MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNETTI CAPITOLO 724


25 aprile 1948

   Ho nella notte pregato e sofferto e offerto il soffrire perché Gesù mi dettasse le cose dette i giorni scorsi. Temo di non saperle ripetere bene, e più ancora temo che dette da me, a voce, non siano credute come avvisi soprannaturali. Gesù mi esaudisce e detta
   «I nemici sono nell'ombra. Non vinti, anzi più attivi che mai per vendicarsi e nuocere. Può dirsi ora parte del significato della profezia di Isaia1 a Sobna, e dire che si faccia ciò che voglio, o ciò che è nella profezia avverrà senza fallo, un giorno più o meno prossimo, a seconda che i membri della mia Chiesa docente e militante, dal mio Vicario al laico di A. C., e al laico cattolico soltanto appartenente alla Chiesa,senza essere membro di alcuna Congregazione, Associazione e terz'Ordine, ma animato dalle tre teologali virtù e dalla "vita" che è nei Comandamenti e nel Vangelo, faranno secondo che Io voglio. 
   Gridare: "Gesù, salvaci che noi periamo2", quando la bufera già prende di traverso la barca di Pietro, può ottenere il miracolo una volta. Ma non si deve abusare della misericordia mia e attendere solo da Me soccorso, e nel momento che può esservi naufragio. Armate naviglio e naviganti mentre ne avete tempo e modo. 
   Tornate ai metodi catacombali, così come avevo detto al piccolo Giovanni dal 20 novembre 1943. Uscite dalla nicchia nella pietra. Uscitene per umilmente, faticosamente, caritativamente operare. Se non lo farete non vi servirà nicchia elevata, torre di diaspro, porfido e acciaio, a salvarvi, quando l'Anticristo, non combattuto con le armi di vittoria da voi e [non] vinto nel cuore di molti, soffierà il suo nemico vento, e coloro che meditano nel loro cuore di "lanciarti, o Pietro, come una palla in piazza larga e spaziosa e là farti morire3" la piazza: quella di S. Pietro, dall'alto della quale Tu, Vicario mio (perpetuo Vicario da Pietro all'ultimo dei Papi) parli e benedici, o sempre solo buono, solo Pastore d'amore anche in queste epoche di lupi d'orrore si muoveranno a farlo, capitanando i traviati, gli illusi, gli ignoranti, coloro che le demagogie, ma non esse soltanto, bensì e più ancora l'inerzia, l'indifferenza, lo stolto sdegno, l'inutile orgoglio, la viltà di un clero che non è più lucerna sul monte e sale atto a dar sapore agli animi, hanno scristianizzato. Lo faranno se voi dormirete. 
   E se lasciate che sia levato Cristo dal cuor degli uomini, chi vi subentrerà? L'Anticristo. Ciò è legge. E guai a voi per questo. 
   La valanga, una volta che si è formata e mossa, nulla la trattiene nella sua corsa fatale. Solo una potenza che la penetra e disgrega in piccole parti ne rende nullo Tessersi formata e messa in moto per distruggere. Siate, voi Sacerdoti, la potenza che penetra e rompe la valanga che si è formata e che, se inizia la sua marcia, vi stritolerà. Siatelo, voi cattolici al servizio della Chiesa e in cooperazione del Sacerdozio. Ma non siatelo come sin qui
   Siatelo, lo ripeto, come al tempo catacombale. Allora i Sacerdoti, gli stessi Papi, vivevano fra il popolo. E non solo fra il popolo cristiano. Anche fra i pagani vivevano, mescolati ad essi, guadagnandosi il pane nelle diverse occupazioni manuali o civiche, coronate, la sera, dalla Frazione del Pane, dall'Adunanza fra i fedeli. Erano nei palazzi imperiali, nelle dimore patrizie, come fra i tagliapietre, scaricatori, tessitori, gualchierai, follatori, coltivatori del popolo minuto, o fra i medici e i pedagoghi. E quelli che per nascita e censo non avevano necessità di lavoro, andavano ogni giorno in umili vesti a compiere le opere di misericordia nei quartieri più poveri. 
   E tutti predicavano con la parola, e più ancora con l'esempio, la mia dottrina. Né già predicavano      su un testo fisso, secondo le regole oratorie. Ma parlando semplicemente ad uno o più viandanti o compagni di lavoro, e tutto serviva a parlare di Me, insinuando dolcemente la conoscenza di Gesù Cristo e del Vangelo, con pazienza, con amore, con costanza. 
