MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 265


27 febbraio 1944

   Dice Gesù:
   «Ti ho fatto vedere ed udire da capo[156] la mia sofferenza, il mio spasimo, il mio grido al Padre.
   Voi dite: “Ma perché il Padre Eterno non ci ascolta?”. Prima di non ascoltare voi, ha non ascoltato Me nell’ora dell’espiazione. Ed Io ero innocente. Anche di quei compromessi con le colpe altrui che piacciono tanto a voi.
   Io, come tutti gli onesti, non avevo in cuor mio disapprovato e poi apertamente approvato, o criticato apertamente ma applaudito internamente. No. Io avevo avuto un contegno, un giudizio, una parola sola, nell’interno come nell’esterno, e l’avevo insegnato[157], questo mio metodo, ai miei discepoli e, attraverso ad essi, a voi: “Il vostro linguaggio sia: sì, sì; no, no”. Perché è colpa, sapete, anche il compromesso con la coscienza propria e altrui. Io non avevo neppure questa colpa e per non averla, anche per questo, ero ucciso. La mia giustizia mi aveva fatto parlare contro le colpe dei più potenti (umanamente parlando) e mi aveva attirato la loro ira. Giovanni Battista[158] aveva già pagato la sua rettezza con la perdita della vita. Ora Io perdevo la mia per uguale motivo, sempre umanamente parlando.
   Chi mi uccideva non credeva che Io fossi il Figlio di Dio; al massimo mi credeva un profeta. Non pensava che Io fossi il Messia. Solo i semplici di cuore, i puri, gli umili vedevano la verità sotto l’apparenza. I grandi no. Essi erano gonfi di superbia e questa è fumo che nasconde il vero, che corrompe il cuore.
   Ma se non vedevano e non potevano credere che l’atteso Messia fosse un povero galileo – loro che se lo sognavano nato in una reggia – un mite che predicava rinuncia – loro che lo pensavano un conquistatore di popoli, un restauratore della potenza di Giuda – giudicavano però che Io ero un pericoloso denunciatore delle loro maleazioni e mi uccidevano per questo. Compivano il Sacrificio atteso e decretato da secoli e secoli, ma non sapevano di fare tanto. Credevano unicamente di fare cosa utile a loro. Ai loro interessi. E quella volpe astuta di Caifa disse[159], per giustificare il delitto che preparava per levare di mezzo Colui che temeva per le sue parole sincere e per la tema che, divenendo re, purificasse anche il Tempio dei suoi abusi: “È bene che un uomo muoia per il popolo”.
   Era bene. Un bene diverso da quello che Caifa pensava. Un bene più grande. Ma per darvelo ho conosciuto il rigore del Padre. Il suo abbandono. E tu mi hai sentito gridare[160] il mio desolato: “Eloi, Eloi, lamma sabactani”. Ma il Padre non è intervenuto. Eppure non ho perduto fede in Lui, non ho perduto rassegnazione nel dolore. Sono rimasto attaccato al Cielo, anche se il Cielo in quel momento mi respingeva.
   E prima di Me era rimasto fedele a Dio e alla Verità, fedele e forte, il mio Precursore.
   Arrestato una prima volta da quel maestro del compromesso che era Erode – il quale barcamenava fra l’ammirazione per il profeta che teneva in gran conto e che consultava e ascoltava sapendolo giusto, l’astio della moglie che odiava il Battista che ne sferzava la lussuria, e la tema dell’ira del popolo che venerava il suo profeta – egli era stato poi rilasciato, anche per le pressioni di influenti giudei, discepoli del Battista, con l’ingiunzione di allontanarsi e di tacere. Ecco che perciò si legge[161] che Giovanni Battista, lasciato il posto di guado del Giordano dove Io fui battezzato, quasi all’inizio del Mar Morto e perciò più vicino alla dimora di Erode, si era portato a Enon, quasi ai confini della Samaria, dove rimase finché non fu preso una seconda volta – poiché tacere sul vizio vivente nella reggia non volle – e tenuto prigione sino alla morte.
   Io e il Battista siamo stati gli eroi della verità, della rettezza. Erode, un campione di frode e di compromesso. Prima aveva frodato la moglie al fratello e fatto un compromesso con la coscienza propria pur di saziare la carne. E su questa base di putridume aveva poi innalzato i suoi castelli di delitti diversi, di cui uno è passato alla storia con la decollazione del Battista.
   Pensatelo bene: la colpa è radice alla colpa. Una nasce sull’altra. E la marea del male cresce. E Dio non può piegarsi là dove vede affezione alla colpa. E se è penoso che gli innocenti soffrano per una espiazione generale, è giusto che coloro che non sanno svellere dal loro cuore la colpa provino l’abbandono di Dio con tutto il suo tossico che morde le viscere e fa urlare di spasimo, così come Io ho urlato, Io che non ho gridato per essere torturato dai flagelli, dalle spine, dai chiodi.
   E ancora e sempre vi dico:[162] “State uniti a Me. Io ero solo a pregare il Padre. Ma voi soli non siete. Voi avete con voi il Salvatore, il Figlio dell’Altissimo. Pregate il Padre con Me, nel mio Nome”.
   E a te, piccolo Giovanni, dico che tu mi vedi così perché realmente Io grido per voi, facendo mie le vostre presenti torture per vincere la Giustizia del Padre, che è talmente offesa che non si vuole piegare a misericordia. L’amore che ho per voi e la pietà che provo per voi mi dànno dolore di mistica crocifissione e grido, grido in nome vostro, per persuadere il Padre a non lasciarvi più oltre nell’abbandono.
   È l’ora di Satana. Ma voi che siete la mia corte della Terra, voi, anime vittime, portate al culmine il vostro sacrificio, portatelo al tormento dell’ora di nona e rimanete fedeli anche in quell’oceano di desolazione che è quell’ora e dite con Me: “Dio mio, Dio mio”. Empiamo del nostro pregare il Cielo, o anime che mi imitate nel farvi salvatori dei fratelli attraverso il sacrificio vostro. Che il Padre senta fondersi in pietà il suo sdegno, e la sua Giustizia si plachi. Una volta ancora.»

[156] da capo, cioè di nuovo, come se si trattasse di una nuova “visione” non scritta. Le “visioni” finora scritte sulla Passione sono dell’11-12 febbraio e ancora del 17, 18, 19, 20 e 21 febbraio.
[157] l’avevo insegnato, in Matteo 5, 37.
[158] Giovanni Battista…, come si narra in Matteo 14, 3-12; Marco 6, 17-29; Luca 3, 19-20.
[159] Caifa disse, come è riferito in Giovanni 11, 49-50; 18, 14.
[160] mi hai sentito gridare, come in Matteo 27, 46; Marco 15, 34.
[161] si legge in Giovanni 3, 23-24. Il doppio arresto di Giovanni Battista, non riportato ma neppure escluso nei Vangeli, viene narrato e giustificato nell’opera “L’Evangelo come mi è stato rivelato”.
[162] sempre vi dico, come già il 17 gennaio.