MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME III CAPITOLO 182



CLXXXII. Discorso ad alcuni pastori con il piccolo orfano Zaccaria.

   9 giugno 1945.

   182.1 Il ritorno di Pietro avviene solo al mattino di poi. Ed è più calmo della partenza, perché Pietro non ha trovato che buona accoglienza in Cafarnao e la città ripulita da Eli e Gioacchino.
   «Devono essere loro quelli del complotto. Perché io ho chiesto ad amici quando se ne sono andati, e ho capito che non erano più tornati dopo essere stati dal Battista come penitenti. E credo che non torneranno tanto presto, ora che ho detto che erano presenti all’arresto… C’è subbuglio per questo arresto del Battista… E mi studierò di farlo sapere anche alle zanzare… È l’arma più buona per noi. Ho incontrato anche il fariseo Simone e… Ma se è come mi è apparso mi sembra ben disposto. Mi ha detto: “Consiglia il Maestro a non seguire il Giordano nella valle occidentale. È più sicura l’altra parte”, ha detto marcando le parole. E ha finito: “Io non ti ho visto. Io non ti ho parlato. Ricordalo. E regolati per il bene mio, tuo e di tutti. Di’ al Maestro che gli sono amico”, e guardava in su come parlasse al vento. Sempre, anche nel fare cose buone, sono falsi e… e, dirò, strani, per non avere rimprovero da Te. Però… eh! però sono andato a dare una toccatina al centurione. Così… dicendo: “Sta bene il tuo servo?”; e avutane conferma ho detto: “Meno male! Guarda di tenerlo sano, perché l’insidia è sul Maestro. Il Battista è già preso…”; e il romano ha capito a volo. Furbo l’uomo! Ha risposto: “Dove è un’insegna sarà una guardia su Lui, e vi sarà chi ricorda agli israeliti che sotto il segno di Roma non è permesso il complotto, pena la morte o la galera”. Sono pagani… ma lo avrei baciato. Mi piace la gente che capisce e che fa! Possiamo andare allora».
   «Andiamo. Ma non occorreva tutto questo», dice Gesù.
   «Occorreva, occorreva!».
   Gesù si accomiata dalla famiglia ospitale e anche dal neodiscepolo, al quale deve avere dato istruzioni.

   182.2 Sono di nuovo soli, il Maestro con gli apostoli, e vanno per la campagna fresca, per una via che ha preso Gesù con stupore di Pietro che voleva prenderne un’altra.
   «Ci si allontana dal lago…».
   «Arriveremo sempre in tempo per ciò che devo fare».
   Gli apostoli non parlano più e vanno verso un piccolo villaggio, un pugno di case, sperso per la campagna.
   Vi è un grande dindolare di greggi dirette alle pasture dei monti. Quando Gesù si ferma per lasciare passare un gregge numeroso, i pastori se lo accennano radunandosi in gruppo. Si consultano ma non osano di più.
   È Gesù che rompe gli indugi e le incertezze traversando il gregge che si è fermato a brucare l’erba ben folta. Va diritto ad accarezzare un pastorello che è verso il centro dell’ammasso lanuto e belante delle pecore. Gli chiede: «Sono tue?». Lo sa bene Gesù che non sono del bambino, ma lo vuole far parlare.
   «No, Signore. Io sono con quelli. E le mandre sono di molti padroni. Ci siamo riuniti per i banditi».
   «Come ti chiami?».
   «Zaccaria, figlio di Isacco. Ma il padre mi è morto ed io servo perché siamo poveri e la mamma ha tre altri più piccoli di me».
   «È tanto che ti è morto?».
   «Tre anni, Signore… e non ho più riso perché sempre la mamma piange ed io non ho più chi mi carezzi… Io sono il primogenito e la morte del padre mi ha fatto uomo che ero ancora fanciullo… Non devo piangere ma guadagnare… Ma è tanto difficile!». Infatti le lacrime cadono anche ora sul visetto troppo serio per la sua età.
   I pastori si sono avvicinati e così gli apostoli. Un gruppo d’uomini in un muoversi di pecore.
   «Non sei senza padre, Zaccaria. Un Padre santo ti è nel Cielo e ti ama sempre, se sei buono, e il padre tuo non ha cessato di amarti perché è in grembo ad Abramo. Lo devi credere. E per questa fede essere sempre più buono». Gesù parla dolcemente e carezza il bambino.

