MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 559


18 aprile 1946

   Le parole di Gesù durante il ringraziamento della S. Comunione del Giovedì Santo.
   Io pregavo ardentemente per il Padre, per Paola, per M. Teresa, per la Fed.ci, e per me, infine, perché risalti che io sono innocente e Dio mi difenda. E pregavo dicendo: "O Signore, ti offro la S. Comunione di oggi, festa della S. Eucarestia, perché Tu mi soccorra e soccorra chi mi è caro o chi sento tanto bisognoso di aiuto. Santa Vergine di Fatima, S. Giovanni ap…".
   Mi spezza la parola Gesù dicendo:
   «Hai nominato le due anime eucaristiche per eccellenza.
   Maria, mia Madre, fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucarestia vuol dire avere Dio in se stessi con la sua Divinità e con la sua Umanità. Maria ebbe Dio nel suo spirito con la sua Divinità da quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la sua Umanità quando da figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla sua Dormizione, perché l'Eucarestia fu il suo Cibo, e il suo seno e il suo spirito fu il ciborio dell'Eucarestia.
   Giovanni, il Prediletto, ebbe purezza e amore dall'uso della ragione in poi, ebbe desiderio ardente di Dio dai più teneri anni, ebbe fede assoluta nel suo Gesù trovato presso il Giordano, ebbe vittoria, contro i rispetti umani e i calcoli umani, per amore di Me. Dalla sera del Giovedì alla sua quasi centenaria sera aperse se stesso a ricevermi nel Sacramento d'Amore, come aveva aperto prima il suo intelletto a ricevere la mia Parola.
   Sono i due spiriti eucaristici i più perfetti di quanti ebbe ed avrà la grande famiglia dei cristiani.»
   E non dice di più perché sono giorni di penitenza e non c'è penitenza più grande, per la povera Maria – che non può più fare le or­dinarie e giornaliere penitenze che amava tanto, altro che quando la bontà di Gesù glielo concede – di questo silenzio di Gesù… Ma oggi sono contenta perché ho potuto riprendere le penitenze che Gesù mi aveva levate per il mio stato. Le ho offerte per riparazione alle sofferenze di Gesù e per il Padre Romualdo che, proprio oggi, mi propina un rimprovero… Altra fustigazione più penosa di quelle materiali… Offro anche questo rimprovero a Gesù Penante per il pe­nante mio Direttore… che mi fa penare più di ogni altro… E ripren­do, tutta sola in camera – sono le 21 – perché Marta è alle visite al­le Sette Chiese…
   Poco fa se ne è andata la Signorina Rocchiccioli, sorella del mio Parroco, venuta per visita augurale. Dopo aver parlato di questo e quello, casca a parlare della Dora Barsottelli… definendola per quello che molti pensano e ripetendo le sue asserzioni che alla ve­nuta del marito gli verrà detto che non è malata ma è isterica (mi pare che su per giù…) e ciò perché si è invaghita del Sacerdote del luogo (?). Benissimo!… Non ci mancava che questo! Commento: se fosse santa non direbbe certe cose. La Rocchiccioli ha ragione. Ma il male è che generalizza e conclude: "Quando si era sfollati mi han­no parlato di uno, o una, che scriveva rivelazioni, dettati, che so io! E la curava P. Migliorini. A lei non gliene ha mai portati da legge­re?".
   Rispondo: "Non me ne ha mai portati". Infatti… non c'era bisogno che li portasse… Ero io che glieli davo da portare via… per tenerli lui, però…
   E termina la Rocchiccioli: "Io già non ci ho mai creduto, perché i santi non fanno sbandieramenti, e il solo fatto che vogliono essere conosciuti mostra che non sono santi. Ma per curiosità, vedendo che P. Mariano andava leggendo questi fascicoli, glieli ho chiesti. Non me li volle dare, dicendo che P. Migliorini suo superiore non dava il permesso. 'Ma se li tenga' gli ho risposto. Tanto io a credere uno santo aspetto a vederlo sull'altare. E poi! Che! Santo o santa che fosse, se non era una matta o un matto non si faceva conoscere prima e aspettava che la Chiesa lo dicesse" ecc. ecc.
   "Ha ragione" ho risposto. "L'anima che ha compreso Dio non cerca lodi e conoscimenti umani". E lo dicevo più che convinta! È la mia predica da tre anni… ma non fu mai ascoltata.
   Ma dentro, col dolore di chi vede sbriciolato nel fango più che un capolavoro umano, piangevo pensando una volta di più a tutto il male che si è fatto all'Opera di Dio. È inutile risentirsi, Padre mio. E ribellarsi alla verità che è questa. Inutile cercare di persuadere che non è un male ciò che è stato fatto contrariamente al volere di Dio e alla preghiera continua di quella che non ha mai voluto essere nota e che non voleva nota l'Opera prima della sua morte per ubbidire a Dio. Oltre la pena di dover mentire dicendo: "Non conosco ciò", c'è quella di sentire giudicare come sbaglio proprio ciò che non si è fatto, e l'Opera come esaltazione, come non si merita, e soprattutto quella di veder presa come oggetto di scherno ciò che è parola di Dio
   Quanto! Quanto! Quanto dolore! Veramente sono flagellata più che dai flagelli… Ma Tu la sai la verità, o Gesù Cristo! Tu la sai… La Rocchiccioli, ne sono convinta, lo ha detto senza malizia, ignorando di avere davanti la persona che lei criticava, e se un giorno saprà ne resterà mortificata più di me. Ma intanto quante mortificazioni, e quanto dolore per vedere spogliata l'Opera santa della sua veste dignitosa, soprannaturale! Una buffonata! Ridotta a una buffonata risibile…
   Oh! Padre! Lei, che fa la voce grossa perché Maria le addita tutta la gravità dell'errore commesso col divulgare il segreto del Re1, di questi miei spasimi, che mi fanno veramente versare pianto e vita, che ne sa? Che se ne accora?…
 È sera di Giovedì Santo… Gesù ha perdonato… e io perdono…
           


   il segreto del Re, è detto come in Tobia 12, 7.