MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

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Pubblicato il 30/04/2023

Novena alla Madonna del Rosario con riferimenti alle Opere di M. Valtorta: Secondo giorno

Novena alla Madonna del Rosario di Pompei 

   O Santa Caterina da Siena, mia protettrice e maestra, assistimi e degnati di unirti a me in questa novena alla Regina del Rosario, che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei; per la tua intercessione fa' che io ottenga la desiderata grazia. Amen.

   .... O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

   Gloria e Salve Regina

1. O Vergine Immacolata, Regina del Rosario, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull'antica terra di Pompei. Da quel luogo dov'erano adorati idoli e demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi i tesori delle celesti misericordie. Da quel trono, o Vergine pietosa, rivolgi, o Madre, sopra di me gli occhi tuoi ed abbi pietà: ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati a me come a tanti altri vera Madre di misericordia: "Monstra te esse Matrem"; mentre con tutto il cuore Ti saluto e Ti invoco mia Sovrana e Regina.
   Salve, o Regina...

2. Ai piedi del tuo trono, gloriosa Signora, l'anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni… In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, alzo confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. Là Tu come Regina delle Vittorie levasti la tua voce potente per chiamare d'ogni parte d'Italia e del mondo i devoti tuoi figli ad erigerti un tempio. Muoviti a pietà: Tu che sei l'aiuto dei cristiani, liberami da queste tribolazioni in cui verso, Tu che sei la vita nostra, trionfa della morte che minaccia l'anima mia in questi pericoli in cui si trova esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l'amore, la salute.
   Salve, o Regina...

3. Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati perché ricorsi a Te con fede, m'infonde coraggio d'invocarti a mio soccorso. Tu promettesti a San Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene; ed io con il Rosario in mano Ti chiamo, o Madre, all'osservanza delle tue materne promesse. Tu stessa operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli ad onorarti nel tempio di Pompei. Tu vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Con il cuore sulle labbra con viva fede Ti chiamo e T'invoco: Madre mia, Madre cara, Madre bella, Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non tardare ancora a stendermi la mano tua potente per salvarmi: il ritardo, mi porterebbe alla rovina.
Salve, o Regina...

4. A chi dovrò ricorrere, se non a Te che sei sollievo dei miserabili, conforto degli abbandonati, consolazione degli afflitti? Lo confesso, sono indegno di ricevere grazie. Ma Tu sei Speranza di chi dispera, grande Mediatrice tra l'uomo e Dio, potente nostra Avvocata presso il trono dell'Altissimo, Rifugio dei peccatori! Di' una parola in mio favore al tuo Figliolo: egli ti esaudirà. Chiedigli, Madre, questa grazia di cui tanto ho bisogno... Tu puoi ottenermela: Tu, Speranza mia, mia Consolazione, mia Dolcezza, Vita mia. Così spero e così sia.
   Salve, o Regina...

5. Vergine e Regina del Santo Rosario, Figlia del Padre Celeste, Madre del Figlio divino, Sposa dello Spirito Santo, Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, impetra questa grazia a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna…; Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudii, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi: Te la domando per il Cuore del tuo Gesù, per quei nove mesi che lo portasti in seno, per la sua morte di croce, per il suo Nome santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso, Madre di ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen.
   Salve, o Regina....

   PREGHIAMO...

   O Dio, il tuo unico Figlio ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione i beni della salvezza eterna: concedi anche a noi che, venerando questi misteri del Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

   ORAZIONE a S. Domenico e a S. Caterina da Siena per ottenere 
le grazie dalla S. Vergine di Pompei

   O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l'amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena, figliuola primaria di quest'ordine del Rosario e potente mediatrice presso il trono di Maria e presso il Cuore di Gesù, da cui avesti cambiato il cuore: voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. Voi aveste in terra il cuore aperto ad ogni altrui miseria e la mano potente a sovvenirla, ora in Cielo non è venuta meno né la vostra carità, né la vostra potenza. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacchè ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. Amen.

