MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 558


7 aprile 1946

   Domenica di Passione

   Mi sveglio da un calmo sonno nel quale sognavo di essere su di un prato di erba corta, novella, smeraldina, limitato da un muro già al­to ma che, per non so che ragione, io stessa dicevo: "Va alzato anco­ra" e specificavo: "a difesa"; e infatti il muro si alzava fino ad esse­re alto almeno 5 metri. Proprio insuperabile così liscio e alto… Non vedevo che questo grande prato, vergine di pedate umane, e questo muro altissimo, e in alto un cielo gremito di stelline che l'alba avan­zante faceva sempre più piccole e pallide. E chi mi sveglia è il Signor mio che mi chiama e tocca sul capo. Apro gli occhi e dico: "Eccomi, Signore. Dormivo…" e mi trovo un poco confusa pensando che ho imitato Pietro, Giacomo e Giovanni che hanno dormito un po' troppe volte nelle ore più solenni del loro Maestro: al Tabor1 e al Getsemani.
   Ma Gesù sorride e dice:
   «Ed Io ti vegliavo, mia dolce vittima che ti consumi per mio amore. Sono venuto a dirti che Io sono là dove una creatura soffre la sua passione e le parlo, per la bocca di tutti gli spiriti celesti, con le figure di tutta la liturgia, oltreché col mio amore sempre più forte e presente. Perché Io so cosa è la Passione, nei suoi precedenti e nel suo termine. Ed ho infinita compassione di chi la patisce per amor mio e delle anime. Le vostre angosce, anime vittime del mondo e dell'amore, Io le ho tutte provate. Giorno per giorno, più ti disvelo la mia treenne Passione di Maestro incompreso, di Voce schernita, di Salvatore perseguitato, [più] tu ti ritrovi, nella tua misura di creatura. E come te tutti coloro che Io ho scelto a straordinario servizio. Ma come Io affissavo lo sguardo allo "scopo", al luminoso, sereno, glorioso scopo del mio lungo e molteplice soffrire e dicevo: "Devo passare per questo, doloroso, per raggiungere quello, glorioso", così voi, per poter procedere fra i rovi crudeli della vostra via, pieni di serpi, di spine, di tranelli, e procedere col vostro peso sulle spalle per attingere la mèta – l'immolazione che è anche raggiungimento dello scopo vostro, ossia corredenzione – dovete sempre tenere gli occhi fissi a questo "scopo", alla carità perfetta per le anime, che si compie col sacrificio totale di se stessi. Non c'è amore più grande di quello di colui che dà la propria vita per i fratelli e gli amici. Io l'ho detto2 e l'ho fatto.
   Maria, mia cara, diletta Maria, mia violetta che ti consumi per Me, tuo Amore, e per i fratelli, e che soltanto da Me hai vero ricambio di amore, mia Consumata, vieni, procedi… Andiamo insieme. Il mondo e Satana potranno odiarti ma fino al limite che Io ho messo, alto, insuperabile come il muro da te visto nel sogno. Essi al di là, nel loro rumoroso, caotico mondo, sporco di tutte le concupiscenze, seminato di tutte le più tossiche eresie… tu al di qua, nel deserto di questo prato che non ha che serenità e povertà semplice e fiorita di erba vergine di corruzioni. L'abbiamo fatto questo prato Io e te insieme. Io con le mie parole, tu colle tue ubbidienze. Vedi come è grande? Che pace emana!… E in alto il sereno del cielo e le innumerevoli stelle che ti guardano e ti aspettano. Sono i tuoi amici del Cielo, mia diletta sposa. La mia luce li fa parere più piccoli e sbiaditi. Ma quando Io ti lascio essi subentrano con la loro luce paradisiaca e ti confortano. Sola, ma non mai sola, procedi. Fino alla fine. E poi, in un raggio di stella, della tua Stella del Mattino, sarai assorbita, anima consacrata dal dolore, Maria consumata per il tuo Dio e per le anime — e questo sia quello da scriversi sul tuo loculo, o piccola martire, questo e non di più su tutto quanto ti ricorderà agli uomini — sarai assorbita al Luogo della eterna Pace e raggierai di là luce sugli uomini, luce di amore, e luce di verità saranno le pagine che tu hai ubbidientemente scritte per fissare sulla carta le mie Parole, e come una luce ti ricorderanno gli uomini buoni. Gli uomini buoni!… Anche in questo simile a Me, perché solo da pochi del mio tempo la mia infinita Luce fu amata e accolta. Gli altri, le tenebre, non vollero accogliermi e tenebre rimasero.
   Ti benedico con tutto il mio amore di predilezione a tuo conforto, a tuo conforto, a tuo conforto!»
 Resto commossa e beata… Così finché il mio Azaria comincia la sua spiegazione.
 

   [Segue il capitolo 7 del LIBRO DI AZARIA]
 

   Le mie pene vengono tutte dalla giornaliera constatazione di come le Parole che Dio mi ha dette sono in mano di tutti, propagate, alterate, usate senza approvazione alcuna… Quanto, quanto dolore che mi viene da questo disubbidire ai così aperti ordini di Gesù!… Solo Dio misura in larghezza e in profondità il tormento che le altrui di­subbidienze mi procurano. Ma è tempo di Passione…
 

   [Segue, in data 14 aprile 1946, il capitolo 8 del LIBRO DI AZARIA. Con date dall'8 al 13 aprile 1946 sono i capitoli da 412 a 418 - esclusi i capitoli 416 e 417, scritti nel 1944 - dell'opera L'EVANGELO]
           


   al Tabor, in Luca 9, 32; e al Getsemani, in Matteo 26, 40.43Marco 14, 37.40Luca 22, 45.
           
   2 l'ho detto, in Giovanni 15, 13.