta, pur avendo fatto studi classici con ottimo profitto, non avesse studiato il latino.
           
   7 Sitio, cioè Ho sete, come in Giovanni 19, 28.
           
   8 il Beato Grignon de Monfort è, più esattamente, Luigi-Maria Grignion de Mont­fort (1673-1716), fondatore della Compagnia di Maria (Monfortani), proclamato santo nel 1947.
           
   9 le 3 ore di agonia era una funzione religiosa che si teneva in chiesa il venerdì santo, nelle prime ore del pomeriggio, e consisteva nel meditare le sette "parole" (nel senso di "frasi", "espressioni") dette da Gesù sulla croce.
           
   10 Giuseppe è Giuseppe Belfanti, cugino della mamma, più volte ricordato.
           
   11 Ritorno a casa, dopo otto mesi di sfollamento per la guerra, come abbiamo esposto ampiamente nella nota allo scritto del 24 aprile 1944.