MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 546


9 marzo 1946

   [Della stessa data è il capitolo 399 dell'opera L'EVANGELO]
 

   (Questo dettato è stato dato per P. Migliorini, che in quel tempo, da 4 mesi, perdeva tempo e giusta vista per inseguire il clamoroso fatto di D. B.1 sino a crederlo più… divino di ogni altro…).
   Dice Gesù:
   «Due direzioni, una a guida di chi può essere sedotto a lasciare il vero per il falso, e una anche a guida per chi può avere dubbi, basando il suo giudizio su assiomi e teorie che non possono spiegare il soprannaturale perché sono tutti naturali.
   Apri, piccolo Giovanni, il libro2 ai Giudici dove è detto dell'idolo di Mica, e al libro di Ester dove è spiegato da Mardocheo il sogno. E ascolta e scrivi.
   Non richiamo l'attenzione sulla storia della formazione dell'idolo. Parlo dal punto in cui è detto del giovinetto di Betlemme di Giuda, levita. Un esempio, un brutto esempio di coloro che avendo da servire con umiltà il Signore, in casa di verità, non si appagano più, dopo qualche tempo, della loro funzione umile e santa, e "vogliono andare a star meglio" ossia a cercare più di quanto Dio ha loro concesso sapendolo dono buono e che, ben tutelato, sarebbe ragione di lode per il servo buono. Ed eccoli seguire, dopo aver avuto golosità di doppia e tripla porzione, altre vie, per cercare. Che? Dio non si presta ad accontentare le concupiscenze spirituali. E coloro che cercano più che Dio non dia, o non trovano, e hanno il solo danno di trascurare il vero per le nuvole, oppure finiscono col trovare Satana in veste di profeta.
   Oh! è aumento di meriti e di gloria questo? No. Meglio era se il giovane betlemmita e levita rimaneva semplice levita, anziché divenire sacerdote di un idolo! Meglio era se aveva il poco, venuto da Dio, al molto venuto da un idolatra, il quale si pompeggiava dicendo: "Ora poi sono sicuro che Dio mi farà del bene perché ho un sacerdote della stirpe di Levi!". Ma non capite che dove è orgoglio e finzione tutto serve per aumentarli, e la Finzione e l'Astuzia insegnano ciò che può sedurre clamorosamente le piccole anime?
   L'uomo d'Efraim non era soddisfatto del suo culto, né del figlio creatosi sacerdote. Sapeva bene che era larva di religione, inutile apparenza. Sapeva che non era valido il dio e il culto che si era fatto, né presso il vero Dio né presso gli uomini. Tanti sanno ciò. E allora ecco che sentono il bisogno di coprire il proprio vuoto con un aiuto sacerdotale. Ma no. Non serve. Male fa chi così fa, e male fa chi a quel giuoco si presta.
   Ognuno stia dove Io l'ho messo, e non vada cercando d'avere "a stare meglio". È ancora la superbia che si infiltra sotto mentite spoglie di bontà e di zelo. E ubbidienza, ubbidienza, ubbidienza. O il mio castigo non mancherà. Ho bene il modo, di due che sono uniti per mio volere, di colpirne uno solo, riserbando pace "al piccolo fonte che crebbe e divenne fiume e si trasformò in luce e sole e versò acque abbondanti", e che sa che tale è divenuta non per suo merito ma per mio volere. E che non ha chiesto questa grazia, ma solo quella di amarmi. E che soffre – perché solo Io posso sapere quanto soffre – vedendo che non tutti sono di una sorte: di quella del popolo di Dio.
   I figli di un solo popolo comprendono il linguaggio del loro re e dei sudditi fedeli al re. Come mai, dunque, così pochi capiscono la mia Parola, e i più dubitano che sia mia, e anche si lasciano sedurre da altre parole che hanno suono falso come l'origine da cui vengono? Io ve lo dico. Come ho dato posso cessare di dare. Sono anni che lo dico. Ma "al piccolo fonte che crebbe" Io non leverò la sua gioia perché ella è nelle disposizioni in cui si è messa per amore. Ella morirà nella mia pace. E pace è per lei essere in Me ed Io in lei come era il mio sogno d'esserlo in tutti i cuori.»
 

   [Segue, in data 10 marzo 1946, il capitolo 3 del LIBRO DI AZARIA, cui segue lo scritto del giorno 12 che qui sotto riportiamo pur essendo cassato, sul quaderno autografo, con tratti di penna trasversali]
           


   D.B. sta per Dora Barsottelli, nome ricorrente della persona che abbiamo presentata in nota allo scritto del 19 dicembre 1945. L'annotazione tra parentesi, che precede il "dettato", è stata inserita successivamente con scrittura minuta accanto alla data del 9-3-46.
           
   2 il libro… rispettivamente: Giudici 17 e, nella volgata in uso ai tempi della scrittrice, Ester 10, 4-13; 11, 2-12 (neo-volgata:Ester 1, 1/a-1/l; 10, 1-3/k).