MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 205


15 dicembre 1943

   Dice Gesù:
   «Scrivi:[714] “... Micol... messasi a guardare dalla finestra e veduto il re David che saltava e danzava, lo disprezzò nel suo cuore”.
   Vi sono troppi simili a Micol. Essi hanno il cuore sterilito dal così detto: buon senso. Sono, ovvero credono di essere menti quadrate: sono soltanto menti aride messe sovrane su cuori ancor più aridi. L’orgoglio li regge e, come il sangue pulsa nelle vene, nel loro spirito vive e circola l’orgoglio e li acceca, li assorda, li ottenebra. Non sono più capaci di vedere e comprendere ciò che è soprannaturale letizia e crollano il capo davanti all’estasi dei semplici che l’amore rende capaci di vedere Dio.
   Vedere Dio! Gioia che è la gioia del Cielo e che Dio concede ai viventi che lo amano con tutto se stessi. Vedere Dio attraverso le forme portate alla vostra carnalità per poter essere a voi sensibili.
   Davide non danzava davanti all’arca per l’arca. Ma perché in essa vedeva riflesso il Volto di Grazia, Bellezza e Potenza del­l’Altissimo. L’amore dà una santa ebbrezza, la quale sforza l’uomo a cantare e ad agitarsi, poiché il mondo che lo circonda è ristretto al suo cuore che si dilata nella passione ed il mondo stesso è fomite a lui di sempre nuova dilatazione, perché su tutto vede impresso il segno di Dio davanti al quale l’uomo, preso nel gorgo tremendo e soave della carità, si scioglie in un trasporto di gioia soprannaturale che solo i simili a lui comprendono. Gli altri, come Micol, disprezzano in cuor loro.
   Non disprezzate gli unici che abbiano compreso come Dio sia superiore a tutte le cose, anche a quella stima, a quella tranquillità, a quell’utilità alle quali tanto tenete. Pregate il Padrone del mondo di rendere il cuore vostro capace di amare e di intendere.
   Spogliatevi dal vostro ridicolo orgoglio. Non siete voi i depositari della perfezione. Questi umili, questi semplici, questi piccoli sono i depositari, poiché possiedono la Scienza, la Verità, la Carità. Possiedono Dio. E come un’insegna e una voce stanno fra voi, perché l’idea di Dio non si cancelli completamente dai vostri aridi cuori pieni di sapere umano.»
   Dice Gesù:
   «Miei prediletti, che vivete chiusi nel cerchio delle mie braccia come dentro al recinto del Tabernacolo antico, vi do il mio ordine in questi tempi d’ira che non per voi ma per i peccati del mondo è venuta.
   Quando nella generale sventura vedete gli uomini agitarsi e sconvolgersi e dare in smanie di ingiusto dolore, non unitevi ad essi. Compiangete le comuni sventure, ma riconoscendole segno di Giustizia divina non abbandonatevi a squilibri umani.
   Il mio Spirito ha sfiorato le vostre pupille ed ha dato ad esse una vista che l’occhio umano non ha. Voi vedete oltre la Terra e conoscete la verità delle cose. Date dunque a quest’ora il suo nome e quelle premure che merita: espiatorie, non imprecatorie come generalmente fanno gli uomini attirando su loro nuova ira del Cielo.
   I colpevoli facciano cordoglio poiché quest’ora è loro frutto. Voi, prostrati davanti alla mia gloria, beneditela poiché con un castigo ancora richiama l’umanità fedifraga e idolatra al Dio unico e santo, e rimanete in Me.
   L’olio dell’amore è su voi e da voi trabocca sul mondo. Voi siete quelli che lo attirano, voi preziosi vasi in cui si fanno incenso i sacrifici della vostra vita, ardenti lampade che nessun vento turba, e tendete il vostro spirito acceso come fiamma diritta verso il mio altare.
   Non dimenticate la vostra elezione e non profanate il segno regale con contaminazioni umane. Rimanete nel Tabernacolo a benedire per chi maledice, a pregare per chi ha bisogno di ogni misericordia. Il mondo sarà salvo per voi.»

[714] Scrivi quanto si legge in 1 Cronache 15, 29, cui rinvia la scrittrice subito dopo la data (ma scrivendo Paralipomeni, come era nella volgata). All’inizio del secondo “dettato” mette il rinvio a Levitico 10, 6-7.