MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNETTI CAPITOLO 782


14 giugno 1953

   Ore 19,45, mentre passa la Processione del Corpus Domini sull'angolo.
   «Io non violo la libertà d'arbitrio che ho data all'uomo. Mi limito ad indicare con chiare parole e con spirituali consigli cosa è bene fare per meritare la mia benedizione sulla Terra e la gloria eterna in Cielo, oppure il mio castigo qui e oltre. Così fece il Padre mio con gli angeli e con Adamo ed Eva, perché così va fatto per confermare o no in grazia. Così faccio Io con tutti gli uomini di ogni classe e condizione sociale: dai re ai poveri, dai Sacerdoti ai laici, dai dotti agli ignoranti.
   Sottopongo tutti alla prova che li deve confermare in grazia o far cadere in disgrazia. Ma guai a coloro che, come i Progenitori, per spirito di superbia e invidia fanno mal uso della libertà d'arbitrio che Io ho loro data, onde saggiare le loro virtù così come l'orafo saggia la purezza del metallo nel crogiolo! A loro verrà data la stessa condanna di Adamo ed Eva, espulsi dal Paradiso terrestre, separati dalla vicinanza del Padre Creatore, decaduti dalla Grazia, condannati per anni al Limbo. Anche costoro, e non nel Limbo, ma nel Purgatorio, che è luogo ben più tormentoso, sino alla fine dei secoli espieranno le loro colpe di superbia, invidia, astio, ingiustizia e soprattutto mancanza di carità verso il prossimo, ossia te e tutte quelle anime che per l'Opera avrebbero ritrovato fede e quindi Vita e Salvezza eterna.
   Di tutte queste anime, che non poterono salvarsi l'anima per colpa loro, dovranno rendermi conto, ed espiare il mal uso che fecero della libertà d'arbitrio che Io ho loro lasciata. Non solo, ma illuminata, sostenuta, guidata coi carismi propri che il Sacerdozio conferisce ad ogni Ministro del Clero, tanto più ampi e potenti più il loro grado religioso e la loro coltura teologica è grande. Più grande la loro carica e coltura e più severo il castigo per la loro colpa. Io te lo dico. Ah! questi Pastori d'anime che vietano alle pecore e agli agnelli il pascolo sano e non si danno da fare per salvarle quando sono smarrite e in pericolo, quali colpe commettono, quale dolore mi danno!
   Vano sarà poi, nel giudizio particolare, invocare il mio perdono, la mia Misericordia, allora! Non potrò che rispondere loro: "Vi detti pane e acqua di vita per chi aveva fame e sete e avete respinto Me e il mio dono. Ora Io respingo voi. Andate ed espiate, ciascuno in proporzione della colpa che fece. Voi non m'avete voluto riconoscere nell'Opera. Ora Io non riconosco voi. Andate. Io sono Misericordia, è vero, sono Carità, è vero. Ma sono anche Giustizia perfetta. E ora faccio agire la Giustizia mia, questa sola, posto che finché aveste vita respingeste Me: Misericordia e Carità. Nulla giustifica la vostra azione e ostinazione verso l'Opera. Quindi nulla può far mutare il mio giudizio divino. Andate ed espiate!
   Altra cosa che non posso perdonarvi e che dovete espiare: la vostra mancanza di verità verso il mio strumento. Avete sempre mentito con lei e verso di lei, maestra a voi, lei, povera creatura, di verità. Espiate anche questo, che non è mai troppo l'espiare per chi ostinatamente mancò. Quale misericordia posso darvi, se voi mai misericordia aveste? Andate ed espiate».
   Gesù rispose a questo modo alla mia domanda, fatta mentre il Ss. Sacramento passava presso casa mia: «Perché, Signore, non forzi, con un atto di potenza, coloro che si oppongono da anni alla pubblicazione dell'Opera?». E terminò: «Sono sempre Colui che rimproverò i colpevoli del Tempio. Non muto. Espiate, come essi; poi, dopo la mia Morte, Risurrezione, Ascensione, espiarono, con la perdita di tutto: Tempio, potere, ricchezze, patria e anche vita materiale e spirituale».