MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNETTI CAPITOLO 770


16 dicembre 1950

   Disposizioni divine circa l'Opera 
   «Presentata che sia in un modo, l'unico che gli uomini possano trovare perché le anime che amo abbiano il mio dono d'amore, e che è letterario, non va più ritoccata in futuro. 
   Io stesso, lasciando intatte le lezioni, che non vanno alterate altro che per levargli l'aspetto che da noia a quelli che censurano le opere Mie, volendo mettere limiti, loro: servi, al loro Signore, ho portato modifiche in altri luoghi. 
   E ciò che Io ho fatto va lasciato ora, tra un anno, tra dieci, sempre. 
   Il fare una prima, e poi una seconda edizione diversa dalla prima, creerebbe veramente confusione. Nella seconda edizione, ciò lo concedo, potrebbe al massimo dirsi che si fu costretti ad alterare e  modificare la forma "per rendere l'opera più attraente per i più bisognosi di essa", per coloro di cui ho maggior pietà perché sono anime languenti e sviate, che muoiono nello spirito, e non lo sanno, perché non mi conoscono. 
   Non di più. 
   Ti ho detto da sette anni, sette, numero a Me sacro e che t'ho imposto in tante cose, che tu non sarai santa per aver scritto l'Opera, ma lo sarai per il tuo sacrificio, per tutta la tua vita d'amore e di sacrificio. 
   Amore e sacrificio li hai compiuti tu. L'Opera l'ho data Io. È un mio dono. Non un tuo merito. Quindi perché tu sia beata qui, dove Io sono, non è necessaria la presentazione di te come veggente. Ma come serva mia. 
Mi servi anche pubblicando con forma letteraria. E hai doppio merito e doppia pace. E pace vuoi, mentre lodi non ne vuoi dagli uomini, fuorché le Mie. 
   Questo sia fatto in triplice copia. Una da unirsi all'opera in tua mano, una da darsi a chi ne ha cura, una da mettersi nelle tue volontà. 
   La mia pace sia in te».