MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNETTI CAPITOLO 791


25 luglio 1953

   «Lo vedi? Chiese profanate, Vescovi e Sacerdoti aggrediti... Già scomunicati per essere comunisti, cadono anche sotto l'altra scomunica che colpisce chiunque alza le mani su Sacerdoti o profana le chiese.
   Il male cresce e dilaga sempre più. Dopo un effimero trionfo i colossi dai piedi d'argilla, i profeti della menzogna, cadono, crollano, si spezzano, si sbriciolano, muoiono, una e una volta. Ma la lezione non serve. Se mi fosse concesso tornerei sulla Terra, per ripatire la mia Passione, e anche più atroce, pur di salvarli. Ma il Padre, di cui Io sono suddito, oltre che Figlio ubbidientissimo, non me lo concede. Tornerò solo all'estrema ora del mondo, come Cristo Giudice e Re dei re, per l'ultimo, supremo giudizio. E sarà rapido come fulmine a ciel sereno. E sarà potente per i buoni, tremenda per i malvagi quell'ora!
   Se tu non mi fossi necessaria ancora, ti direi: "Dammi la tua vita per la loro conversione", e sono certo che tu consentiresti subito perché sei anima eroicamente santa tutta tesa e data per la salvezza delle anime. Ma non posso chiederti questo perché mi servi ancora. Ti chiedo solo preghiere e offerta di sofferenze per essi. E per essi ti detto questa poesia:

         "Povera foglia che il vento trasporta
         ecco ciò che è un'anima morta.
         Seco la porta, con cupo lamento
         sino all'eterno tremendo tormento.
         Seco la porta con turbine fatal
         sino all'orrendo stagno infernal,
         dove per sempre essa là perisce 
         e il castigo, pel suo voler, patisce.
         Hanno scelto da sé la loro sorte?
         Or la scontino con l'eterna morte!".

   (Nel dirla Gesù piange. Poi riprende:)

   Leggo la tua intima domanda. Tu lo sai che Io fui e sono l'Uomo delle infinite parole e dei profondi silenzi. Potrei dirti dunque ciò che vuoi sapere. Ma invece dico: "Tutto è condizionato al modo con cui si agirà verso te e l'Opera. Ma soprattutto tu mi servi, e ti voglio viva per questo, come anima vittima per la redenzione dei peccatori"».