MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 46


Domenica fra l'Ottava di Natale


29 dicembre 1946

   Introito: Salmo 93 (92), 1; Sapienza 18, 14-15.
   Orazione: O Dio onnipotente ed eterno, dirigi le nostre azioni secondo il tuo beneplacito, affinché nel nome del tuo diletto Figlio meritiamo di abbondare in opere buone.
   Epistola: Galati 4, 1-7.
   Graduale: Salmo 45 (44), 2-3; 93 (92), 1.
   Vangelo: Luca 2, 33-40.
   Offertorio: Salmo 93 (92), 1-2.
   Segreta: Concedi, te ne preghiamo o Dio onnipotente, che l'offerta presentata agli occhi della tua maestà e ci ottenga la grazia di una pia devozione e ci assicuri il premio della beata eternità.
   Comunione: Matteo 2, 20.
   Dopocomunione: Per la virtù di questo mistero, o Signore, siano tolti i nostri vizi e realizzati i nostri giusti desideri.
  

   Dice Azaria:
   «La parola di Dio è sempre giudizio. È sempre messa come pietra di paragone davanti agli uomini. A seconda del loro metallo le reazioni sono diverse, e a seconda delle reazioni Dio giudica.
  Scesa una prima volta, a metà della notte nel tempo dell'ira, ad essere inesorabile castigo sui conculcatori dei servi di Dio, e scesa a metà della notte, la seconda volta, nel tempo della misericordia, ad essere potentissimo amore salvatore, la Parola di Dio continua, nei secoli dei secoli, ad essere giudizio e pietra di paragone degli uomini. Inesorabile castigo, per coloro che la deridono e che perseguono1 per Essa coloro che ad Essa sono fedeli. Potentissimo amore che salva e ammaestra, per coloro che con la buona volontà cercano questa Parola e l'amano come sposa diletta del loro spirito dalla quale mai non si separano perché in lei trovano ogni delizia.
   La discesa della Parola generalmente avviene nel silenzio delle ore intime, quando l'uomo è con sé stesso e col ricordo delle sue azioni, di quelle azioni giornaliere che ha compiuto con umile desiderio di ubbidire al Signore nei suoi precetti di santità e di duplice amore, o con spavalda derisione di Dio, della morale e dell'amore.
   Dolce e lungo colloquio dello Spirito Divino con lo spirito dell'uomo, o breve sfolgorante grido di Dio al peccatore, la Parola di Dio scende nelle ore più impensate, cogliendo il momento in cui l'io è solo con sé stesso. E canta l'amore, o rugge l'ira, dolce come carezza, pauroso come schianto di saetta, promessa di una più grande beatitudine, o monito di un tremendo fulmine di Dio. Ed è sempre misericordia, anche se minaccia. Sempre misericordia, anche se atterra. Atterra volendo rialzare. Fulmina per purificare. Accieca perché si veda.
   Le vie di Damasco si sono ripetute per infinite creature. E beati quelli che hanno saputo su esse rialzarsi, con la materia incenerita dalla misericordia di Dio, con gli occhi morti alle vanità del mondo, disposti a diventare, da nemici, servi di Dio, e tanto più esserlo quanto più Dio mostra loro quanto dovranno patire per il Nome di Dio.
   E beati quelli che, sempre amici di Dio, non insuperbiscono per la Parola che li ama, ma, umili, la ubbidiscono in ogni ordine o consiglio che Essa dà loro, e senza calcoli né avarizie la usano e la diffondono per solo spirito di amore, di onore, di gloria a Dio.
   Essi tutti, sia quelli che vanno alla perfezione con procedere costante della loro buona volontà, sia quelli che ci vanno per un miracoloso intervento di Dio che li annichila sulla via del Male per farli risorgere sulla via del Bene, per la Parola, da fanciulli quali erano, divengono adulti, pronti a ricevere l'eredità paterna come figli intelligenti e degni di portare tal nome.
   Essere battezzati, essere cristiani in virtù del S. Battesimo, essere perciò nati alla Luce, viventi nella grande società dei "viventi", è grande cosa. Ma non basta ancora. Basterebbe se nella puerizia materiale l'anima venisse richiamata a Dio. Allora altro non è richiesto per entrare a far parte del gioioso popolo dei Cieli. Ma, come il nato di donna cresce in età, deve, a somiglianza del Primogenito di tutti i nati, di tutti i "viventi", crescere anche in sapienza e in grazia davanti a Dio ed agli uomini.
   La S. Chiesa, sposa a Cristo, e Madre perciò, Madre fecon-da dei suoi nati, veglia e amministra i tesori dello Sposo suo, gli infiniti tesori che il Cristo ha istituiti e che col suo Sacrificio ha reso fonti perenni di Grazia e Salute. E le anime possono crescere e nutrirsi, crescere e irrobustirsi, crescere e giungere all'età adulta, nella quale, da fanciulli che non possono ancora usare dell'eredità paterna, divengono eredi nel possesso dei paterni beni.
