MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNETTI CAPITOLO 735


4 agosto 1948

   Dice Gesù
 «A quei signori che pretenderebbero che Io: Verità, Io che mi conosco e tutto conosco di mia Madre, avessi dato di Me e di mia Madre una versione snaturata, ricalcata sulla povera traccia appena visibile della realtà che Noi fummo, ma conforme a quella irreale, slavata, disforme dal vero, che in 20 secoli gli uomini si sono data, e che è valsa ad annullare il vero Gesù Cristo e la vera Maria di Nazaret, che è valsa a far sorgere tutte le eresie, a creare il terreno per tutti i distacchi di cristiani dal Corpo Mistico, tutte, dico tutte le eresie e le mutuazioni di questo e in questo Corpo Mistico, Io chiedo che dicano in manieraaccettabile non da te, povero nulla, ma da Me, Maestro dei maestri, le ragioni per le quali e sulle quali appoggiano i loro scandalizzati sdegni per la mia richiesta di aiuto di preghiere fatto a mia Madre; per il nostro intenso amore reciproco; per il suo soffrire acuto; per tante altre cose (i miei contatti coi Gentili, le mie manifestazioni di potenza irata, e così via). 
   Avanti! Ed Io risponderò. E dò un anticipo di quelle risposte.
   E comincio col rimproverare quelli che hanno costantemente messo sotto le loro calcagna le mie direttive, le mie volontà. Non sanno che solo Io so ciò che è bene e che a nessuno come a Me preme che quest'opera vada a coloro per i quali l'ho data: i piccoli del gregge, perché i "grandi" di esso hanno, nel pasto della loro quotidiana superbia, di che empire il loro ventre? 
   Al termine dell'opera ho dato le ragioni di essa e ho risposto in anticipo alle stolte e superbe eccezioni di ora. Quelle ragioni e non altra cosa andavano fatte conoscere. Non i pizzichi di questo o quel brano, una tessera del meraviglioso mosaico che rappresenta la vita mia e di mia Madre, e che presa così, a caso, non è che un pezzette di colore e valore relativo, talora incomprensibile o creduto tale, mentre è necessario e bello nel quadro generale. Ma si è voluto autogiudicare il meglio da farsi e censurare le linee date dal Maestro. 
   Ora Io chiedo, a quelli che trovano poco men che eretica la richiesta di Gesù, a sua Madre, di aiutarlo con la preghiera: "Come allora spiegate che Io mi sia ritirato in preghiera nei momenti più gravi della vita (nel deserto, nel Getsemani)? Come che Io abbia chiesto a tre uomini (Giovanni, Pietro, Giacomo) di vegliare e pregare in unione spirituale con Me? Come che abbia sempre ricorso all'orazione prima dei principali miracoli, o delle lotte più fiere coi miei nemici (Lazzaro, prima e dopo la congiura per tentarmi al trono)? E perché ho pregato che si allontanasse il calice e perché ho urlato sulla croce il mio 'Eloi! Eloi, lamma shebactani'"? 
   Quella frase, sulle labbra di chiunque che Io non fossi, avrebbe avuto tono e confessione di disperazione. Sulle mie fu "desolazione infinita", schiacciante al punto da risolvere la mia tortura in rottura dei vasi del mio cuore schiacciato dall'abbandono paterno. 
Perché piansi? Perché gridai? Perché? 
   Perché ero "l'Uomo". Dio non poteva essere abbandonato da Dio, non poteva annullarsi l'eterna unioneche fa del Padre e del Figlio "una sol cosa". Ma ero l'Uomo. E l'Uomo dovette essere santo per sua volontà, e subire il supplizio redentivo oh! non limitato alle 17 ore, dal giovedì all'ora di nona del venerdì! subire il supplizio da uomo per redimere l'Uomo: tutta l'umanità. 
   La preghiera di mia Madre era potente perché Ella è dall'eternità e per l'eternità l'amatissima di Dio. L'ho chiesta, e in anticipo, per sorreggere il mio penare d'uomo. 
   Non lo capite, o dottori difficili, degni discendenti delle famiglie di Anna e Caifa, Sadoc, Eleazar, Canania e loro consorti? Voi che mi respingete, che mi sconoscete come quelli, mentre mi ripresento a voi col mio amoroso e dolente grido: "Ho pietà di queste turbe"
   Mi spiegate perché doveva essere interdetto a mia Madre di dire la preghiera che Io ho insegnato a peccatori e a morenti, e che sta bene su ogni labbro, in ogni cuore, perché, se è giusta su quello e in quello dei peccatori, è grido che penetra i Cieli e ottiene pietà per i peccatori se detta da chi è innocente? E chi più innocente di Maria, mia Madre, fra tutti i nati di donna? 
   E che eravamo Noi: Io e mia Madre? Il nuovo Adamo, la nuova Eva, i generatori del nuovo popolo dei figli di Dio. Ecco che Noi, altari di offerta accettevoli, sacerdoti di preghiera perfetta, abbiamo potuto, possiamo aver potuto dire con perfetta giustizia la preghiera per tutta l'Umanità, per tutto il popolo dei fratelli nostri per la natura comune ad Adamo, chiedendo remissione dei "nostri" peccati di uomini, nostri non perché individuali, ma nostri come membri della società delle genti. 
