MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 640


31 ottobre 1947

   Dice Gesù:
   «Scrivi. È la risposta mia a quella lettera audace e ingiusta, e anche a quella lettera nella quale è un'altra cosa che mi dà sommo sdegno e che a te, creatura, non dico.
   Ho detto un tempo1: "Satana ha chiesto di vagliarvi". Quel che fu detto, allora, e fu permesso, allora, ai discepoli di allora, anche ora fu detto e permesso, ora, per voi.
   Satana, che fu interdetto da Me di seviziare direttamente il piccolo Giovanni, da lui odiato senza misura, Satana che fu interdetto da Me di tormentare il piccolo Giovanni così come tormenta Dora della Pieve2 — nella quale si agitano sette volte sette demoni, straziandola in modo così feroce che quello che tu hai visto, o Romualdo, era carezza di fanciullo rispetto alle sevizie infernali di ora — ha preso voi, alcunidi voi, troppi di voi, per torturare Maria, il mio piccolo Giovanni, e nel contempo vagliare voi. Ed Io e lui vi abbiamo vagliato. E voi avete distrutto il mio docile strumento per il quale ancor tanta Luce, ancor tanta Parola sarebbero passate per venire a voi.
   E tu, Romualdo, non Padre, non Direttore, ma patrigno e tentatore sei stato per il mio strumento, tanto che Io ad altro Padre3, che sa essere veramente Padre e Direttore, l'ho affidata, perché se Io consolo direttamente, voglio però sempre che le consolazioni che ha Maria siano vagliate e riconosciute veredivine, da un Sacerdote in cui abita lo Spirito Santo con tutta la pienezza dei suoi doni. E questo Sacerdote giudicaconosceconsiglia. Giudica Maria, conosce Maria, consiglia Maria. Ma anche giudica voi, giudica te più di tutti, o Romualdo. Conosce te, voi tutti. E testimonierà un giorno perché le cose siano note con vera sincerità e giustizia.
   Questo che Io, da un lembo remoto d'Italia, abbia preso un ignoto santo Sacerdote, ignoto a Maria, ignoto a voi, e che vi ignorava, e ignorava il portavoce, e ignorava l'Opera, e lo abbia condotto a Maria, dicendole: "Ecco tuo Padre" e dicendo a lui: "Ecco tua figlia", non ti dice nulla, o Romualdo? Non ti contride il cuore nell'umile riconoscimento del tuo torto?
   Tu Padre per Maria? No. Lo eri. Poi, presto, molto presto, Satana ha circuito la tua paternità e l'ha alterata. Da spirituale la alterò in materiale: buono solo alle cose della Terra divenisti. Poi, stringendo Satana i suoi lacci intorno a te, hai cessato anche di esser paterno anche alla carne della creatura, e solo aspro, duro, mordente hai saputo divenire.
   Direttore tu? No. Io ho dovuto raddrizzare il timone e la vela di questa povera anima, perché la tua condotta era aquilone che la dirottava e faceva cozzare contro gli scogli di certe conoscenze, di certe delusioni che Io le volevo risparmiare per non dare scandalo a questo fanciullo che è il piccolo Giovanni, a questo fanciullo che aveva ferma fede che ogni Sacerdote fosse un altro Cristo.
   Un altro Cristo! In verità, se Io fossi stato così non avrei attirato a Me neppure il mite Andrea e l'amoroso Giovanni! In verità Io, se fossi stato come tu sei, non avrei attirato a Me i fanciulli, non i peccatori, non i Gentili. E non ti è bruciante come una scottatura il dirti: "Io ho distrutto l'opera del mio Signore, che aveva ricondotto alla Chiesa, al Sacerdozio, i Belfanti?". Almeno Pietro pianse sullo scandalo che aveva dato nella notte della mia cattura, sino ad averne scavate le guance. Ma tu!
   Oh! che in verità tu hai portato le anime lontano da Me, quelle anime che mi ero conquistate con l'aiuto del piccolo Giovanni! Oh! che in verità tu hai portato il piccolo Giovanni a resistermi e a non riconoscere più la mia Voce, a temere che fosse Satana a dare l'ordine di darvi quello che per 15 mesi avevo quotidianamente imposto non vi venisse più dato. Quello che non per te ho concesso che venga dato, ma per dare pace al piccolo Giovanni che muore. E muore prima dell'ora perché voi lo avete consumato.
   In te si incarnano Baldad, Sofar, Elifaz4. Ma a Me non piacciono costoro. Preferisco il mio piccolo Giobbe. E perché lo amo dico a lui: "O mio servo Giobbe, o mio piccolo Giovanni, o mia Maria, prega per lui, per loro, e offri e soffri perché non sia imputata a lui, a loro, la loro condotta verso te, il loro parlare di Me e al prossimo senza quella rettitudine che è carità verso Dio e verso le anime". Questo dico, Io, Signore eterno, che difendo gli umili, i piccoli, e calpesto nel mio furore i superbi e i duri di cuore. Questo dico… E prega il tuo Signore che per il sacrificio di Maria il tuo debito ti sia diminuito.
 Povera Maria che nessuno ha compreso e aiutato, e tu men di tutti, nessuno, se si eccettua il Padre lontano e colui che tu, nella tua cecità, reputi un reprobo: Giuseppe Belfanti. Nessuno. E per cosa alcuna. Non per aiuto nel suo lavoro, non per conforto nel suo calvario. Io ho almeno trovato il Cireneo. Ma lei! Ha trovato gli indifferenti e i percuotitori che percuotevano sulle sue grandi ferite. Ma le resta il mio amore. Ed è tutto.»
 