   La Chiesa porge; il lattante, il fanciullino deve accogliere l'alimento. Se egli lo rifiuta, o se lo prende con nausea, se preferisce mescolarlo ad altri cibi, o addirittura sostituirlo con altri cibi, inutilmente la Chiesa Madre gli porgerà i cibi che fanno del fanciullo un adulto spirituale, uno che "vive" e che "vede", perché ha in sé la Vita ed ha la Luce ad amica. Il fanciullo allora non crescerà, ma morirà, o per lo meno resterà in un infantilismo che non è colpa ma che non è santità eroica e dovrà, con lunga espiazione, raggiungere l'età perfetta fra i fuochi purgativi e misericordiosi. Il fanciullo allora, lo spirito pigro, apatico, svogliato, non passerà, alla sua morte, da fanciullo ad erede, ma dovrà lungamente soffrire per riparare alle sue tiepidezze, egoismi e leggerezze, e farsi di perfetta età.
   "Finché l'erede è fanciullo in nulla differisce dal servo benché sia padrone di tutto, ma rimane sotto i tutori e i procuratori sino al tempo prestabilito dal padre". Ecco in queste parole celato l'ammonimento che l'uomo, sempre fanciullo nella perfezione rispetto all'Infinita Perfezione, ha l'obbligo di rimanere sotto la tutela e nell'ubbidienza della sua S. Madre la Chiesa, la quale, perfetta nelle cose dello spirito, sa come condurlo e con quali cibi nutrirlo, con quali medicamenti curarlo per difenderlo dai veleni del peccato d'origine, della carne, del Mondo e di Satana. I fomiti non sono distrutti anche se la macchia è cancellata, e sugli striscianti fuochi dei fomiti soffia Satana perché, oltre che serpeggiare, dando scottatura molesta, fiammeggino dando vampa che brucia e distrugge. La S. Chiesa sparge i suoi balsami, i suoi crismi, le sue acque, il Divino Sangue di Cristo a placare le tempeste, a spegnere le fiamme, a medicare le scottature, a rendere ignifugo lo spirito onde non sia arso, a ristorare l'esausto dalla lotta contro i ripetuti assalti satanici e carnali, col vivificante Sangue, col vivificante Corpo del Signore Ss. Gesù.
   Perciò il prendere alimento dalla Madre S., la Romana Chiesa, Unica, Cattolica e Universale, è necessità più che dovere se si vuole vivere e divenire eredi del Regno del Padre. Perciò chi non lo fa, e con continuo ricorso ai suoi tesori, imprudentemente si espone ai languori e alla morte. Perciò chi dice che ciò non è necessario e la S. Chiesa è un'inutile istituzione della quale non hanno bisogno le anime che hanno saputo farsi spirituali, dice satanica parola, e per le sue labbra già parla colui che odia la Chiesa come odia il Cristo, al Quale, prima ancor che l'uomo fosse, negò di dare adorazione2.
   Non potete, non potete divenire spirituali senza gli aiuti dello Spirito di Dio. E lo Spirito viene a voi attraverso i Sacramenti e la Chiesa.
   Non potete, non potete conservarvi spirituali, se per grazia di Dio siete pervenuti a tanto col mezzo degli alimenti che la Madre Chiesa vi porge, se non continuate a vivere in Lei, con Lei e di ciò che Essa vi dà.
   Dovreste poter essere immersi come pesci in peschiera nella settemplice fonte né mai uscirvi, per essere preservati dal morso di Satana. Colui che dice: "Con me è Dio e perciò della Chiesa non ho più bisogno", per questo stesso superbo pensiero dalla Chiesa esce e dalla Vita, e appare agli occhi di Dio sozzo della bava del Serpente infernale.
   Tanto più crescete in sapienza e grazia quanto più nella ubbidienza e amore alla S. Chiesa di Cristo vivete. Tanto più raggiungete la robustezza virile dei forti, più dai suoi santi capezzoli succhiate la Vita. Tanto più siete in Dio e con Dio e tanto più Dio è in voi, più voi siete nella S. Romana, Cattolica, Apostolica Chiesa per il cui corpo circola il Sangue Ss. di Gesù, Signor mio e vostro. Guai a chi si stacca! Guai a chi, tre volte guai a chi fa staccare dalla Chiesa! Guai a chi per provare le anime, o per sedurle, le tenta a staccarsi o rallentare i contatti dicendo: "Non venire alla fonte e al granaio. Se è vero che sei con Dio e che Dio è in te, nulla muterà anche se tu non ti nutri degli alimenti ecclesiastici", oppure: "Tanto Dio è con te che tu puoi fare a meno di ciò".
   Ancora dalla Parola non è venuto l'ordine e il consiglio di fare a meno della Chiesa e delle sue gerarchie. Mai verrà. È istituzione eterna, contro la quale neppure Satana ha vittoria. E se ora la violenza dell'inferno e della valanga delle eresie e dei peccati dei secoli sembrano volerla travolgere, essa non ne subirà che un duro urto che la farà tremare e soffrire, ma dal quale uscirà più bella, avendo rifatte di bisso lucente le sue vesti che la polvere di tante cose aveva impolverato, e porpureo il suo manto di perseguitata. Lacrime e sangue sono necessari per imbiancare il bisso e imporporare il manto alla grande Sposa di Cristo che non morrà.
