MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNETTI CAPITOLO 704


16 novembre 1945

   Essendo abbattuta dalla fatica eccessiva di questi ultimi giorni: 85 facciate in 5 giorni, vengo lasciata in riposo (materiale) da Gesù. Però lo spirito non riposa e il Maestro lo istruisce sempre. 
   Ecco l'insegnamento di oggi. Sto leggendo dei saggi di poesia vedica, persiana, indiana ecc. ecc. Poesie sacre, spirituali, nelle quali sono celebrati e descritti i moti e le sensazioni dei fedeli verso Dio: il Tutto, la Verità come la dicono anche loro. Ve ne sono alcuni che potrebbero passare per gli accesi scritti di S. Teresa di Avila o S. Giovanni della Croce. E cito questi perché li conosco un poco.   Ma certo ce ne sono altri. Ancora si potrebbero credere i canti biblici più colmi di afflato amoroso. Ne resto stupita. 
   Gesù dice
   «No. Nessuno stupore. Perché stupirsi? 
   In ogni religione, e finché essa ha una morale elevata, vi è presenza di virtù ed esigenza di virtù come vita della stessa. Perciò è presente la carità, la speranza, la fede, l'umiltà, la giustizia e così via. Non saranno perfette, venendo da una conoscenza imperfetta del Tutto, o Verità, ma susciteranno sempre gli stessi effetti morali di elevazione, di estasi, di spinta alla misericordia, all'umiltà, alla temperanza, per il desiderio e la speranza di giungere a possedere il Tutto, ossia Dio. 
   Dio, il Sole, ha le stesse luci per tutti gli uomini. E se le religioni rivelate, ma imperfette, creano foschie per cui meno liberamente il raggio del divino Sole può scendere a baciare e penetrare i credenti, i migliori fra essi, quelli che tendono a Dio con tutto se stessi, sanno alzarsi col volo dello spirito al disopra della foschia e raggiungere una perfezione che purtroppo manca a troppi cristiani, e conoscere le parole ineffabili dello Spirito allo spirito, e gustare l'essere uni con l'Amore più e meglio di troppi tiepidi cattolici. 
   Non ti stupire, perciò, se un sufi ha pagine sorelle a quelle della amante di Dio: Teresa di Gesù. L'Amore è uno. Chi lo conosce e ne è figlio parla il linguaggio unico dell'amore». 
   Poi, mentre correggo, mi dice di mettere le iniziali delle virtù minuscole, non maiuscole come le avevo messe, perché «sono non le virtù quali ve le infonde la Grazia, ossia teologali e cardinali, ma le virtù elevate, di un essere privo della Grazia perché non appartenente alla mia Chiesa e non fruente dei miei Sacramenti, ma moralmente santo perché tendente alla Verità, a Dio».