MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNETTI CAPITOLO 753


23 dicembre 1948

   Ore 11 ant.ne 
   Per S. Santità. Dice l'Eterno Padre
   «Invoca il mio Spirito e leggi. Leggi ciò che ti può illuminare. Leggi le parole di quelli che videro un tempo, un altro tempo, e un altro ancora. Il tempo prossimo a loro. Il tempo del mio Verbo fra gli uomini. Il tempo vostro. Questo. Leggi e vedi. 
   L'inferno avanza. E nella Chiesa (per Chiesa intende la società di tutti i cristiani cattolici) del mio Cristo non c'è più quella santità che spronerebbe il Dio delle Vittorie a mandare i suoi angeli a sconfiggere i demoni. 
   La Chiesa del mio Cristo, male interpretando la parola del suo Divino Fondatore, si crede tanto forte, tanto invulnerabile da non curare più, nella maggioranza dei suoi membri, e anche nei membri più eletti, la pratica di quelle azioni che le farebbero amico Iddio. Presume. Si sente superiore a tutto e tutti. Dice: "Io sono stabilita. Nulla prevarrà su me"
   No. Sappiate comprendere le parole di Dio. Non ricadete negli errori voluti degli antichi scribi, i quali vollero interpretare le profezie e promesse di Dio secondo che piaceva al loro stolto orgoglio di Popolo eletto, che si credeva stabilito in tale elezione sino alla fine dei tempi, quale che fosse la sua maniera di vivere. Il suo errore lo fece decadere, trarre allo sterminio, alla dispersione, alla persecuzione. E da 20 secoli espia l'errore che volle volere. 
   L'inferno non prevarrà qualora la Chiesa sia santa come il suo Eterno Pontefice le impose d'essere. 
   Guardate indietro nei secoli. A tempi di decadenza spirituale del corpo mistico, specie nelle sue membra docenti, corrispondono separazioni di parti, morti di membra discenti. 
   L'inferno prevale in parte più grande, o meno grande, a seconda che la Chiesa si spoglia della santità, e quindi dell'aiuto di Dio. È sempre prevalere, anche se non è distruggere. E nella sua vita secolare la Chiesa mai conobbe un momento simile a questo di languore là dove non è di corruzione, di triplice corruzione e mai un simile assalto infernale. 
   Leggi Giovanni nella sua Apocalisse1. E che sono le stelle che per una terza parte Satana riesce a far precipitare dal loro Cielo, dal Cielo della Chiesa? 
   Chi se non coloro che, per avermi testimoniato fedelmente, vengono uccisi dalla Bestia uscente dall'abisso? E chi se non coloro che, eletti a luminari nella Chiesa, si sono fatti luci spente? Chi se non i pastori tramutati in idoli per il loro presumere? Chi se non il sale corrottosi in veleno per i piccoli che vedono e si allontanano con disgusto e languiscono o periscono? 
   Troppi pastori sono idoli quali li descrive Baruc nel suo c. VI. Molte, troppe sono travolte, delle stelle della Chiesa2. Alcune, le prime, dall'ira degli anticristi, e sono i migliori, e sono gloriosi martiri nel mio Regno. Ma più ancora sono le seconde dalle blandizie di Satana. E la nuova Gerusalemme diventa Babilonia, e di Babilonia avrà la sorte. 
   Oh! spirito del mio Cristo, spirito perfetto di Perfettissimo Pastore, vita vera della sua Chiesa, come l'ha disperso e soffocato il volere degli uomini in cui più forte è la legge della carne di quella dello spirito, invano da Dio infuso con la pienezza dei Suoi doni! 
   Prendi e leggi, invocando questo mio Spirito. Leggi i profeti. Leggi Ezechiele nel c. 8°, nel 9°, nel 16°3. E leggi Isaia il c. 19°. Egitto diviene chi più non sa essere Gerusalemme, Chiesa, Santità. E leggi, leggi, rileggi, medita il c. 22° di Isaia. 
   Troppi Sebna prefetti indegni del Tempio (per Tempio vuol dire il Clero addetto alle chiese) sono oggi nel Tempio, perché Dio possa dimorare col suo Spirito in esso, ponendo con la sua Presenza lo scudo invincibile, la corazza intangibile, la difesa che non crolla. Anzi Dio lascerà che il Male avanzi e purifichi, sotto i suoi orrendi strali, coloro che dèi si fanno, adorandosi nel loro potere, nel loro intelletto, nel loro giudizio. 
   Oh! miseri! Che sono senza di Me? Come giudicano Me e i miei Voleri perfetti se non sanno giudicare se stessi, e pentirsi e rinascere nello spirito di Dio? 
   Leggi, leggi, rileggi, medita, trema, piangi. Il tempo di Sebna sovrasta. Molta parte della Chiesa vi è già travolta, lanciata come palla in mezzo alle turbe scatenate. 
   Questo da anni avevo già detto al portavoce, perché ti fosse detto. Questo dico oggi a Te, Vicario del mio Cristo e servo mio. Sì. Perché Io sono Iddio. E niuno è più grande di Me. Tutti servi rispetto a Me: il Signore. Tutti un nulla davanti al mio Divino Tutto. 