3 Gloria e 1 Salve Regina conclusivo

Recitare, se possibile, il Rosario di almeno 5 poste delle 15 tradizionali.

Dai Quaderni di Maria Valtorta, 25 dicembre 1946

   Dice Gesù:
   «Vengo e vi tendo le braccia come ai miei pastori1 che ho amato per primi sulla Terra e che ho continuato ad amare perché essi mi hanno continuato ad amare col cuore semplice di quella notte. Ve li do a modello perché voglio che mi amiate per la via più facile e sicura. La via della semplicità. È ancora la via2 della "nostra" Teresa del B.G. È la via di quelli che, possedendo la Sapienza, intuiscono che le vie impervie sono pericolose anche ai forti, mentre le vie semplici sono le più sicure. L'uomo non deve mai fidarsi delle sue forze. Oggi fortissimo, domani più fragile di giunco, e talora di giunco già spezzato. Il peso che può spezzare è proprio il volere le cose grandi, complicate, piene di formule e di programmi, i metodi iperbolici di una ascesa difficile che l'uomo, da sé, non può intraprendere.
   No. Non è così che ci si salva facilmente. È volendo amare, semplicemente questo. Ciò che sa fare anche un bambino. Ciò che sa fare anche un pastore. Bene Io posso precipitarmi e rapire uno, che mi ama semplicemente, alle altezze vertiginose delle eroicità stupefacenti. Ma credete voi che il gaudio di questo, il paradisiaco gaudio del possedermi in Cielo, sia maggiore al gaudio di chi si è santificato umilmente nella semplicità delle azioni, fatte tutte per amore di Me?
   Credete voi che i miei umili pastori, anche quelli che morirono prima che Io fossi il Maestro — e che perciò non mi hanno che adorato in quella notte con tutti loro stessi curvi davanti alla mia greppia e alla mia cuna e poi con tutto il loro spirito, per pochi giorni o per anni, sino alla morte, dopo che la ferocia di Erode mi separò da loro — credete voi che i miei umili pastori, tutti, abbiano in Cielo una gloria e un gaudio minori a quelle che hanno i tre Savi d'Oriente, capostipiti dei sapienti e potenti che mi avrebbero amato, con scienza, nei secoli? No. Anzi vi dico che mentre molti dotti, dopo avermi amato, si persero per aver voluto conoscermi con troppa scienza, o ancor stanno purgando il loro scientifico e complicato culto di Me – il loro culto investito dalle raffiche gelide della scienza – nel fuoco purgativo che insegna loro ad amare senza voler analizzare l'amore e l'Oggetto dell'amore, i miei pastori, tutti, sono da morte passati alla Vita coloro che mi servirono discepoli, e da morte ad attesa pacifica di Me nel Limbo coloro fra essi che furono spenti avanti che Io salissi al Padre.
   Anzi vi dico che, mentre fra i dodici apostoli uno si perse, fra i dodici pastori non uno rimase privo dell'aureola dei beati. E ciò perché, semplici, si saziarono e compenetrarono della mia semplicità d'Infante. Non videro e non amarono che il Figlio nato al Popolo d'Israele, il Bambino Salvatore "avvolto nelle fasce e deposto in una mangiatoia", poi visto poppare e crescere, simile a tutti i bambini, né la sua povertà e limitatezza di infante infirmò la loro fede nell'origine divina della Creaturina nata a Betlemme di Giuda, né calcolarono i benefici che avrebbero potuto avere da Lui, che i più in Israele sognavano re e vendicatore in luogo di spirituale Salvatore del suo popolo e del mondo. Amarono. Sempre. Anche quelli che poi mi videro e servirono fra le acclamazioni della folla, amarono. Seppero amare unicamente il Salvatore. Seppero seguire unicamente il Salvatore. Seppero seguire Gesù unicamente per possedere il Regno dei Cieli. Non sognarono e non caddero in delusione, in incredulità, in odio, in vendetta, come Giuda di Keriot che, deluso nel suo sogno di potenza, giunse al deicidio.
   Siate semplici. Vi sono due libri che ognuno che abbia buona volontà può leggere e capire, anche se analfabeta. Basta che abbia l'occhio semplice dei miei pastori. La mangiatoia di Betlemme, la croce del Golgota. Quei due libri parlano. Dicono parole eterne. Dicono insegnamenti rispetto ai quali la sapienza di tutti i sapienti, da Salomone all'ultimo che verrà, è molto limitata cosa. La mia Nascita nello squallore, a insegnarvi il distacco dalle ricchezze e dagli onori, a spegnervi la sete di questi onori umani, così inutili; la mia Morte nel dolore, ad insegnarvi che è con quello che si conquista il Regno a se stessi e al prossimo, che si deve amare, sempre.
 Amatevi e amatemi, e la mia pace a voi.»
 
