MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNETTI CAPITOLO 760


22 febbraio 1949

   Dice Gesù
   «Nell'imitazione perfetta del Figlio dell'Uomo, l'uomo può conseguire quella perfezione che Io ho proposta ai miei discepoli: la perfezione di Dio Padre. Sarei stato stolto se avessi preteso che l'uomo, formato di carne e spirito, limitato ed aggravato dall'eredità di Adamo, fosse perfetto come Dio che è Purissimo e Divino Spirito. Ma come il Figlio di Dio, che è uguale nella divinità e perfezione al Padre suo ma uguale in umanità a voi uomini, in tutto simile men che nella colpa, seppe esser perfetto come il Padre suo, così voi, imitando l'Uomo-Dio nella sua perfezione, potete raggiungere quella perfezione che Io ho proposto come misura certa per conseguire il gaudio eterno e che può dall'uomo ricreato in Grazia essere conseguita, se mette in pratica la mia dottrina».

   Dopo il discorso papale per la condanna di Mindszenty. Dice Gesù
   «Sì. Ma vorrei dell'altro. In chi parla e in chi approva. Vorrei uguale misura di giustizia per tutti. Perché tutte le anime hanno gli stessi diritti e doveri davanti agli occhi di Dio e degli uomini. Non ci sono due pesi e due misure per giudicare con una i potenti, o i prossimi, o coloro dai quali si spera utile o si temono rappresaglie, e con l'altra i "piccoli" del gregge, quelli che sono numero, parte minuscola del Mistico Corpo, quelli che sono inermi e non fanno paura e che si pensa di poterli opprimere, depredare, calunniare senza che accada palese scandalo. 
   Che differenza è fra l'anima di Giuseppe Mindszenty e quella di Maria Valtorta? Nessuna. L'anima non porta la porpora del Sacerdote Principe della Chiesa. Porta solo una porpora: quella della sua santità. E quella le viene dalla sua volontà d'essere santa per amore a Dio. 
   L'anima, ogni anima, è stata creata da Dio e predestinata alla Grazia per il Cristo. 
   L'anima, ogni anima che è fedele al suo ultimo fine, è uguale ai miei Occhi, ha lo stesso valore, gli stessi diritti sia presso Dio che presso la Chiesa. E se si alzano strida per l'ingiusto procedere verso un Porporato Pastore, perché si procede poi, dagli stessi che alzano strida, con ingiustizia uguale verso un'anima che porta la porpora del sacrificio e dell'amore? 
   Con quale ardire si gridan forte le domande, che già sono risposte, se è possibile una Chiesa (e per Chiesa dico Papa) che tace là dove dovrebbe parlare (con santità e giustizia in tutti i casi, non per uno solo di un suo dignitario), una Chiesa che indebolisce la Legge di Dio adattandola al gusto dei voleri umani (piegandosi al volere di intelletti pieni del lievito che Io ho ordinato ai miei Apostoli di non prendere1), una Chiesa che non si oppone all'oppressione delle coscienze, e non tutela i diritti e libertà del popolo (mentre qui si permette l'oppressione di una coscienza innocente e non soltanto non si tutelano i suoi diritti e libertà ma si conculcano), una Chiesa che resta chiusa e chiude (in luogo di aprirsi per lasciar andare la mia Parola, nuovamente donata, ad istruire le genti)? 
   E se il Papa non può tacere quando con astuzia e violenza si conculca la libertà di amare Dio e la Chiesa, posso tacere Io quando in verità si conculca a Me, Dio, la libertà di eleggere un'anima al mio servizio e di dare alla stessa un dono per tutti coloro che credono in Me? Posso tacere Io quando vedo che si giunge a punire con un carcere morale e spirituale sacrificando l'anima da Me eletta perché rea di servirmi? E se condannate giustamente l'ingerenza dei dittatori sulla suprema libertà dell'uomo di amare e servire Dio, come cadete nello stesso peccato, ingerendovi con violenze dittatoriali nella mia divina libertà di eleggere un'anima e di dare ad essa un dono e nella sua libertà di servirmi straordinariamente? 
   Io ho insegnato che l'azione deve essere uguale alla parola per non essere idoli e menzogna. Ho insegnato a non fare ad altri ciò che non vorreste fatto a voi stessi. Ho insegnato a non scandalizzare i piccoli. Ho insegnato a non perdere i figli che vi ho affidato. 
   Costei non si perderà. È nelle mie braccia. Ma molti altri - perché lo scandalo urla da sé ed invano tentate soffocarlo, perché la verità viene sempre alla luce e grida e accusa e corona di ignominia i persecutori e di gloria i perseguitati - ma molti altri si scandalizzeranno.
   E non vi è utile che là dove è già tanto tiepida la fede e attivo il razionalismo, forte l'indifferenza, fortissima la paura, facilissimo il tradire e l'abiurare per salvarsi l'esistenza, già ben radicato il comunismo e attivo, lo scandalo sgretoli ancor più e disperda i malvivi fedeli.
   Non vi lusinghino gli osanna. Precedono sempre il crucifige. 
   Eppur dovreste ricordarvi gli osanna all'uomo idolo, che poi gli stessi che lo avevano mille volte osannato uccisero come belva pericolosa e del cadavere fecero ludibrio così come Io avevo detto al portavoce tanto tempo prima! Dovreste ricordare quei clamanti osanna poi soffocati da ancor più clamanti urli di condanna e scherno! E quell'idolo era più idolatrato di voi. Più ardenti i suoi seguaci e più numerosi. E poi? La morte ignominiosa. 
   E siete forse da più del Dio fatto Uomo? E il Dio fatto Uomo cinque dì dopo l'osanna non fu schernito, condannato e ucciso dall'odio di tutto il popolo che lo aveva osannato? E fra i suoi amici ve ne fu uno solo che tentasse di strapparlo ai suoi carnefici?    
   Oh! Voi mi provocate ed irridete. Perché Me provocate, non lo strumento. Ed Io rispetto la vostra libertà di nuocere. Ma non chiamatemi poi in soccorso. Che non verrò e rispetterò la libertà altrui di nuocervi. 
   Non amate Dio-Carità? Abbiatevi allora Dio-Giustizia tremenda».

   E a me: «E tu giubila, anima mia, perché hai così il segno di essere veramente mia. Ai veramente miei do il mio segno: l'essere perseguitati, accusati, condannati ingiustamente. Ricorda di temere sempre sulla verità di uno che abbia veste o si professi mio servo se non lo vedi perseguitato. 
   Il mio vero discepolo passa per le prove che provarono il Maestro e per quelle che il Maestro profetizzò ai Dodici quando li preparò alla missione. Rileggi il c. X di Matteo e ti ritroverai nella veste più bella: quella di mia discepola, amata da Me per questo, odiata per questo dagli altri. 
   Leggi la Sapienza nella I parte del III capitolo e in tutto il V, e ancor ti ritroverai per quel che sarai dopo la povera vita e per quello che altri saranno. E leggi l'ultimo del libro di Giobbe.    
   Dio lascia fare agli ingiusti censori sino ad un punto, poi il suo furore divampa su essi nel mentre effonde la sua benignità che è trionfo del giusto sul giusto ingiustamente oppresso. 
   L'unica cosa che ha valore è non avermi offeso ma amato, ubbidendo ad ogni mio volere. Ciò ha valore eterno. 
   Lo hai fatto. Giubila quindi per essere segnata del segno dei veri discepoli e per il tuo futuro destino: "Quis ascendit in montem Domini aut quis stabit in loco sancto eius? Innocens manibus et mundo corde"
   A te la mia pace».


   1 Lc 12, 1