MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 530


28 gennaio 1946

   Notte fra il 28 e 29 gennaio 1946

   Mi lamento del troppo che soffro. Dico: "È troppo tremendo". S. Azaria mi dice:
   «Perché chiami tremendo ciò che viene da Dio? Perché lo dici insopportabile? Come puoi chiamare atroce ciò che è compartecipazione alla Redenzione di Cristo? Atroce è l'inferno. Insopportabile è ciò che viene da Satana. Tremendo può essere soltanto ciò che viene dall'Odio. Dio non dà nulla di superiore a ciò che la creatura può sopportare. Solo su suo Figlio appesantì la mano. Quelle solo furono sofferenze senza misura. Eppure il Cristo, che ne sapeva la giustizia, le sopportò senza dirle tremende, atroci o insopportabili, perché dire così sarebbe stato accusare il Padre di colpirlo senza carità.
   Le anime vittime devono uniformarsi alla Vittima in tutto. Piangi, ma non dire che è troppo ciò che soffri. È proporzionato a ciò che puoi sopportare. E potrebbe crescere. Ma nel contempo crescerà la tua forza di sopportazione perché aumenterà l'amore. E l'aumento di amore è aumento di forza. Credi che a Dio piaccia di vederti soffrire? Non pensarlo. Come ne soffriva per il Figlio dell'uomo, patente in croce per gli uomini, Egli, la Bontà, soffre di doverti far soffrire. Ma tu lo hai chiesto per assomigliare a Gesù, in tutto. E Dio ti contenta.
   Guarda l'ora del mondo. Vedi come è peccaminosa? Quest'ora è stata contemplata da Gesù nelle ultime 24 ore della sua vita umana. E anche te, come consolatrice, ha contemplato. Ma non consola chi si lamenta! Su, dunque! Un poco di eroismo! Canta con me: "Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo".» E tace.
   Prometto di non dire più "tremendi" i miei dolori.
            
   [In data 30 e 31 gennaio 1946 sono i capitoli 372 e 373 dell'opera L'E­VANGELO]