MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 645


18 novembre 1947

   Sto correggendo, ossia rendendo leggibili gli scritti. Leggo il discorso1 di Gesù alle discepole nel venerdì avanti l'entrata in Gerusalemme, là dove paragona l'anima ad un rondinino che si fa sempre più forte al volo.
   Amorosissima mi suona al fianco la voce di Gesù e mi empie di letizia. Dice:
   «Anche tu sei stata come quel rondinino. Sei stata il mio rondinino. Sempre più fortemente ti sei irrobustita e orientata per i grandi voli. Aprivi l'ala all'alba della vita verso il mio dolore: la Vittima fu sempre il punto del tuo orientamento. Come mi amavi allora, o innocente segnata al dolore e che di tutto quanto fu la mia giornata terrena avevi predilezione per la mia ora di dolore.
   Poi mi amasti Pane di Vita. Poi Cuor dei cuori. Ma la figura della Vittima ha sempre signoreggiato su tutte. È stata la tua stella polare, il tuo sole sanguigno. Il sangue delle mie ferite il tuo miele. Il mio sguardo agonizzante il tuo conforto. La consumazione della mia vita il tuo esempio. E hai volato sempre più forte, sicura, più a lungo e più in alto, anima, anima vittima, pecorella del Martire, Maria amante come l'altra Maria2 ma avente, a farti a Me tanto cara, l'innocenza della tua vita onesta.
   Oh! vieni! Vieni qui, con Me. Vieni ché la ferita ultima si fa nido a te, mio rondinino stanco di terreni voli e di ciò che è mondo. Stanco come lo era il mio cuore agli ultimi giorni della vita. Vieni in Me.
   Mi hai dato tutto, salendo sempre più in alto. E ti ho dato tutto. Tutto il mio amore e tutta la conoscenza di Gesù di Nazaret. E più ti ho dato. Ma questo è l'amore che non si disvela agli uomini. Questo è l'amore che si compie sotto gli occhi del Padre nostro e che i serafini annotano.
   Maria!…»
   Il resto, riferendosi ad una disgraziatissima anima che sostò, inutilmente credo, qui dove sono i profumi di Dio, e ai miei rapporti con lei, non sto a trascriverlo.
   Mi abbandono alla gioia della divina Presenza e delle sue carezze. Certo è vero. Ho proprio fatto come quel rondinino. Goffi, incerti, pieni di paura i primi voli, e poi… Ma per me non fu che io divenissi così regina da solcare sicura i cieli dell'amore. Fu l'amore che mi sorresse sempre le ali che volevano volare sempre più alte non per gloria mia ma per dare gioia a Lui che ci attira, a Lui che si conforta per gli eroismi d'amore delle anime, ma che sarebbero cadute stanche senza il suo aiuto. Oh! è stato, è l'Amore che mi trasporta con amore…
   Gesù!…
           


   discorso, che è nel capitolo 583 dell'opera "L'Evangelo". Le correzioni della scrittrice sono ampiamente giustificate nel "dettato" del prossimo 6 dicembre.
           
   2 come l'altra Maria, cioè Maria di Magdala, che nell'opera "L'Evangelo" ha una sua storia completa.