MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNETTI CAPITOLO 713


20-21 febbraio 1948

   Notte dal 20 al 21-2-48

   [Dice lo Spirito Santo:] 
   «Anima mia, ti diranno che per fare approvare l'opera è necessario non attirare l'attenzione degli esaminatori sulla sua natura soprannaturale. Lasciali dire. Servirà a farli parlare. Questo è l'unico ostacolo che può incontrare l'opera per essere data alle anime. L'unico che possa essere portato per valido. Ma la Divina Provvidenza ha dettato e illuminato questa opera per le anime, e vuole che vada alle anime, e al più presto. Perché se tardano ancora, dopo non potranno più e dovranno rendere conto a Dio della loro tiepidezza. 
   Le turbe languono. La Misericordia Incarnata ha pietà di esse. Per questo ha compiuto questa terza moltiplicazione dei pani della sua Sapienza. 
   L'umanità, tenace anche in quelli che hanno nome di "Pastori", e che dovrebbero essere tutto e solo "spirito", e che dovrebbero riconoscere il Signore come Autore Divino dell'opera, ha difficoltà a confessare che questa non è opera umana e che viene riconosciuta per soprannaturale anche da coloro che hanno ricevuto la pienezza dei miei doni e del Sacerdozio per potere senza errori distinguere il vero dal falso, lo stile di Dio da quello di una creatura. 
   E allora concediamo che l'opera sia, per il momento, presentata così come sta. Così come sta vuol dire senza imporla all'esaminatore e giudice con un giudizio personale e un'indicazione netta da parte dei presentatori. Ma però vuole anche e soprattutto dire: senza alterarla in una sillaba di quelle che tu hai scrittoconfessando il fatto straordinario del tuo "vedere e sentire", descrivendo luoghi e scene, non immaginate ma viste; scrivendo parole, non pensate ma dettate. Veglia che ciò non avvenga mai, perché correzione d'uomo sarebbe sacrilegio. La Sapienza non ti aveva mai detto di scrivere in testa ai dettati "dettati"; in testa alle visioni "visioni". Chi lo scrisse fu un uomo. E opera d'uomo è sempre difettosa e orba. 
   Si torni a come la Sapienza ti insegnò. Ossia l'opera, cronologicamente esatta, secondo il tempo di Gesù, non secondo il tuo di ricezione, senza altra specificazione. I titoli dei capitoli, senza data e senza specificazione particolare di "dettato" o di "visione". Dopo i titoli sia messo ciò che tu hai scritto. Integralmente. Senza modificare una sillaba. E ognuno giudichi e pensi ciò che la sua formazione spirituale, più o meno imperfetta, gli concede di pensare e di giudicare. 
   L'opera, così come non deve subire modifiche, altrettanto non deve portare nome di autore umano. 
Lo stesso nome della Santità del Signore, del Vicario di Gesù, apposto all'Opera, sarebbe furto e menzogna. Uno solo ne è autore: Dio
   Il titolo sia: "La Parola che da la vita eterna". O anche: "La Buona Novella ai piccoli del gregge di Gesù" o anche: "Seguendo Gesù e Maria nelle luci della Sapienza". Porti questo titolo e nulla più di questo. 
   Voglio però, per la giustizia, che venga fatto un atto in duplice copia nel quale sia molto chiaramente scritto che l'Opera suddetta è stata rivelata da fonte soprannaturale a Maria Valtorta, Terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria. È un documento molto importante, più che per voi per i futuri. E sia conservato preziosamente, una copia fra gli incartamenti dell'Archivio dell'Ordine, e una fra le tue carte segrete. Dopo la tua morte sia dato a chi ti ho indicato. 
   Questa concessione non è una vittoria. Né per loro, né per le alte Gerarchie ecclesiastiche. È soltanto pietà per te e per le anime. E viene concessa per dare pace a te, alimentando di nuovo olio di speranza la tua lampada che muore sotto il vento della delusione... E alimento alle anime. 
   Per gli altri non è che attestato di come Dio li conosce nella loro umanità, soverchiante lo spirito al punto da impedirgli di riconoscerlo come Autore dell'opera e di un nuovo prodigio: l'elevazione di una umile anima a suo portavoce. 
   Conserva nelle carte più preziose queste mie parole, e pensa che qualunque sia il giudizio attuale degli uomini, Dio non muta il suo a tuo riguardo e che verrà un giorno nel quale la verità sarà nota in tutta la sua estensione
   Dio ha anzi già giudicato. Te e loro. E questa mia guida ne è la prova. L'Opera è un vaglio. Per te e per tutti, dai Pastori ai Padri e da questi ai fedeli. È detto: "Satana ha chiesto di vagliarvi1. E anche:"Le mie pecorelle mi conoscono e riconoscono la mia Voce". E ancora: "Chi mi disprezza e non riceve le mie parole ha già chi lo giudica". 
   E Costui Io sono: lo Spirito Santo che un giorno convincerà di peccato coloro che, nonostante la loro esterna veste, sono "mondo". Li convincerà del loro peccato verso il Maestro di ogni vero. 
   Quando ti diranno ciò di cui al principio parlai, accenna a quanto ti dico ora. Di' che sai come provvedere definitivamente per la tua pace. Spronali a parlare. È ora che siano aperti. E dopo che avranno confessato ciò che la Sapienza già ti dice da un anno, parla. 
   Riposa nell'effusione dell'Amore in te». 
   Dice ancora: «Ricorda che anche la più piccola modifica o aggiunta deve essere sottoposta al tuo giudizio perché Io sono Colui che ti guido».

 

   1 Lc 22, 31 Gv 10, 14