MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 660


28 aprile 1948

   (1° anniversario della fine dell'Opera). Ore 9,50

   Fra ondate di profumi intensissimi, che da ieri sera e per tutta la notte sino ad ora si susseguono, dice Maria Ss:
   «Figlia mia, le stesse rose dell'Amore eterno furono, dall'An­nunciazione all'Assunzione, roveto di spine per me. Per questo, nel tuo roveto di spine sta' contenta pensando che sei come la Madre tua e la tua Regina. Soltanto dopo aver finito il tempo cogliamo dal roveto, tramutato in roseto, rose eterne che dànno soltanto ineffabile, inesprimibile, perenne gaudio.
   Prega molto. Perché la mia Epifania possa splendere ovunque, at­traendo spiriti innumeri alla Stella di Dio, e la mia Pentecoste si compia e si rinnovino i cuori degli uomini, dando pace alla Chiesa, al mondo, salvezza agli uomini in questa e nell'altra vita, e gloria a Dio. Non ti stupire di nulla di quanto ti può accadere, nel maggio, di straordinario. Voglio compensarti, spiritualmente, di tanto. Ma cerca solitudine, perché il velo steso sui misteri dell'Amore non può essere alzato alla presenza di tutti, ma solo davanti alla presenza di quelli che l'Amore infinito permette che vedano, gustino, conoscano…
   Sta' in attesa ardente nel tuo minimo cenacolo come io nel nostro. Ama e prega. »