   … Io resto molto male per questo dettato… E molto incerta se trasmetterlo… Lo chiedo a Gesù. Mi risponde:
   «Quando uno è pertinace nell'offendere la carità, la Carità gli dice quello che sino allora la sua Misericordia aveva risparmiato al colpevole. Ma ti lascio arbitra di trasmettere o non trasmettere a Romualdo. Esigo però che tu non distrugga mai queste parole e le sottoponga al giusto Isacco di questo tempo, Isacco5 per me e per te, così simile a quello del tempo mio, il quale non aveva l'aspra durezza di un Geremia furente, ma la dolcezza di un agnello degno di seguire l'Agnello divino e guidare all'Agnello divino.»
   Gesù chiama P. Berti: "Isacco". Nel dettare o nel mostrare episodi evangelici sovente mi ha detto: "Il tale o la tale, o Padre A o Padre Z, sono come costui o costei", e mi additava personaggi passati e descritti nell'opera… Cosa che me li ha fatti conoscere bene, completando la mia conoscenza per l'illustrazione visiva (non so se dico bene) della loro anima, della vera loro coscienza e spiritualità… e molto spesso non ne ho avuto piacere di conoscerli così bene. Preferivo illudermi…
   Chiedo anche al mio Maestro se devo dire a P. Berti la condotta di P. Pennoni. Mi risponde di sì. Lo farò. Il volto del mio Signore è cupo come poche volte, severissimo. Solo nel posarmi la mano sul capo per benedirmi il suo volto si rischiara di un sorriso di pietà per me.
           


   Ho detto, in Luca 22, 31.
           
   2 Dora, di Pieve di Camaiore, è Dora Barsottelli (nota al 19 dicembre 1945).
           
   3 l'altro Padre era un Passionista (nota al 19 marzo 1946).
           
   4 BaldadSofarElifaz sono personaggi nominati nel libro di Giobbe, a cominciare da Giobbe 2, 11.
           
   5 Isacco è, nell'opera "L'Evangelo", uno dei pastori della Natività, poi divenuto discepolo del Signore: la sua storia è fatta di sofferenza, di umiltà e di fervore. Geremia è uno dei profeti dell'Antico Testamento, autore di un libro della Bibbia.