   Tu, tu almeno, non essere come troppi. Separa il tuo volere dal loro, onde non farti complice loro. Tu, mio servo; ma essi servi tuoi, e Tu Capo Supremo. E la tua parola scioglie e lega, seconda soltanto alla Mia che, poiché Tu mi servi in santità e amore, alla tua si unisce, perché sia Dio che parla sulle tue labbra di Pontefice. 
   Hai nelle mani le verghe e nello spirito la Sapienza. Io te le ho date quando ti ho eletto. Usa il potere e il sapere come ti conviene, e non disgustare il tuo Signore che ha voluto contrassegnare il tuo Papato di un dono straordinario: la Buona Novella nuovamente evangelizzata, a conferma dell'antica di secoli, a tuo aiuto, o Padre della Cristianità, e ad aiuto di tutta la cristianità contro la quale avanza il Dragone maledetto. 
   Non crollare Tu pure il capo. Non dire: "Non c'è proporzione fra il dono e l'insidia", come dicono alcuni e ti tentano a dirlo. Non offendere Me che ho generato il Verbo. Me che sono il Potente, e tutto posso se voglio. E Padre sono, e se un figlio mi ubbidisce Io lo soccorro. Quale che sia la misura dell'insidia che lo assale. 
   Non guardare al mezzo per cui ti venne il dono della Parola che viene in soccorso di chi crede, di chi dubita, ed anche di chi non crede. Il mezzo ha ubbidito nel servire la Parola e agli ordini ricevuti da Dio. E per questo a Te si è rivolto. Perché Tu faccia ciò che Dio vuole. Ma se Tu respingi il mezzo, non tanto lui colpisci e contro lui, innocente, pecchi; quanto Me colpisci, Noi, che siamo Un solo Dio nella Nostra mirabile Trinità, e pecchi contro l'Amore. 
   Perché l'Amore, il nostro Trino Amore, volle dare al tuo Ponteficato questo: la Parola di Dio. E se Tu resisti al mio Volere d'amore ripeti il gesto dei Principi dei Sacerdoti, dei Sinedristi, dei Farisei, Sadducei e Scribi, che non si piegavano alla Carità evangelizzante e la perseguitavano e condannarono prima dell'ora segnata per il Suo Martirio 
   Io ti dico: leggi ancora Giovanni, c. 11°49. È detto là che quando il Sinedrio stabilì la condanna di Gesù, Gesù si ritirò ad Efraim. Dio si allontana quando l'Umanità lo respinge. Però anche da quel momento fu segnata la sorte del Tempio e della Città, la loro distruzione e la persecuzione di coloro che avevano perseguitato la Parola. Ad atto di giustizia e amore, risponde amore e giustizia. 
   Ed Io, che sono il Signore, dico a Te: "Tu, voi tutti, della mia difesa avete bisogno più ancora di quanto in 20 secoli non ne abbiano avuto i vostri predecessori, e di quanto non ne abbiano gli agnelli del gregge. Perché prima saranno percossi i Pastori per disperdere poi il gregge". 
   Propiziati il Signore Iddio tuo. Tu puoi. Sei il Pontefice. Non hai scuse al tuo non fare. 
   Non imitare Pilato, o avrai la sorte di Pilato, che non fu giustificato dalla simbolica lavata di mani4. Egli alla giustizia come e più che se avesse condannato senza chiedere che altri condannasse. Più, perché essendo colui che poteva, doveva saper far tacere le lingue peccatrici. 
   Non disconoscere Colui che parla nell'opera. Sarebbe un giudizio per Te. E conoscendolo, servilo col farlo conoscere. Sarà una gloria per Te. 
 Non sprezzare questo avviso, anche se ti viene col mezzo di una creatura. Altri tuoi predecessori ascoltarono i miei mezzi. E se la Chiesa è ancora Romana è perché un Pontefice si arrese a Caterina. 
   Sii giusto, onde avere alleato il tuo Signore contro l'Anticristo che avanza»

   A me: «Lo Spirito parla là dove deve: allo spirito. Ma l'uomo non è solo spirito. E troppe sono le cose che aggravano il suo spirito. Onde darai al suo consigliere queste parole e se ciò ancor non bastasse piangerebbe il Cielo tutto». 
   Chiedo: «Come dare? Ho paura e impossibilità di farlo». 
   Risponde: «Verrà chi prenderà queste parole e le porterà senza indugio, per Volere mio, al Confessore e Consigliere di Papa Pio». 
   «E io passerò dei guai», penso [piango?] io. 
   E l'Eterno: «E mi servirai e ti amerò in proporzione della sofferenza che provi nell'eseguire. Sei Daniele fra i leoni5. Ma Dio trasse Daniele incolume di là e fu esaltato il Signore anche da quelli fino allora a Lui nemici, perché venne riconosciuto per il Vero Dio. Non temere. Tutto passa ma il mio amore è eterno per chi mi ama e serve».

 

   1 Ap 12, 4

   2 Bar 6

   3 Ez 8, 9, 16 Is 19, 22

   4 Gv 11, 54

   5 Mt 27, 24

Dn 6, 11-24