MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 375


3 agosto 1944

   Dice Gesù:
   «Dove Io mi trovo? Dove mi occorre cercarmi per avermi ad ogni minuto? Nelle cose grandiose? Solo in quelle? No. Verrei troppo raramente, perché la vita è fatta di piccole cose e i momenti solenni sono rari. Questo per misericordia mia. Come potrebbe resistere una creatura che fosse sottomessa da mattina a sera, e ogni giorno dell’anno, ad un continuo logoramento di grandi dolori, di grandi lotte, di grandi rinunzie?
   La vita è fatta di piccole cose. Quella vita con la quale potete conquistare la Vita eterna. Ma le piccole cose vanno guardate con occhio d’amore e di esatto conoscimento e compiute con atto d’amore. Ecco allora che divengono grandi cose se pur sono minute.
   Guardate con occhio d’amore e di esatto conoscimento. Non finirò mai di dirvi514, per persuadervene, che il male non viene da Dio e che esso è frutto di connubio di vostri simili a Satana o di leggerezza di vostri simili, se il male è di piccola mole. Il male che vi fa soffrire non viene da Dio. Quando un dolore viene da Lui, quale può essere una persona o cosa che vi toglie per avervi più staccati da ciò che è umano e più liberi di seguire Lui, allora vi dà insieme forza e pace. Tu lo hai provato e sai. Dillo alle anime come è diverso il dolore che viene da Dio, anche se è un grande dolore, da quello che è frutto della durezza umana e dell’odio fra fratelli.
   Perciò, quando vivete le cose di ogni ora sappiate discernere e amare, amare, amare. Amare la mano di Dio se vi porge essa le cose. Amare gli infelici e colpevoli d’esser cattivi, se le cose vi vengono imposte da essi. Amare sempre. Compiere con amore ogni cosa. Viene da Dio? È sua volontà. Perciò va amata. Viene dall’uomo? Fate di questa cosa umana una preziosa cosa sovrumana sopportandola con pazienza e carità. Ciò purché non sia contraria alla mia Legge. Nel quale caso occorre saper resistere cercando con dolcezza di piegare al bene chi vuole il male, sapendo però anche morire se costui insiste nel suo volere, pur di non giungere a peccare. I martiri non sono soltanto quelli morti per opera di tiranni. Molti sono i martiri sconosciuti e umili che muoiono ogni giorno perché non vogliono fare il male, uccisi violentemente o spentisi lentamente, consumati da una oppressione lenta ma continua di chi li odia perché li capisce giudici suoi e più forti, di una forza sovrumana, a lui.
   Ma, per tornare al Libro515: dove si trova il Signore? Nel vento forte e violento? Nel terremoto? Nel fuoco? No. Nell’aura leggera.
   Oh! il Signore è sempre dolce coi suoi figli! È sempre paziente e misericordioso. Vi mostra un volto paterno per innamorare sempre più di Sé i figli buoni516 e per attirare a Sé i figli prodighi. Quanta pazienza! Se non l’avesse infinita, dovrebbe continuamente fulminare col suo sdegno. Però non giudicate ciò debolezza. Vi dà la vita per convertirvi, o figli ingrati, ma ogni giorno di inutilmente data longanimità di Dio lo troverete segnato e lo sconterete aspramente, quando sarete fuori di questa Terra in cui vi credete padroni irridendone il Padrone vero.
   L’aura leggera è la pace che avvolge quanto viene da Dio e vi dice: “Qui è il Signore”. Affrettatevi allora a servirlo; non dite: “Non fa paura e perciò non me ne curo”. Ma anzi, appunto perché vi ama, sappiate amare. Sappiate con rispetto e con amore confidente stare davanti a Dio. Sappiate dire ciò che disse il profeta517: “Io ardo di zelo per il Signore”.
   Tutti dovreste esser ansiosi di servire Iddio. La maggioranza invece è pronta a servire l’uomo e a trascurare Iddio. Troppi figli di Dio hanno abbandonato il suo patto e distrutto nel loro cuore l’altare dell’amore per il Signore, deridendo i figli fedeli, opprimendoli, sino alla morte talora.
   È allora che il Signore dice a coloro che restano soli, come palme solitarie fra l’aridità di un deserto e i bassi e amari cespugli spinosi – l’aridità è il mondo e i cespugli spinosi [sono] i cattivi, mentre la palma è utile, alta e dolce nei suoi frutti – dice: “Va’ senza temere. La tua vita è nelle mie mani. Tu, e con te i settemila che non hanno piegato i ginocchi alla Bestia e non hanno avuto baci per essa, siete a Me riservati. Miei in una maniera assoluta, eterna, di una beatitudine senza confini”.
   Ma – non è finita la lezione – ma finché siete nella lotta non vi gloriate della predilezione di Dio. Come soldati armati voi avete lottato e ne avete avuto premio, ma ancora non avete finito di lottare. Dio è con voi come vostro Condottiero. Ma non può dirsi vincitore colui che dopo le prime vittorie abbandona il suo condottiero e si tiene contento della lode avuta. Vincitore e forte è colui che lo segue sino alla fine. La vita è una guerra di ogni giorno. Voi siete gli armati che la vincete.
