MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 657


6 gennaio 1948

   [Precede la terza delle LEZIONI sull'Epistola di Paolo ai Romani]
 

   Prima di essere lasciata dalla Ss. Voce dico: "O Divinissimo, ora che Tu parli sovente, di nuovo, essi diranno che questo è male. Perché mi ha detto P. B.1 che li ha fatti persuasi che ora Tu, o Divinissimo, parli molto saltuariamente". Mi risponde:
   «Faccio come voglio. Ho mostrato che vengo quotidianamente o non vengo per decine di giorni, né tu colmi quei vuoti con parole tue. E questo è a loro lezione. Tutto ho fatto a persuaderli. Ma è come è detto2: "Abbiamo sonato e non avete ballato, abbiamo intonato lamenti e non avete pianto". Ma queste non sono pagine per loro. Ti ordino anzi di levarle di qui e farne fascicolo a parte da darsi come e a chi ti ho detto. Quanto era necessario per avere l'approvazione dell'Opera di Gesù l'hanno avuto. Il resto è tesoro che per averlo bisogna meritarlo. E c'è chi lo ha meritato per aver fatto il nostro Volere verso te con perfezione di carità e senza aver nessuna pretesa per la sua opera verso di te. E vi è ancora un altro motivo di divina provvidenza che origina questo ordine.»
   Così amata mi sento, così beata per il ritorno di Maria di Lourdes che ieri è venuta (dalle 17 in poi, e così… potentemente che ero fuori dai sensi e Marta può testimoniare) che chiedo in merito al fatto di S. Paolino e alle parole di Maria Ss. ieri sera: "Se avranno fede opererò prodigi di grazie", e il Divinissimo mi risponde:
   «Nel 4° dei Re cap. 7° v. 19 è detto3 da colui al cui braccio il re si appoggiava: "Anche se il Signore facesse delle cateratte nel cielo, potrebbe mai avvenire quel che tu dici?". Io dico che molti sono che, anche se il Signore facesse delle cateratte di grazie nel cielo e di miracolo per rovesciarle sulla Terra, molti sarebbero quelli che continuerebbero a dire: "Può esser questo? No". Il miracolo presuppone la fede. Dio dà il segno. Si manifesta. È una continua epifania per richiamare gli spiriti alla fede, speranza, carità, a Dio. Ma poi vi lascia liberi di credere o non credere. Però vi dico che il fiume di grazie pronto a scorrere, se gli uomini vi fanno diga con la loro incredulità, si volge altrove. Ecco perché la Beatissima mette la condizione "se avranno fede­" per promettere di "operare prodigi di grazie". L'ora della grazia viene, sosta in attesa. Ma se l'uomo non la invita: "Resta con noi", passa e non torna.»
 

   [Seguono, con date dal 7 gennaio al 14 febbraio 1948, altre quattordici (dalla 4ª alla 17ª) LEZIONI sull'Epistola di Paolo ai Romani]
           


   P. B. è Padre Berti, menzionato spesso, a partire dal 18 marzo 1946.
           
   2 come è detto, in Matteo 11, 17Luca 7, 32.
           
   3 è detto, secondo la neo-volgata, in 2 Re 7, 19.