MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 638


28 ottobre 1947

   La gioia soprannaturale, la gioia che non si può descrivere, che per poco uccide se Tu non comunicassi insieme al dono una forza soprannaturale atta a sopportare questa immensa gioia, dell'averti in grembo, fra i lini, come ti ebbe Maria nella Grotta di Betlem vagente Neonato… E la compassione, che è ancora estasi sebbene satura di dolore e di lacrime, di averti sul grembo, morto, nella tua dolorosa effigie di Immolato, come ti ebbe tua Madre ai piedi della Croce…
   Grazie, Signore. Io non sono degna di questi divini favori…
   Il tepore del tuo roseo Corpicino di Neonato mi è andato al cuore. Caro il mio Gesù Infante! Baciarti sulle carni tenerelle, sulle manine annaspanti, sui piedini così piccoli e rosei, sugli occhietti e la bocchina piccini piccini, innocenti, oh! come innocenti! E il ghiaccio del tuo Corpo pesante di morte, rosso di sangue, livido di percosse, e non saper dove baciarti per non urtare in una tua ferita, o lividura, e piangere solo su Te… Anche questo gelo del tuo Corpo spento mi è andato al cuore… Le hai sentite le fiamme del mio compassionevole amore che avrebbero voluto dar calore al tuo Corpo gelato?