   Il Nemico vi è noto. È uno solo, ma ha molte facce. La prima è quella del Demonio, le secondarie sono la carne, il mondo, il denaro. Siate fedeli. Avete vinto? La gioia della vittoria vi fortifichi per le nuove lotte. Avete perso? Lo sconforto non vi accasci. Ma l’umiliazione della debolezza vi sproni a redimervi con una vittoria. Solo chi è giunto alla fine può gloriarsi nel Signore, perché sino all’ultimo attimo di lotta il Nemico comune e il nemico individuale, che è la parte inferiore del vostro io, possono farvi mordere il fango in una caduta mortale.
   “Chi è armato non si glori come chi posa l’armi”. Fidi nel Signore ma vigili senza sosta. Verrà l’ora dell’abbraccio col vostro Re. Allora le armi saranno sostituite dalle palme e il rumore della lotta con le armonie celesti. Allora potrete gridare la vostra gioia d’esser vittoriosi.
   La vita è guerra, il premio è il Cielo. Sappiate averlo sentendo Dio nell’aura leggera, resistendo a Satana coi suoi turbini violenti. Sappiate piegare il cuore a Me solo e aver baci d’amore per il vostro Signore Iddio. Altro Dio non avete. Servite Lui solo e sarete fra i settemila che Egli si è riservati, fra i centoquarantaquattromila di cui parla Giovanni518: gli eletti alla vera gloria che non ha paragone e termine e che vengono dalla grande tribolazione della Terra a riposarsi nel Regno di Dio.»
   Ieri sera la grande Regina, che mi era stata presente nel suo fulgore per tutto il giorno, è tornata Mamma presso la sua povera figlia che soffriva tanto. Non più nella veste fulgida e nell’azzurro del Paradiso ma con la veste di lana bianco avorio solita, presso il mio letto, così dolce e buona nel sorriso e nella carezza.
   Mi sono rifugiata sul suo petto che pare quello di una snella giovinetta e sono rimasta lì accarezzandole le mani tanto belle e piccine, morbide e profumate come fiori. Profumate del suo profumo di Immacolata. Non è fragranza umana. Deve essere l’odore del Cielo. È tanto bello, sa?, stare così con la guancia sul cuore della Mamma e sentire attraverso la stoffa ruvida battere il suo cuore e giungere il tepore del suo petto, è bello poter giocare con le dita sottili come con quelle di una mamma. Quante volte le ho detto: “Mamma!”.
   Lei dirà che mi ripeto. Ma è tanta gioia narrare a lei e a me i miei incontri con Maria, che non posso farne a meno. L’ho tanto pregata ieri mattina come Regina dei Cieli per i bisogni di tutti. Ieri con confidenza di figlia le ho ripetuto le mie richieste. Per tutti. E specie per alcuni che voglio salvare dal dolore poiché, per loro, dolore vorrebbe dire disperazione.
   Leggendo per chissà quale volta la vita di S. Teresina519, trovo: “Ponendomi nelle braccia del buon Dio imitai il bimbo che nelle grandi paure nasconde il capo biondo sulla spalla del babbo”. Io esclamo: “Io lo nasconderò sul seno della Mamma. Gesù è lo Sposo, Fratello e Signore. Mi appoggerò perciò a Lui ma come a sposo e fratello e prenderò per mia guida la sua mano armata della croce. Quando Egli vorrà, mi cingerà del suo braccio per attirarmi sul cuore. Ma sarà posizione di sposa. Perciò transitoria, né la potrò pretendere ad ogni ora. Invece sul cuore della Mamma una figlia, e inferma per giunta, può starci sempre. Io mi abbandono sul seno della Mamma. E non considero ciò una defezione verso il mio Gesù. Anzi l’opposto. Sono certa che, stando così, sarò sempre presso a Gesù perché ho la certezza più sicura che Gesù si trova sempre fra le braccia di Maria. A cercarlo altrove potrei andare fuori del suo cammino. Ma cercarlo lì, lo trovo sempre. Mamma, eleggo la tua spalla per mio rifugio. Col volto contro la tua gota ti chiederò tutto e spererò tutto. Una Mamma non delude”.
   Se sapesse come è dolce sentirla qui, tutta mia… Sentirla e vederla proprio tutta, tutta, tutta per me, viva e vera, respirante, sorridente… Ieri era la gioia estatica, tutta per l’anima. Oggi è la gioia anche per la mia umanità. Non so spiegare bene questa gioia completa, questa pace, questa compagnia, questo che provo, insomma. Bisognerebbe provarlo per comprenderlo. Sono sola ma in realtà io sono con Lei, né mi stupirei se avendo bisogno di avere aperto l’uscio la vedessi aprirmelo, o se avendo bisogno di soccorso Ella me lo desse. Non me ne stupirei tanto è reale la sua presenza.
   Oh! non merito tutto questo! La bontà di Dio è veramente al disopra di ogni iperbolico calcolo umano…

[514] dirvi, come già detto il 22 maggio.
[515] per tornare al Libro, al quale rimanda la scrittrice accanto alla data: Libro III dei Re cap. 19°, che per la neo-volgata deve leggersi 1 Re 19.
[516] figli buonifigli prodighi… è detto con riferimento alla parabola riportata in Luca 15, 11-32.
[517] ciò che disse il profeta in 1 Re 19, 10.14. La citazione di cinque capoversi più sotto è da 1 Re 20, 11.
[518] di cui parla Giovanni in Apocalisse 7, 4.9-17. I “settemila” sono menzionati in 1 Re 19, 18 e sono ripresi da san Paolo in Romani 11, 4.
[519] la vita di S. Teresina, intitolata “Storia di un’anima”, di cui si parla il 23 giugno.