   Non li spaventava il disagio e non il pericolo. Persino nelle cavee dei Circhi, persino nelle carceri e tribunali, ossia nei luoghi dove potevano essere sbranati, come agnelli da lupi, dalla folla inferocita, penetravano a portare la Parola, i Sacramenti, le benedizioni ai cristiani prossimi al martirio, e a conquistare spiriti pagani al Cristo. 
   Non facevano della demagogia politica. E soprattutto non la facevano in momenti delicati di malcontenti popolari o di mutamenti di imperatori. Facevano della vita cristiana. Questa sola. E vera. E trascinavano sulla loro via, ossia sulla mia via. 
   In verità si può dire, come la sposa del Cantico, che i pagani correvano dietro a Me attirati dal buon odore di Cristo che i miei discepoli: veri altri Cristi, lasciavano dietro di essi, passando fra la corruzione e l'errore per scacciarli ed instaurare il Cristo. 
   Papi, Vescovi, preti, diaconi, suddiaconi, coadiuvati da cristiani, non consacrati, militi, matrone, senatori, operai, fanciulli, vergini, così cristianizzavano e cristianizzarono. 
   Per ricristianizzare l'Italia e il mondo di ora, dove vive e si afferma sempre più una dottrina che è peggiore delle false religioni pagane di allora e di quelle ancora più false di ora - perché è dottrina che fa dell'uomo un dio, abolendo ogni ossequio alla Divinità, sentita informemente ma sentita e venerata da pagani e idolatri di ogni tempo e luogo - bisogna vivere quella vita, la vera vita cristiana, così come si legge che era vissuta nei primi tempi cristiani. (Vedere negli Atti degli Apostoli e. 2° 
v. 42-45-46-47, e. 4° v. 32, e. 6° v. 2-3-4-7; e come appare dalle lettere apostoliche nelle quali risulta manifesto l'aiuto dei cristiani coadiutori agli Apostoli e discepoli evangelizzatori, e della vita condotta dal clero sparso fra il popolo: 2a ai Corinti c. 11 v. 27; S. Pietro 1a c. 4 v. 7-8-9, e. 5° v. 23; S. Giuda Taddeo v. 20-21-22-23, tanto per citare qualche punto. E leggete ancora gli atti dei martiri e santi...). 
   Prendete dunque nella milizia della Chiesa, nel Sacerdozio, in quel Sacerdozio che dovrebbe essere tutto santo, ossia eroico, disinteressato, umile, mortificato, puro, tutto pazienza e amore, onde impedire che la parola insidiosa dei nemici della Chiesa trovi conferma nel vostro modo di vivere e se ne scandalizzino i minimi del gregge e si separino dall'Ovile santo per seguire pastori infernali, prendete i più santi, volonterosi, eroici, disposti a tutte le rinunce, a tutti i sacrifici, e sinanche al martirio, e spargeteli, ignoti come gli elementi vitali che sono nell'aria - e l'occhio non li vede, ma se ne giovano le zolle, le piante, gli animali e l'uomo - spargeteli in questa terra d'Italia, a bonificare, poscia a colonizzare, ultimo a seminare a piene mani verità e giustizia. 
   A che cercate lontane terre di missione, se la vostra terra lo è? È detto: "Nessuno è profeta in patria". In verità vi dico che voi lo siete meno di tutti. Pastori orbi siete, perché non vedete ciò che vi circonda e il modo per circoscrivere il male. 
   Vi sembrano piagati dalla gran ferita solo gli idolatri, i pagani, e persino coloro che sono cristiani ma non cattolici, e correte a loro cercando di guarirli e farli "vivi" innestandoli al Corpo mistico. Ma qui, nella vostra patria, non ci sono soltanto dei membri recisi, dei pagani, degli idolatri. Ci sono i senza-Dio, gli anticristi, i satana. Non meditate che se essi aumentassero ancora colpirebbero duramente la Chiesa, il Papato, reciderebbero i nervi motori del gran Corpo Mistico coll'abbattere le Gerarchie, per disorganizzare, gettare paura e scompiglio, provocando una paralisi lunga, pericolosa, della quale ne risentirebbero tutte le membra viventi nel Corpo Mistico, o che attendono da esso vita? 
   Quanto ritardo alla redenzione dei pagani! E quante perdite fra i membri vivi, se ciò avvenisse! Io vedo... 
   Ho detto: bonificare, colonizzare, seminare. Chi bonifica non sta tranquillo in zone dove già la terra è pronta al seme, ma va dove le pietre, le piante, le acque hanno reso sterile, intricata, malsana la terra; e incanala, e sbarba, e brucia, e monda. Poi colonizza, ossia inizia la vita civile dove era zona selvaggia. Per ultimo sparge il seme, pianta, alleva, rende fertile, bella, sana, ricca la plaga prima deserta e pericolosa e il deserto si muta in regione abitata e civile.                       
