MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 648


6 dicembre 1947

   Dice Gesù:
   «Non ti crucciare. Quel pensiero è ombra che la luce, e anche semplicemente un pensiero onesto, disperde.
   Ma per confortarti, parlo. E manderai queste parole perché è bene che le leggano, meditino, conservino e, se lo credono utile, le uniscano all'opera al giusto momento. Momento che il loro pensiero, sempre così sveglio e acuto nel cercare, suscitare, agitare cause ed effetti – in verità tutti inconsistenti, ma però tali da darti pena – può trovare senza che Io lo indichi, usando l'intelligenza, che stancano in ricerche inutili e poco caritatevoli, per una ricerca utile e buona.
   Dico: la prova valida che non sei tu quella che scrivi per tuo proprio pensiero e sapere, è proprio data dalle frasi messe fra riga e riga e dalle correzioni visibili che si notano nei dettati. Esse sono causate dalla debolezza fisica e talora anche mentale del portavoce infermo, sopraffatto da sette malattie croniche che talora si riaccendono, tutte o in parte, dando sofferenze e debolezze di morte allo scrivente; dai disturbi materiali di ambiente dati al portavoce che scrive in condizioni di ambiente né pacifiche né comode; e soprattutto sono causate dalla differenza che è tra l'impeto delle voci, che dettano talora velocemente, e la possibilità della mano indebolita di seguire le veloci parole delle "voci" dettanti.
   Che avviene in questi casi? Che alcuni periodi rimangono interrotti e alcune frasi omesse. Il portavoce cerca di ricordarle, mentre mi segue, o segue altre "voci", per aggiungerle poi a visione finita. Ma quando lo fa non ci riesce più con esattezza e dimentica parole dette o le scrive male, quali non sono state dette.
   È allora — e vi ordino di credere a queste parole, ve lo ordino nella mia piena Maestà di Dio e Maestro divino, che può ordinare ai suoi sudditi così come ordinò ai suoi patriarchi e profeti ciò che era da non farsi e da credersi e da eseguirsi per essere suo Popolo eletto sulla Terra e suoi figli eterni nel Regno eterno — è allora che interviene e soccorre il Maestro: Io, Gesù, o l'Angelo Custode del portavoce, assistente venerabondo delle manifestazioni celesti e intelligenza angelica non soggetta a stanchezze e debolezze umane quali le ha il portavoce — che è sempre creatura umana benché sia il diletto Piccolo Giovanni che Io amo in modo straordinario — e soccorriamo lo strumento di Dio, completando i periodi rimasti interrotti, colmando le lacune avvenute nelle frasi, o dettando nuovamente, dal principio alla fine, quei brani nei quali la volontà buona ma ignorante del portavoce ha creato danni, ricostruendo perciò le lezioni quali sono state date e sono state udite. Perciò— e vi ordino di crederlo — l'Opera riporta esattamente il mio pensiero, le mie azioni, le manifestazioni mie, e le parole e azioni di mia Madre, dei Dodici, e di chi si agitava intorno a Me e a noi tutti.
   Prendete tranquilli l'Opera così come ve l'ho fatta dare. È giusta. Ed è soprannaturale.
   E lascino da parte, coloro che, più o meno convinti di ciò che dicono, sussurrano di "insinuazioni da parte del demonio e di intuizioni di spiriti di tenebre in opera di Luce", queste loro insinuazioni. Lascino da parte il demonio. Egli è più calcolatore di loro stessi. E non fa mai un lavoro che sa inutile da fare. E in questo caso il demonio sa che insinuare parole d'errore sarebbe perdere tempo e fare lavoro inutile. Perdere tempo: perché il piccolo Giovanni è molto attento e avverte subito l'accostarsi del Turbatore. Un valente, piccolo David il mio piccolo Giovanni. Frombola subito Lucifero con le parole che lo pongono in fuga. E il suo Angelo lotta insieme a lui per aiutarlo.
   Credete troppo poco, o uomini, al ministero e magistero angelico dei Custodi che Dio vi ha posti al fianco. Ma essi sono, e amorosi, attivi, sapienti, ad amare, aiutare, guidare, istruire le vostre anime. Il buon compagno non manca mai al suo compito, neppure quando l'uomo pecca e lo disgusta. Ma quando poi l'uomo vive nella grazia del Signore e lo adora e serve con tutte le sue forze, allora, così come è detto2 di Me dopo la tentazione nel deserto, "gli angeli lo servono". Credete forse che il mio Custode non abbia lottato con Me contro Satana in quell'ora? In verità che lottò! E a vittoria conseguita chiamò i suoi fratelli a sostenere le forze del Vittorioso.
   E anche il demonio non fa tentativo di guastare le parole dell'Opera con gli sputi del suo veleno, perché sa che sarebbe lavoro inutile, dato che Io veglio e tutelo la mia Parola e il mio strumento. Inoltre Io ho posto al Distruttore dei limiti che il Maledetto non può valicare.
   Invece di perdersi in supposizioni di insinuazioni diaboliche, considerino, per spiegarsi le parole scritte fra le righe o ricopiate, l'unico vero motivo di esse. Motivo umano, non sovrumano. Naturale, non preternaturale. Naturale, dico. Considerino lo stato del portavoce, e come e dove egli scrive. Questo solo considerino.
   Intorno a lui non è la tranquilla pace di un convento e di una cella monastica, dove è facile raccogliersi per comporre lezioni e predicazioni. Ma il portavoce ha intorno l'ambiente di una casa comune, che le voci dei coabitanti disturbano, che disturba il prossimo che Io ho imposto3 al portavoce di accogliere sempre, e per motivo di carità, e per riparare ai danni che l'imprudente condotta dei preposti a tutelare il "segreto del Re"4 hanno avuta, suscitando esaltazioni dannose all'Opera e dolorose al portavoce.
