MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 79


4 agosto 1943

   Dice Gesù:
   «Perdere la vita, somma sventura per l’uomo che vive nella carne e nel sangue, non è una perdita, ma un acquisto per l’uomo che vive di Fede e di spirito. Per questo Io ho detto[200]: “Non temete coloro che vi possono uccidere il corpo”.
   Io sono presso gli innocenti, uccisi da qualsiasi causa di crudeltà umana; sono presso i martiri come presso i soldati; sono presso gli oppressi[201] sotto un giogo famigliare che giunge al delitto, come presso i soppressi con mezzi da Me maledetti nelle guerre sacrileghe e feroci.
   Dico: sacrileghe. E che dovrei dire di diverso? Non è contravvenire alla mia Legge agire con prepotenza, usando e abusando della forza per motivi di orgoglio umano che hanno per frutto distruzione di vite e di coscienze? E quale tempio più grande del cuore dell’uomo da Me creato e dove Io dovrei abitare? Ma può mai il Dio della Pace abitare dove sono pensieri di guerra? Abitare dove sotto l’egida della guerra l’uomo si permette licenze colpevoli? Abitare dove sotto la raffica della guerra muore la fede e subentra la non fede, muore la speranza e subentra la disperazione, muore la carità e subentra la ferocia, muore la preghiera e subentra la bestemmia? Non sono, queste, sconsacrazioni di un cuore? E chi sconsacra non commette sacrilegio?
   Perciò Io ho detto: “Non temete di chi uccide il corpo e non può fare nulla di più”. Io conforto gli ingiustamente uccisi nell’ora della prova, e ciò è garanzia che dopo quell’ora viene la Luce che beatifica.
   Ma vi dico: “Temete colui che, dopo avervi ucciso, vi può gettare nella geenna”. Ucciso come? Ucciso che? La vostra anima e il vostro spirito. L’anima che è lo scrigno, l’arca santa, il ciborio che contiene lo spirito, che è la gemma levata dalla mano di Dio dagli sconfinati tesori del suo Io per porla dentro alla creatura: segno che non si può negare della vostra origine di figli miei.
   Come il sangue nelle vene sta lo spirito nel vostro interno di carne. E come il sangue dà vita alla carne per vivere i giorni della Terra, così lo spirito dà vita all’anima per vivere i giorni che non hanno fine.
   Dunque la perdita, senza limite di misura, è quella dello spirito e non di poca carne. Né vi è delitto più grande e più condannato da Dio di questo di uccidere uno spirito privandolo della grazia che lo fa figlio di Dio.
   Come un figlio nel seno della madre cresce e si forma, raggiungendo l’età perfetta della vita intrauterina, attingendo nutrimento da organi che lo tengono in contatto cogli organi di nutrimento della madre, così colui che sa vivere la vita dello spirito e conservare lo spirito è come un figlio nel seno mio e cresce e raggiunge l’età perfetta della vita intra-Me, attingendo da Me nutrimento e forza.
   Non ti è gioia e sicurezza pensare che vivi di Me, in Me, per Me, con Me?
   Colui che lascia che il Nemico uccida il suo spirito si rende complice del medesimo. Colui con le sue stesse mani tiene aperto il sacco in cui il Maledetto chiude la vostra anima, privandola della Luce prima, della Vita poi, sprofondandola nel suo baratro infernale da dove non si esce e su cui grava la maledizione eterna di Dio. E potrò mai, Io che dico[202]: “Non ammazzare” e condanno l’uccisione di una carne, non pronunciare condanna su chi uccide lo spirito?
   Su chi. Sicuro. Poiché avete una volontà e, se non volete voi, il Nemico non può. Perciò siete voi che uccidete lo spirito vostro. E su chi uccide lo spirito, in verità in verità vi dico che con ira giusta e terribile tuonerà la mia Voce di Padre rinnegato da un figlio, di Re defraudato da un suddito, per pronunciare la parola di condanna.
   Nel tuo soffrire stai dunque sicura: per la carne che muore, sempre più cresce lo spirito tuo: si alimenta del morire, come vittima d’amore, del tuo corpo. Come sarà bello il giorno in cui, rompendo l’argilla del vaso terreno, il tuo spirito sboccerà libero e forte, per la gioia eterna del tuo Gesù, in Cielo.»

[200] ho detto in Matteo 10, 28; Luca 12, 4-5.
[201] presso i soppressi, invece di sotto i soppressi, è correzione nostra.
[202] dico in Matteo 19, 18; Marco 10, 19; Luca 18, 20; riprendendo da Esodo 20, 13; Deuteronomio 5, 17.