MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 84


9 agosto 1943

   Dice Gesù:
   «Temono la morte coloro che non conoscono l’amore e che non hanno la coscienza tranquilla. E sono i più! Questi, quando per malattia o per età o per qualsiasi altro fatto si sentono minacciati da morte, si impauriscono, si affliggono, si ribellano. Tentano anche, con tutte le forze ed i mezzi, di sfuggirla. Inutilmente, perché quando l’ora è segnata nessuna cautela vale a stornare la morte.
   Sempre giusta l’ora della morte perché è data da Dio. Io solo sono il Padrone della vita e della morte[211] e, se non sono miei certi mezzi di morte, usati dall’uomo per istigazione demoniaca, sono sempre mie le sentenze di morte, date per levare un’anima da troppo tormento terreno o per impedire maggiori colpe di quell’anima.
   Ora osserva: il dono della vita, di una lunga vita, perché può essere dato da Me? Per due motivi.
   Il primo: perché quella creatura che ne fruisce è uno spirito illuminato che ha missione di faro per altri spiriti ancora avvolti nelle nebbie della materialità. Molti dei miei santi hanno toccato età vetuste proprio per questo. E solo Io so come anelavano invece di venire a Me.
   Secondo: do lunga vita per fornire il mezzo, tutti i mezzi, ad una creatura informe per formarsi. Studi, amicizie, incontri santi, dolori, gioie, letture, castighi di guerre o di malattie, tutto viene da Me dato per cercare che un’anima cresca nella mia Età che non è come la vostra. Poiché Io voglio dire che crescere nella mia Età vuol dire crescere nella mia Sapienza, e si può essere adulti nella mia Età avendo l’età di bimbi nella vostra, o viceversa essere puerili nella mia Età avendo cent’anni nella vostra. Io non guardo l’età della vostra carne che muore: guardo il vostro spirito, e vorrei diveniste spiriti che sanno camminare, parlare, agire sicuri e non balbettanti, traballanti e incapaci di fare come dei pargoli!
   Ciò spiega perché Io dica il mio “Basta” molto sveltamente per creature che trovo adulte nella Fede, nella Carità, nella Vita. Un padre desidera sempre di riunirsi ai suoi figli e con che gioia, finita l’educazione o il servizio militare, non li stringe al cuore! E farà diverso il buon Padre che avete nei Cieli? No. Quando vede che una creatura è adulta nello spirito, arde dal desiderio di prenderla con Sé, e se, per pietà del popolo, lascia talora i suoi servi sulla Terra acciò siano calamita e bussola agli altri, talora non resiste e si dà la gioia di mettere una nuova stella in Cielo con l’anima di un santo.
   Sono due attrazioni e due aspirazioni venienti da un agente unico: l’Amore. L’anima, qua dove tu sei, attrae a sé Iddio, e Dio scende a trovare le sue delizie presso la creatura amante che vive di Lui. L’anima aspira di salire per essere in eterno e senza veli col suo Dio. Dio, dal centro del suo ardore, attrae a Sé l’anima, così come il sole attira la goccia di rugiada, e aspira di averla presso di Sé, gemma chiusa nel suo triplice fuoco che dà la Beatitudine.
   Le braccia alzate dell’anima incontrano le braccia tese di Dio, Maria. E quando si toccano, si sfiorano velocemente, è l’estasi sulla Terra; quando si stringono durevolmente è la Beatitudine senza fine del Cielo, del mio Cielo che ho creato per voi, miei diletti, e che mi darà un sovrabbondare di gioia quando sarà colmo di tutti i miei diletti.
   Che eterna giornata di gioia immisurabile la nostra, di noi che ci amiamo: Noi, Iddio Uno e Trino; e voi, i figli di Dio!
   Ma coloro che per sventura loro non hanno capito il mio Amore, non mi hanno dato il loro amore, non hanno capito che un’unica scienza è utile - quella dell’Amore - per quelli la morte è temenza. Hanno paura. Più paura ancora hanno se sentono di avere agito poco bene o male del tutto.
   La bocca menzognera dell’uomo - perché raramente la bocca dell’uomo dice la verità così bella e benedetta, la verità che Io, Figlio di Dio e Parola del Padre, vi ho insegnato[212] a dire sempre - la bocca menzognera dell’uomo dice, per ingannare e con­fortare se stesso ed ingannare gli altri: “Io ho agito e agisco bene”. Ma la coscienza, che sta come uno specchio a due facce sotto il vostro io e sotto l’occhio di Dio, accusa l’uomo di non avere agito e di non agire per nulla bene come proclama.
   Quindi una grande paura li assilla: la paura del giudizio di Colui al quale i pensieri, gli atti, gli affetti dell’uomo non sono occulti. Ma se mi temete tanto come Giudice, o disgraziati, perché non evitate d’avermi a Giudice? Perché non fate di Me il vostro Padre? Ma se mi temete, perché non agite secondo i miei ordini? Non mi sapete ascoltare quando vi parlo con voce di Padre che vi guida, ora per ora, con mano d’amore? Ma almeno ubbiditemi quando vi parlo con voce di Re. Sarà ubbidienza meno premiata, perché meno spontanea e dolce al mio Cuore. Ma sarà sempre ubbidienza. E perché allora non lo fate?
   La morte non si evita. Beati quelli che verranno a quell’ora con veste d’amore incontro a Colui che giunge. Placida come il transito del mio padre della Terra, che non conobbe sussulti perché fu un giusto che nulla aveva a rimprovero nella sua vita, sarà la morte di questi. Gaudiosa come il sonno della Madre mia, che chiuse gli occhi in Terra su una visione d’amore, poiché d’amore fu tutta la sua vita che non conobbe peccato, e li riaprì in Cielo svegliandosi sul Cuore di Dio, sarà la fine degli amanti.
   Sai, gioia mia, come sarà bello anche per te? Stamane, quan­do Io-Eucarestia venivo, tu hai avuto un sussulto di estasi perché mi hai visto darti Me stesso. Ma non è nulla quello. Un granellino di estasi gettato nel tuo cuore. Uno solo, per non incenerirti, perché lo hai sentito... hai creduto di morire nell’emozione. Ma quando sarà il momento riverserò un fiume di gioia, perché non sarà più necessario mantenere la tua vita umana e andremo via insieme.
   Coraggio, ancora un poco di dolore per amore del tuo Gesù e poi il tuo Gesù abolirà per te il dolore per darti Se stesso, completamente, Se stesso, gioia senza misura.»
   Infatti questa mattina ho avuto una così viva impressione che sono stata lì lì per gridare. Perché si grida non solo di spavento o di dolore, ma anche per troppa gioia. Ho creduto che il cuore cedesse nella gioia ed io morissi così, con la particola ancora sulla lingua.

[211] Padrone della vita e della morte, come in Deuteronomio 32, 39; 1 Samuele 2, 6; 2 Re 5, 7; Sapienza 16, 13.
[212] ho insegnato, per esempio in Matteo 5, 37.