   In verità, per la carità che il portavoce esercita verso il suo prossimo secondo il mio comando, il prossimo non si fa riguardo di ricorrere al portavoce per tutte le sue necessità o bisogni di conforto. E questo, se fa fiorire molti fiori di pazienza e carità nelle aiuole del portavoce, fa fiorire anche disturbi per il suo lavoro di portavoce.
   È detto e stabilito dai sapienti della mia Chiesa, in merito a coloro che vivono una vita straordinaria, che mentre essi sono nell'estasi — sia essa incompleta per dare loro modo di dettare o scrivere le rivelazioni che hanno, o completa — la loro intelligenza aumenta di capacità di intendere, comprendere e riferire, mentre poi, usciti dall'estasi, essi tornano alla loro intelligenza propria. È quello che avviene nel piccolo Giovanni, "un'aquila mentre Io lo investo, una colombina quando Io non lo investo più dei miei fulgori".
   È detto anche, ed è stabilito, che pur essendo la rivelazione, fatta da Dio ad anima scelta per missione soprannaturale e straordinaria, sempre perfetta, può essere interpretata e riferita con errori accessori dalla creatura, e ciò perché la perfezione divina o celestiale si mescola e confonde alla pochezza della creatura e può uscirne alterata in qualche particolare. È per questo che Io veglio, e l'Angelo del piccolo Giovanni veglia, per ristabilire il pensiero così come è stato dettato e come per cause esterne è stato spezzato e involontariamente mal ricostruito dal portavoce.
   Ma ripeto: così come vi è stata data, l'Opera riporta la verità esatta e completa del mio insegnamento.
   Qualcuno obbietta: "Il Signore poteva dare forza, velocità, memoria, capacità intellettiva allo scrivente, e quiete intorno a lui, per impedire i ritocchi che ci dànno noia".
   Tutto potevo dare, anche scrittura chiara e sicura. Ma non le ho volute dare per impedirvi di dire: "Non c'è calligrafia tremula, non appare stanchezza né lentezza nello scrivere, dunque le pretese infermità del portavoce sono una simulazione". C'è già chi lo dice… Non le ho volute dare per impedirvi di dire: "Non c'è una frase aggiunta, non un errore nell'aggiungerla, dunque il portavoce non è un portavoce, ma un autore umano che sa ciò che vuole scrivere, o per averlo imparato altrove, o per capacità propria". C'è già chi lo dice…
   E a quest'ultima cosa rispondo: "Non è così. Ma se così fosse, starebbe a dimostrare che se, per capacità propria, indotto come è, il piccolo Giovanni dice parole divine, allora è palese che l'Autore della Sapienza, lo Spirito Santo, vive in lui con la pienezza dei suoi doni. Perciò ancora l'Opera è parola di Dio".
   Tutto potrei fare. Anche distruggere l'Opera e dettarla poi nuovamente. Sarebbe una ripetizione esatta (nei punti dettati da voci soprannaturali) di quella distrutta. Le differenze si riscontrerebbero soltanto nei vocaboli usati dal portavoce per descrivere luoghi ed episodi. Sarebbe una ripetizione esatta dell'opera distrutta, così come è avvenuto per le profezie di Geremia arse da Joachim re di Giuda (Geremia c. 36 v. 32). Ma allora con più gran voce gridereste: "Vedete che il portavoce non è ispirato, non raccoglie voci celesti, ma scrive di suo?". E cerchereste di demolire una pace e un'Opera. La pace del portavoce. L'Opera del vostro Signore Iddio.
   Oh! in verità che Io sento sdegno di certi pensieri, azioni, giudizi sul mio volere e sul mio piccolo Giovanni! In verità vi dico che la scienza vi ha messo scaglie spesse alle pupille e torpori all'intelletto, per cui non mi riconoscete là dove splendo come Maestro e Dio.
   Non vogliate addolorare lo Spirito Santo, della cui amicizia avete tanto bisogno, col negare la sua azione – ogni rivelazione e opera ispirata ha il Paraclito per Autore – e col fare guerra e osteggiare un suo tabernacolo. Anche i sapienti d'Israele fecero guerra e perseguitarono lo Spirito Santo visibile nelle parole e azioni del Verbo, ma bene a loro non ne venne.
   Ho detto5: "Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata a chi si pente, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. Quanto sarà detto contro il Figlio dell'Uomo verrà perdonato, ma non sarà perdonato ciò che è detto o fatto contro lo Spirito Santo". Parole che contengono ancora i comandamenti primi6, coll'adempimento dei quali si ha la vita eterna: "Ama il tuo Dio con tutto te stesso. Ama il tuo prossimo".
   Amore: salvezza. Non amore: offesa all'Amore divino, ossia allo Spirito Santo per Se stesso o presente nei templi vivi, il prossimo vostro. Impugnare le sue parole o misconoscerle è fare offesa all'Amore. Perseguitare un suo strumento è offendere l'Amore che sapientemente sa perché ha scelto quello strumento.»
           


   è detto, in Matteo 4, 11Marco 1, 13.
           
   2 ho imposto, per esempio nei "dettati" del 13 e 26 giugno 1943.
           
   3 segreto del Re, come in Tobia 12, 7.
           
   4 Ho detto, in Matteo 12, 31-32.
           
   5 i comandamenti primi, in Deuteronomio 6, 5 (amare Dio) e in Levitico 19, 18 (amare il prossimo).