MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 556


24 marzo 1946

   Aspettata tanto, con ansia di sentire la parola angelica così dolce, limpida, confortevole.
   Ma le devo dire, però, che dal momento che lei se ne è andato, un angelo, che non mi pare il mio, mi è costantemente e visibilmente presente. Le dico che non mi pare il mio perché, mentre Azaria di solito mi si mostra materializzandosi in bellezza come gliel'ho descritto1 a suo tempo, questo è spiritualizzato affatto, di una luce vivissima che solo un miracolo di Dio mi concede di fissare, ed ha, degli esseri spirituali, l'incorporea bellezza, né usa i piedi per muoversi, ma le due luci delle ali, e tutto è luce in lui: il volto, le mani incrociate sul petto, la veste candidissima e immateriale… E dico: mani, volto, veste, perché noi poveri mortali non possiamo che esprimerci materialmente per dire ciò che vediamo. Ma questo spirito bellissimo, che non mi lascia mai e col quale l'anima intreccia continui colloqui d'amore, non ha che l'incorporea condensazione del suo spirito in forma di viso, mani, vesti, per farsi presente al mio occhio spirituale, e così ridotto al minimo necessario per poterlo raggiungere, questo scopo, che è proprio dire parola impropria e molto materiale parlare del suo viso, mani, veste. Mi appare insomma come l'Angelo del Getsemani2 che "era luce in forma d'angelo"; mi sembra uno dei tanti visti nei cori del Paradiso… Oh! luce, luce cantante negli sterminati azzurri del Cielo!… Mi sembra uno di quelli natalizi,… ai pastori,… uno di quelli che a Compito, in una delle ultime notti di esilio3, mi sollevarono all'estasi col loro trasvolare cantando armonie non ripetibili…
   Chi sia non so. So che la sua presenza è il mio conforto. Più di dolce lume di luna al viandante solitario e sperduto egli mi è, e mi dà la sicurezza che io non sono sola, ma sono con la migliore delle compagnie e delle guide e sulla migliore delle vie: quella dell'angelo di Dio, e sulla via che gli angeli fanno: quella di Dio. Chi sia non so. Mi bea con la sua presenza, ma non si disvela.
   Ieri Marta fu per sei ore assente, a Camaiore… Ebbene io, sola nella mia stanza per 3 ore su sei, ero tanto contenta di questa angelica presenza che ne avevo persino un sollievo fisico. Mi sono raccolta in quel meditare e contemplare, che agli estranei può parere quasi sonnolenza e invece è fervere di spirito, e mi sono beata… Quanta pace!…
   Ma ora Azaria si mostra e parla. Allora l'angelo luminoso non è Azaria… e io scrivo.
 

   [Segue il capitolo 5 del LIBRO DI AZARIA]
 

   E Azaria si inginocchia per ascoltare Gabriele che, aumentando la sua luce, mi saluta col saluto: "Ave Maria!". Non altro che "Ave Maria". Poi mi dice una tremenda – oh! è proprio tremenda parola – e mi dà un ordine. Così di condanna nelle sue ragioni!!! Ma lo porterò con me nella tomba. "È ben più tremendo" dice l'Arcangelo "del segreto di Fatima, e non va rivelato perché gli uomini, anche questi per cui è emesso, non meritano di conoscerlo". E poi l'Arcangelo, insieme ad Azaria che si rialza dalla sua genuflessione, canta: "Benediciamo il Signore". Rispondo: "A Dio le grazie" come mi ha insegnato Azaria, e con loro dico: "Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo"… E ora ho anche il peso angoscioso di questa tremenda conoscenza…
   Dato che l'Arcangelo mi ha salutata col saluto "Ave Maria", penso che chi ha parlato il 5 dicembre fosse lui. Si ricorda quel bigliet­to di regola per Dora? Ma io non chiedo nulla… e resto nella mia incertezza.
 

   [Segue, in data 31 marzo 1946, il capitolo 6 del LIBRO DI AZARIA. Con date dal 25 al 31 marzo 1946 sono i capitoli da 403 a 408 - escluso il capitolo 406 che è del 1944 - dell'opera L'EVANGELO]
           


   descritto, il 15 gennaio 1946.
           
   2 l'Angelo del Getsemani, ricordato in Luca 22, 43, ma descritto nel capitolo 602 dell'opera "L'Evangelo".
               
   3 esilio, così chiama il periodo dello sfollamento a Sant'Andrea di Còmpito (nota al 24 aprile 1944).