   Anche voi c'eravate, in quella preghiera. Anzi più per voi che per altri pregavamo, contemplandovi allora per quanto siete ora. Pregavamo che foste perdonati di non riconoscermi e di respingermi mancando alla carità verso Me vostro Dio. Pregavamo che foste perdonati per l'anticarità e l'ingiustizia verso il mio strumento, che è vostro prossimo, e prossimo che non vi ha mai nuociuto. Voi siete senza i due amori comandati. 
   E dite, voi signori che cercate pretesti come gli antichi per poter nuocere e addolorare, come giudicate il "Magnificat" ad esempio, voi che, se Io e mia Madre ci amiamo e ci chiediamo vicendevole preghiera dite che è eresia? Se il mio portavoce, sotto mia dettatura, avesse scritto "da questo istante tutte le genti mi diran beata perché grandi cose ha fatto in me Colui che è potente", voi gridereste: "questa pazza fa apparire Maria, l'Umilissima, piena di superbia". Direste così.  
   Non lo potete dire perché lo riporta l'evangelista e dovete chinare il capo1. Ma non lo chinereste se lo avesse scritto, per averlo sentito sgorgare dal labbro di Maria, il piccolo Giovanni. Dite forse che è cosa diversa? No. È la stessa cosa, perché quelle parole che censurate nell'opera escono da quelle labbra che voi ammirate, parlanti nei 4 Vangeli: le mie e quelle di mia Madre. 
   E dite? Come dovevamo amarci per non darvi noia? Chi comandò l'amore reciproco fra genitori e figli? Chi? Dio. E Noi, solo perché eravamoNoi, non ci si sarebbe dovuti amare? Questo amore intenso ci ha forse fatti uscire dalla perfezione della vita? Mia Madre mi ha forse trattenuto nel mio duro compito per causa del suo amore perfetto per Me? Ed Io l'ho forse risparmiata e ho sfuggito il dolore, la fatica e la morte, per un amore disordinato per Lei? 
   E ancora dite: vi pare "impossibile" il dolore di Maria nei giorni della passione e morte mia? Allora era stolto Simeone che le profetizzò "la spada del dolore trapassante l'anima"2? È nel Vangelo di Luca, e voi ci tessete sopra i più poetici discorsi. 
   E spiegate ancora la vostra eresia perché Io l'accetti. Perché, se Maria nel "Magnificat" si dice "ancella, bassezza dell'ancella di Dio", non avrebbe potuto pregare per Me? Maria ha sempre pregato, per l'umanità e per il Messia, da quando seppe balbettare le prime parole, e avanti ancora la sua anima piena della Grazia, e perciò dell'Amore, già pregava per l'Umanità ed il Messia. 
   E se ho insegnato agli Apostoli, e anche a Giuda, e gliel'ho fatta ripetere più volte, l'orazione mia, non avrei dovuto farla dire alla Regina degli Apostoli, alla Madre di tutta l'Umanità? Non doveva pregare perché Piena di Grazia? E allora perché ho pregato Io che ero Dio: la Grazia stessa? 
   E non vi fa forse scandalo la mia ira contro Giuda, ladro prima che traditore? Eppure che Io: il Mite, ma il Giusto, sapessi esser forte, è detto nei Vangeli. Non conoscete la duplice mia ira nel Tempio contro i mercanti e strozzini? E non conoscete le mie invettive contro i Farisei? 
   In questo tempo nel quale un oscuro esercito di anime vittime sospinge col peso del loro olocausto silenzioso i separati verso il tronco vitale, in questo momento in cui Io aiuto con la verità della mia vita, narrata ampiamente perché cadano tante barriere di errori, di malintesi, di asti, voi ostacolate quest'opera? 
   Le lacune dei 4 Vangeli, le versioni che per essere troppo strettamente letterali al testo hanno permesso l'instaurarsi di un terreno propizio alle piante della malafede, degli scismi, delle eresie, delle separazioni, delle negazioni, quelle lacune che in 20 secoli non avete potuto colmare in modo accettabile dalle menti sempre più aperte e più tentate da Satana che mi odia, quelle parole improprie: "Giuseppe non la conobbe sino a quando partorì"3 e più in là: "Primogenito di Maria, fratelli di Gesù, sorelle di Maria" che creano confusione nei buoni e negazioni nei malvagi, lacune e parole improprie che in 20 secoli non avete saputo colmare o sostituire, audacemente ma santamenteper salvare la fede ed impedire gli scismi e le eresie,   Io, dopo 20 secoli, e alla vigilia del tempo dello spirito, della gran lotta fra tenebre e Luce, sono venuto a colmarle, a sostituirle con le parole vere e accettabili. Io sono venuto in difesa della Verità, della vita della Chiesa e della Via di Dio, da troppi smarrita. 
   E voi fate ostacolo! Come gli antichi che mi hanno sempre osteggiato ed hanno impedito il mio lavoro nei cuori: voi guardate i bruscoli e lasciate le travi. E contro le travi inciampano i deboli nella fede, e delle travi se ne fanno arieti per abbattere fede e voi. 
   Ma quando mai fui amato in spirito e verità? Quando la superbia della vita, proprietà del novanta per cento dei grandi del Tempio, ha fatto accettare la mia parola come unica vera?...».     

  

   1 Lc 1, 46-55

   2 Lc 2, 34-35

   3 Mt 1, 25