   In verità molta parte di popolazione è simile a zona selvaggia. Cattiva, ma non sempre per tendenza d'animo. Odiatrice, ma non sempre per tendenza d'animo. Nemica, ma non sempre per tendenza d'animo. Novanta volte su cento lo è per ignoranza. Cattiva perché non conosce la Verità. Odiatrice perché non conosce la Carità. Nemica perché non conosce la Chiesa. 
   E non dico "Chiesa" per dire ciò che essa appare, nei suoi ministri, a troppi e in troppi casi. Sarebbe meglio allora che molte volte non la conoscesse. Dico che non conosce la Chiesa così come Io l'ho fondata, animata dal mio spirito: l'amore, la fratellanza, la paternità. 
   Oh! quella confessione dei pagani dei primi secoli, che non si ode più, o rarissimamente: "Vedete come si amano e come sono virtuosi! Vedete come ci amano!". Per questa constatazione di ciò che erano il clero e i cristiani dei primi secoli il mondo di allora divenne cristiano. Per una constatazione opposta il mondo di ora ritorna pagano, ateo o insatanassato. 
   Prendete i più santi fra voi e spargeteli: briciola di lievito in masse di farina; spargeteli: verità fra la menzogna; spargeteli: luce nelle tenebre create ad arte dai servi di Satana per ordine del loro re; spargeteli: amore là dove l'odio impera. 
   In tempi di eccezione mezzi di eccezione. Li avevo indicati al piccolo Giovanni dal 1943. Ho accennato ad essi, e nell'opera e in altri dettati anche recenti. Lo ripeto ora, non più consiglio ma comando. Molto vi è da innovare se volete salvare. 
   Non state ancorati, incrostati sulle consuetudini che si sono formate nei secoli, ma che non sono quelle che Io ho date ai miei Apostoli e discepoli, e che il Paraclito ha continuato a consigliare alla Chiesa nascente per aiutarne lo sviluppo. 
   Il mondo si evolve. Non in bene. Ma si evolve. Non può la Chiesa stare statica, ma deve, non già adattarsi alla mala evoluzione del mondo, trasformarsi per essere atta a fronteggiare la mala evoluzione del mondo e porvi riparo. Solo nel dogma e nella dottrina deve rimanere immutabile. Nei mezzi di esercitare il suoministero deve adeguarsi alle esigenze del tempo in cui si trova. 
   In tempi di turbamento e di azione anticristiana non è sufficiente più ciò che era sufficiente in tempi di fede, di pace, di reverenziale amore a Dio e alla sua Chiesa. Per questo Io dico a voi ciò che David disse a Achimelec4: "I vasi dei miei servi sono puri; se il viaggio è profano, sarà santificato nei vasi" ossia: "Prendete dei miei servi santi, e anche se li irradierete in zone profane ciò che è sacro non sarà profanato, ma anzi verrà santificato ciò che verrà in contatto con ciò che è sacro, ossia col mio servo santo". 
   L'essenziale è che il popolo torni a Me. 
   È inutile cantare che Cristo regni, in adunate saltuarie che possono essere giudicate provocatorie. Cantate con la vostra vita e le vostre opere questo regno di Cristo, instauratelo, con paziente opera di maestri d'amore e di medici spirituali, fra gli ignoranti, i folli, i malati di spirito. Siate medici e maestri non solo per i buoni, ma per tutti. Così come Io lo fui. 
   Essere sacerdoti non deve costituire una singolarità che da onori e risparmia da ciò che è castigo dell'uomo: lavoro, fatica, povertà, fame. Io ebbi fame, ed ero Dio. Io ebbi fatica, povertà, lavoro, ed ero Dio. Io vissi nel pericolo, non lo schivai, ed ero Dio. 
   Prendete i più santi fra voi e spargeteli. E contemporaneamente, nel silenzio e nascondimento, una mistica armata li aiuti con la preghiera, la penitenza, il dolore: quella delle anime vittime: i Mosè5 sul monte mentre i Giosuè lottano al piano e vincono con la sola arma del Vangelo e di una vita veramente evangelica, lottano e vincono col e per il Vangelo. E fatelo senza indugio. Non sapete se lo potreste fare ancora fra qualche tempo. 
   Perché in questa terra di Martiri e Santi, dove è il cuore della Chiesa, non si fa ciò che in altre Nazioni già si fa, e con frutto, per amore di Dio e in difesa della Chiesa, della morale, della civiltà cristiana, che è sempre libertà e pace? 
