MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 456


4 febbraio 1945

   Stamane ripensavo alla sua espressione di ieri quando io leggevo la visione. Lei era addirittura trasecolato. E l'ho detto a Gesù che mi era vicino. Mi ha risposto:
   «È per questo che le do. Non puoi immaginare con che gioia mi illumino ai miei veri amici. Mi do così, al mio Romualdo, per sua gioia, per amore, per aiuto, e perché Io lo vedo. Non avevo segreti per Giovanni. Non ne ho per i Giovanni. Di' al­l'anziano Giovanni che gli do tanta pace e buona pesca. A te niente pesca. A te solo l'opera femminile di intrecciare le reti con lo stame che Io ti do. Lavora, lavora… E non te la prendere se non ti resta tempo per fare altro. In questo lavoro è tutto. E neanche te la prendere se non vengo a dirti: "La pace a te". Si saluta quando si giunge o quando si parte. Ma quando si è sempre presenti non si saluta. La permanenza è già pace. La mia permanenza. E tu non mi hai ospite. Tu mi sei addirittura fra le braccia e non ti poso un momento. Ho tanto da dirti del mio tempo mortale! Però, ecco, oggi ti faccio contenta e ti dico: "La mia pace sia con te"
   Quasi subito dopo vedo questo.
 

   [Segue il capitolo 97 dell'opera L'EVANGELO. Della stessa opera seguono ancora, con date dal 5 al 10 febbraio 1945, i capitoli da 98 a 103 escluso il capitolo 101, scritto nel 1944]