   Dopo l'oscurità, la luce. Sempre. Nella creazione del mondo. Nel nascere del giorno dopo la notte. Nel succedersi delle epoche e delle ère. La corruzione genera dalla morte elementi di vita. Dalle fosse oscure dei cimiteri si generano fiammelle danzanti che raccolte potrebbero dare calore e luce. Anche dai periodi spirituali tristissimi, in cui pare che la Morte debba spegnere la Vita e le Tenebre vincere la Luce, e la materia strozzare lo spirito, la Vita, la Luce, lo spirito non sono vinti. Sono conculcati. Sono nascosti. Come il grano gettato nei solchi e coperto di letame nei mesi tristi dell'inverno. Sembra avvilito quel granello sepolto sotto strati di polvere e fetore di letame. Sembra perduto al sole, e il sole a lui. Ma proprio perché è là sotto, mortificato, premuto, sopraffatto dalla polvere e dal guano, può radicarsi, non essere più leggero granello che il passante può stritolare col piede, il vento trasportare altrove, l'uccello inghiottire, ma divenire stabile pianta, gaia, utile, prospera, moltiplicata in valore e potenza, benefica, trionfante sotto il sole vivo dei mesi più belli.
   La Luce sembra oscurarsi e la Morte venire. La corruzione dilaga e sormonta con le sue pesanti onde. Non temete. È quello che ci vuole per riscuotere gli assopiti e farli desiderosi di voci dell'alto. La lotta è utile a tenere forte l'atleta. La nausea della corruzione fa desiderare ciò che è puro. Le tenebre spingono a cercare la luce. La materialità, spinta a limiti paurosi, genera spinta alla spiritualità.
   L'Umanità, afferrata come una palla da Satana perché si era addormentata nella nebbia di epoche senza lotte religiose e gettata con scherno nel fango, per reazione della percossa rimbalzerà verso l'alto. L'èra dello spirito verrà dopo questa di materialità. L'èra della Luce ritornerà dopo l'oscurantismo attuale. L'èra della Vita succederà alla quasi mortale agonia. L'èra di Dio sorgerà per essere forza nell'ultima lotta. L'èra di Dio regnerà dopo quella di Satana.
   In piedi, o cristiani, nella pienezza della vostra carità per Dio, per la Chiesa, per il prossimo, per voi. Dio Padre vi ha mandato suo Figlio, e Fratello vostro per la Madre, perché vi fosse Maestro e Redentore, e perché foste figli di Dio. E siccome siete figli, Dio ha infuso lo Spirito del suo Figliuolo nei vostri cuori, ed Egli per voi grida: "Abba! Padre!".
   L'uomo, anche il più perfetto, non saprebbe mai pregare con quell'amorosa violenza che ottiene il miracolo, tutti i miracoli. Ed allora ecco che lo Spirito di Dio prega in voi, per voi, a ottenere ciò che vi è utile e necessario, e che, santo, è atto a santificarvi. È sempre lo Spirito del Signore che chiuso nei cuori dei fedeli chiede e grida con gemiti ineffabili: "Abba! Padre!". E per voi lo dice. Di che dunque temete se potete dire "Padre" a Dio? Se lo stesso Spirito di Dio lo dice per voi, confessando così che potete dirvi figli del Padre, che siete figli di Dio? Se lo stesso Spirito che Dio ama infinitamente, essendo Sé stesso, prega e chiama per voi?
   Sù dunque, e non temete delle cose che passano. Non temete. Non siete servi che possano essere licenziati dall'oggi al domani e che non hanno diritto sui beni del Padre di famiglia. Ma figli siete. Nati alla Vera Vita per i meriti di Cristo, conservati alla Vita ancora per questi meriti che la Sposa di Cristo vi porge materna. Figli siete. E l'eredità paterna non può esservi levata. Non può essere distrutta, perché il Regno dei Cieli è intoccabile agli elementi disgregatori che offendono e menomano, scorazzando sulla Terra. I fuochi di Satana e le orde scatenate degli insatanassati, le nere orde del nero Principe Ribelle, non giungono alle luminose plaghe dove il gioire dei santi si completa, dove la pace si perfeziona, dove la carità è tanto sublime che solo oltre vita ne conoscerete l'estensione e la superbeatifica dolcezza.
   Questo gioire, questo essere in pace, questo possedere la Carità, gioia già dei veri servi di Dio qui dove siete, e che io, angelo del Signore, vi auguro sempre più perfette, vi attendono là. Vostre sono. Sono di coloro che contro tutto e tutti, e per la fedeltà alla Parola, sanno divenire e permanere figli di Dio.
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».

 
   1 perseguono è nel significato, raro ma corretto, di perseguitano 

   2 negò di dare adorazione, come ha spiegato nel commento alla Messa dell'Immacolata Concezione.