MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 345


25 giugno 1944

   Dice Gesù:
   «Dimmi: mostra maggiore coraggio nel subire un’operazione chirurgica colui che la sopporta con degli anestetici, o colui che la sopporta senza aiuto? L’operazione è la stessa. I ferri usati sono gli stessi. Il loro lavoro su carni, nervi, organi è lo stesso. Lo scopo è lo stesso. E concediamo pure che sia uguale il risultato di guarigione. Ma quale dei due operati ha avuto maggior forza d’animo, e naturalmente ha suscitato ammirazione? Certo colui che senza nessun soccorso chimico sopporta con piena sensibilità l’opera dei chirurghi, senza ribellarsi con grida, imprecazioni, parole scomposte, e si limita a gemere, perché ciò è umano e comprensibile.
   Ebbene: passiamo ora al campo spirituale. Quale sarà, fra due anime, quella che più suscita l’ammirazione, e perciò la lode, la quale si muta in premio certo? Quella alla quale una mia miracolosa azione attutisce lo spasimo anestetizzandola spiritualmente, oppure quella che ha Dio come un buon Padre e un buon Amico presso al suo letto operatorio, ma non più di Padre e Amico che la compatisce, che la veglia, che piange con lei, ma che non interviene con un aiuto diretto e volto a intontire la dolorabilità? Questa seconda di certo.
   Tu sei questa seconda. Non dire: “Perché?”. In ottobre417 ti ho risparmiata. Ti ho aiutata perché avevo bisogno che tu fossi ancora capace di questo calvario. Se fossi stata stroncata dallo strazio sin dall’ottobre, non avresti resistito ad un’ora di questo attuale. Ed Io avevo bisogno di questo tuo soffrire.
   Gli angeli non possono soffrire per il loro Dio, per aumentare la sua gloria, né per il loro prossimo, per ottenergli del bene. Ma gli uomini lo possono fare. Fare la volontà di Dio, per gli angeli, è fare della gioia. Fare la volontà di Dio, per gli uomini, è fare del dolore. È fare ciò che Io ho fatto. Sì, quando il dolore ha nome olocausto, ed è non solo rassegnazione ma è unione alla volontà di Dio, così come era unito il mio Corpo alla croce, mediante l’amore, la generosità e la pazienza – i tre chiodi che configgono le vittime al loro patibolo santo – voi fate ciò che Io ho fatto.
   Non ti preoccupare se piangi. Ho pianto anche Io. Ho gemuto anche Io. Con ripugnanza di carne e di mente ho detto418: “Sia la tua volontà la mia”. Ma l’ho detto. Lo spirito solo ha avuto il coraggio di dirlo ancora. Ma l’ho detto. Fra le ripugnanze e le paure del tuo corpo e del tuo pensiero canti il tuo spirito – mentre la crudele operazione che darà del bene si compie senza aiuto alcuno – canti il tuo spirito: “Signore, la tua volontà sia la mia”.
   E credi pure che il premio sarà doppio, triplo, decuplo di quello che ti sarebbe stato dato se già avessi avuto doni di misericordia nel tuo soffrire. Dio è giusto. A doppio merito, doppio premio. A merito totale, totale premio.
   Non temere. Va’ in pace.»

[417] In ottobre…, come nell’annotazione della scrittrice al termine del “dettato” del 21 giugno.
[418] ho detto, in Luca 22, 41-42.