MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 624


14 settembre 1947

   Dice Gesù:
   «Hai mai meditato su quanto vuol dire l'espressione che ricorre sulle labbra dei teologi parlando di tutti gli scritti dell'Antico e Nuovo Testamento: "Dice la Sapienza, dice il Signore"? Poco fa hai sentito dire da un predicatore: "Dice il Signore: 'Quando io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli….'". Non ha detto: "Dice Paolo"1. Ma "dice il Signore".
   Perché? Per rispetto pensando che Dio è l'informatore di ogni azione dell'uomo? Anche. Ma soprattutto perché va detta la verità. E la verità è che nei suoi amatori Dio tanto è presente che la perso­nalità, e soprattutto il pensiero di essi, si annulla in quello di Dio, e non è più Paolo, Pietro, Giovanni, Giacomo o Giuda. Pietro Paolo Giovanni Giacomo Giuda, portavoce di Dio, dicono ciò che Dio parla in loro: voce di Dio, dicono le sue parole. E così, in tempi più lontani, Isaia, Geremia, Jesai bar Sirac, Sofonia, Michea, Zaccaria… e in tempi più vicini tutte le voci del Signore, sparse nei secoli per dire agli uomini le parole di Dio. Quelle parole che sono altrettante luci, altrettante medicine, altrettante grazie.
   Vedi come è buono il Signore con quelli che sono tutti suoi? Di essi uomini fa tanto una cosa con Lui che non più essi ma Egli è loro e parla, agisce sino a potersi dire con vera parola: "dice il Signore" di ciò che la loro mano scrive. E vedi ancora come per vera giustizia essi non possono gloriarsi delle parole che scrivono, perché non di loro ma del Signore esse sono.
   Per questo ti ho sempre detto: sii sempre umile, perché, se un atomo di superbia sorgesse in te per ciò che scrivi, Io ti abbandonerei sinché un lungo sincero pentimento non ti avesse di nuovo resa accettevole al mio cuore.
   Sta' in pace, anima mia, piccola crocifissa. La croce, dopo essere stata considerata oggetto di orrore, fu esaltata per avermi portato, divenendo strumento di redenzione. I crocifissi, dopo essere stati provati nel dolore, saranno esaltati per aver compiuto in loro quanto mancava alla mia Passione.»
           


   Dice Paolo, infatti l'espressione è in 1 Corinzi 13, 1.