   Volete tutto da Me? Tutto da Maria? Anche voi dovete volere il vostro bene e il bene del mondo tutto. Non vi facciano ebbri le temporanee vittorie. Preghino, soffrano ed offrano i Mosè sul monte per il Clero-missionario in Italia e per i cattolici coadiutori. Lavorino i Sacerdoti missionari in patria       propria e i cattolici coadiutori dei Sacerdoti missionari in patria propria, perché il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti siano antiveleno, vita, luce, verità, diffusi là dove non vanno, a quelli che a voi non vengono, o, se vengono, non capiscono, a quelli che sono peccatori, e anche anticristi, perché "non sanno". 
   Al giorno del giudizio Io, più che a costoro, a voi domanderò: "Perché mi avete lasciato perseguitare?".
   Perché, in verità, permettere, per tiepidezza o paura o superbia, che l'ignoranza di Me e della mia Verità viva, e si radichi l'errore, è perseguitarmi. Né più né meno di chi lo fa senza malizia, o perché incitato a farlo, o perché incapace di reagire all'incitamento perché privo della capacità di distinguere la verità dalla menzogna, essendo privo della conoscenza della Verità, tenuto nella ignoranza dai servi di Satana per averne delle armate di schiavi, delle masse supine, deliranti di odio, ebbre di false illusioni, ingannate da astute menzogne, da usare contro Cristo e la Chiesa docente e militante. 
   Non permettete oltre che questo avvenga. Andate, scendete, spargetevi fra queste turbe che muoiono, spiritualmente, di fame, e sbriciolate loro il pane della Verità. La mia Parola è verità e vita. Andate. Insegnate. Amate. 
   Ho detto che istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori, perdonare le offese, sono opere di misericordia. Fatelo dove più ve ne è bisogno, dove più c'è da faticare, e da vincersi e vincere. 
   Ognuno prenda la sua croce e la porti e la innalzi, dopo aver lavorato e sofferto, sulle nuove posizioni riconquistate al Cristo, così come fanno i soldati per la gloria della propria patria. Il sacerdote è soldato di Cristo e la gloria del mio Regno nel mondo deve essere il suo scopo supremo. 
   Innalzate il mio segno nel cuore degli uomini e Satana fuggirà da loro. Questo e non altro vi salverà. Perché questo è arma spirituale e valida. Satana e i suoi servi sono vinti non dai partiti e dalle parole e atti umani, ma da ciò che è soprannaturale. 
   Fate ciò che Io dico ed Io sarò con voi. 
   Ma dirò con Paolo6: "Badate di non resistere a Colui che parla, perché se non scamparono coloro che ricusarono di ascoltare chi parlava loro dalla Terra, molto meno scamperete voi se voltate le spalle a Chi parla dal Cielo"
   Questo, tutto questo era stato detto al mio strumento da molto tempo. Ma per la durezza di cuore di molti Io avevo ordinato la distruzione del dettato da darvi a tempo e luogo. Non tutto di quel dettato è ripetuto in questo. Molta parte resta nel cuore del mio strumento, perché non giungiate ad odiarlo. Altri, più atti di lui a reagire ai vostri giudizi, avranno le parti non dette. Ciò che ho detto basta. E l'ho detto ora che gli avvenimenti e le meditazioni su ciò che poteva accadervi vi hanno fatti più inclini ad ascoltare un consiglio di sapienza e carità divine». 

   A me dice altre cose, che non mi ordina di scrivere, e che ben volentieri non scrivo... 
   Già mi pesa non poco dover eseguire il comando di dare questo dettato a chi Gesù mi indica... e lo ringrazio con tutto il cuore di essersi limitato a ripetere, del tremendo dettato sulla profezia di Isaia a Sobna, solo il v. 18 «per il tempo attuale», dice Gesù, lasciando nel segreto del mio spirito le altre parti «per tempi più lontani ma che verranno», sempre come dice Gesù. 
   Portare in noi una dolorosissima conoscenza è un grande peso doloroso. Poterla dire darebbe forse un sollievo personale. Ma dico «forse». Perché, come ha giudicato il Signore, «sarebbe certo più facile che me ne venisse una corona di tribolazione, non volendo gli uomini accettare che ben difficilmente la verità su cose che non sono di gloria per loro». Perciò: sia benedetto il Signore per aver scelto altre voci (viventi o da venire?) per dire le altre parti.

 

   

   1 Is 22, 15-25

   2 Mt  8,25

   3 Is 22, 18

   4 1 Sam 21, 6 (volg. 1 Re 21,5)

   5 Es 17, 9-13

   6 Eb 12, 25