   Dice Maria:
   «Io vi son Madre. Voi mi siete figlie. Ma le figlie devono generare come la Madre generò. La verginità non è ostacolo al generare l'Emmanuele. Io pure ho detto3, essendo vergine e consacrata: "E come ciò può avvenire se io non conosco uomo?", e l'angelo rispose: "Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà", e fu l'Emmanuele. Lo Spirito Santo scende nelle anime che mio Figlio ha redente e che nella giustizia sanno vivere, e vi fa dimora, e le anime divengono portatrici di Dio. Ecco dunque che la verginità non è ostacolo ma anzi aiuto al portare Cristo in voi e a darlo al mondo con la luce delle vostre opere. Venite alla feconda verginità che partorisce al mondo tenebroso la Luce del mondo.
   Vi voglio insegnare che si richiede perché nel vergine cuore vostro inabiti il Cristo.
   Ubbidienza totale, sino a rinunciare ai desideri più santi per seguire la volontà di Dio.
   Riservatezza assoluta sui misteri dell'inabitazione di Dio in voi.
   Umiltà inalterabile nonostante il prodigio della sua inabitazione. Ricordate che Satana spia per scoprire Cristo là dove Egli è, e occorre difendere il Cristo dal veleno di Satana. Egli non morrebbe, è Dio; Egli non sarebbe colpito, è Dio. Ma voi sì. E Cristo non potrebbe stare là dove è leggerezza che alza i veli sui misteri di Dio e dove è fetore di compiacimento di se stesse. Perciò voi, in alleanza con Satana, mettereste Cristo in condizione di ritirarsi dove non è disturbo diabolico.
   Fiducia perfetta nell'aiuto che Dio dà in ogni circostanza alle portatrici del suo Verbo.
   Purezza di volontà. Portarlo non per gloriarsi di portarlo, ma per darlo agli uomini.
   Candore d'anima e di pensiero poiché Gesù non sta che nel candore.
   Carità serafica. È nel fuoco che il Fuoco divino si concreta in Gesù-Luce, in Gesù-Sapienza, in Gesù-Pace, in Gesù Salvatore. Carità verso Dio che sa e che tutto comprende. Carità verso il prossimo che non sa, non vuole sapere e non comprende perché non vuole comprendere. Gli uomini non conoscono la Luce. Le portatrici della Luce portino, attraverso alla carità, gli uomini alla conoscenza della Luce, della Carità, della Salute: di Dio.
   Con queste sette pratiche divenite viventi cune al Salvatore e imitate me che vi sono Madre e vi amo.» 

[Segue, in data 29 dicembre 1946, il capitolo 46 del LIBRO DI AZARIA. Con date del 26 e 27 dicembre 1946 sono i capitoli 548 (esclusa la parte finale, che è del 1944) e 549 dell'opera L'EVANGELO]  

   pastori, quelli che adorarono Gesù alla nascita (Luca 2, 8-20) e dei quali l'opera "L'Evangelo" mostra la vita di fede nel Messia ritrovato dopo molti anni, così da poter essere presi "a modello".
            
   2 È ancora la via…, quella della "infanzia spirituale", come nello scritto del 20 agosto 1946.
            
   3 ho detto… rispose…, in Luca 1, 26-38.