MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 543


25 febbraio 1946

   [Della stessa data è il capitolo 392 dell'opera L'EVANGELO]
 

   Al mio risveglio alle 7,25, perché solo al mattino ho trovato riposo, è già presente S. Raffaele. Come ieri al momento della Comunione, nel quale c'era, insieme a N. Signore. Stamane è solo. Ma la prima azione dei sensi e del pensiero usciti dal sonno sono la visione, contemplazione e saluto al caro angelo, che mi sorride e mi invita ad iniziare il mio lavoro senza ascoltare la stanchezza che mi abbatte. E poi saluta e se ne va…

   Ore 17

   Una voce lieve, dolcissima, come stanca, come spossata di chi ha molto sofferto, in una luminosità candidissima che ha forma di corpo spiritualizzato. Dice:
   «Sono io. Non mi riconosci? Aglae1 sono. L'antico fango divenuto luce. Vengo per parlare ad una mia sorella, di me sempre meno infelice, ma che soffre le mie pene di un tempo, il purgatorio della carne che è avida… Le parlo attraverso a te che mi hai visto nell'abbiezione e nella redenzione e che, d'ora in poi, potrai dire di avermi visto nella gloria. Oh! testimonia come è buono il Signore per le figlie di Eva, attossicate, ma che vogliono levarsi il bruciante ardore dal sangue per amare Lui.
   Dille di amarlo, il suo purgatorio, col sopportarlo con pazienza e costanza e spirito di sacrificio per le peccatrici ostinate. Nella mia epoca penitenziale ho sofferto le sue pene. E so. Ma non mi scoraggiavo. Come uno malato di una piaga che fete, e che la deve sopportare perché meglio è che il marciume esca anziché rimanere nel sangue a corromperlo, ho sopportato con lo spirito le reminiscenze della carne, i suoi urli di follia… L'anima era più in alto, e non consentiva. La carne, come una lupa, ululava in basso. Talora l'ululo mi impediva anche di pregare. Offrivo al Signore l'orazione della sopportazione. E con gli occhi dello spirito guardavo il Salvatore e mi ripetevo, con lo spirito, le sue parole. Quando sono morta!… Un angelo, il mio, il mio che non mi aveva lasciata neppure quando ero un mostro di libidine, mi disse, raccogliendomi l'anima nelle sue mani purissime: "Più che questo martirio, ti ha fatta bianca ostia l'altro, quello ignoto, incruento, in cui t'era torturatore e carnefice il senso. Godi perché hai trionfato. Il senso non è più. È la pace". Ho sparso oli di rose nel commiato; ma l'olio della mia lotta contro il senso è stato più odoroso e gradito.
   Dillo alla sorella che è in pena. Dille che il Maestro lo ha detto2, ci ha giustificate, noi che la parte inferiore tormenta: "Non è ciò che è materiale e estraneo ciò che corrompe l'uomo, ma ciò che esce dalla volontà del suo cuore". Si distragga con ogni mezzo. Non si fermi, dopo la tentazione, a considerare se ha peccato. Sorvoli. Riguardare vuol dire aizzare di nuovo il fuoco. Baci il Redentore sul suo segno di salute. Un bacio per ogni morso della carne, e fra le fiamme del suo purgatorio terreno guardi al Cielo, al Cielo che è aperto anche a noi, dopo la cruda battaglia.
   Addio. La luce dei Cieli sia sempre su te.»
   E scompare in una luce che l'avvolge.
   Il mio interno ammonitore mi diceva, poco prima che ella mi apparisse: "Fra poco verrà a te, dal Cielo, la santa che tu hai visto peccatrice e che, se avessi un indice dei santi, troveresti nominata oggi. Solo che non è nota ai più. Ti parlerà per l'anima tentata della sorella che il Padre ti ha nominato". Ma mi sono dovuta fermare subito dopo il saluto di Aglae perché mi è venuta una crisi cardiaca forte. E le altre parole le ho messe dopo passata la crisi; sono perciò incerta se l'angelo mi ha detto che è nominata oggi 25 febbraio, o se è ancora nominata al giorno d'oggi. Tanto per amore di esattezza.
 

   [Segue, in data 3 marzo 1946, il capitolo 2 del LIBRO DI AZARIA, cui seguono gli scritti dei giorni 5, 8 e 9 che qui sotto riportiamo pur essendo cassati con tratti di penna trasversali sul quaderno autografo. Su un altro quaderno, in data 26, 27 e 28 febbraio 1946 sono i capitoli 393, 394 e 395 dell'opera L'EVANGELO]
           


   Aglae è un personaggio dell'opera "L'Evangelo".
           
   2 lo ha detto, in Matteo 15, 18-20Marco 7, 20-23Luca 6, 45.