   182.3 Un pastore osa chiedere: «Tu sei il Messia, non è vero?».
   «Sì, lo sono. Come mi conosci?».
   «So che Tu sei per la Palestina e so che dici parole sante. Ti riconosco per questo».
   «Andate lontano?».
   «Sugli alti monti. Vengono i calori… Non ci dirai la tua parola? Lassù dove noi siamo parlano solo i venti e delle volte parla il lupo e fa strage, come per il padre di Zaccaria. Abbiamo desiderato vederti per tutto l’inverno, ma non ti abbiamo mai trovato».
   «Venite all’ombra di quel boschetto. Vi parlerò». E Gesù va per primo, tenendo il pastorello per mano e carezzando con l’altra le agnelle che alzano il muso belando.
   I pastori radunano il gregge sotto il bosco di piante da taglio e, mentre le pecore si accosciano ruminando oppure brucano e si strofinano ai tronchi, Gesù parla.

   182.4 «Avete detto: “Lassù dove noi siamo parlano solo i venti e delle volte parla il lupo e fa strage”. Quello che avviene lassù avviene nei cuori per opera di Dio, dell’uomo e di Satana. Perciò potete avere lassù quanto avreste in ogni luogo.
   Conoscete abbastanza la Legge per sapere i suoi dieci comandi? Anche tu, bambino? E allora avete sufficienza di sapere. Se voi praticherete con fedeltà quanto Dio ha dato per comando sarete santi. Non lamentatevi di essere lungi dal mondo. Siete preservati da molta corruzione perciò. E Dio non vi è lontano ma più vicino in quella solitudine, dove parla la sua voce nei venti da Lui creati, nelle erbe e nelle acque, che non fra gli uomini. Vi insegna una grande, anzi molte grandi virtù questo gregge. Esso è mansueto e ubbidiente. Di poco si accontenta ed è grato per ciò che ha. Sa amare e riconoscere chi lo cura ed ama. Fate altrettanto dicendo: “Dio è il nostro Pastore e noi siamo le sue pecore. Il suo occhio è su noi. Egli ci tutela e ci concede non ciò che è fonte di vizio ma necessità di vita”.
   E tenete lontano il lupo dal cuore. Il lupo sono gli uomini malvagi che forse vi sobillano e seducono a male azioni per ordine di Satana, ed è Satana stesso che vi tenta al peccato per sbranarvi. Vigilate. Voi pastori sapete le abitudini del lupo. Egli è astuto per quanto le pecore sono semplici e innocenti. Si accosta piano, dopo avere osservato dall’alto le abitudini del gregge, scivolando fra i cespugli si avvicina, e per non attirare l’attenzione si immobilizza poi in posizioni di pietra. Non pare un grosso masso rotolato fra le erbe? Ma poi, quando è sicuro che nessuno vigila, balza e azzanna. Così fa Satana. Vi sorveglia per sapere i vostri punti deboli, si aggira a voi d’intorno, pare innocuo e assente, rivolto altrove, mentre tiene d’occhio voi, e poi all’improvviso balza per trarvi in peccato e vi riesce qualche volta.
   Ma presso di voi vi è un medico ed un pietoso. Dio e il vostro angelo. Se vi siete feriti, se siete caduti malati, non scostatevi da loro come fa il cane divenuto rabbioso. Ma anzi piangendo gridate a loro: “Aiuto!”. Dio perdona chi si pente, e l’angelo vostro è pronto a supplicare Dio per voi e con voi.

   182.5 Amatevi fra voi ed amate questo bambino. Ognuno deve sentirsi un poco padre dell’orfano. La presenza di un bambino fra voi moderi ogni vostra azione col freno santo del rispetto verso il fanciullo. E la vostra presenza presso di lui supplisca a ciò che la morte gli ha levato. Bisogna amare il prossimo. Questo piccolo è il prossimo che Dio vi confida in modo speciale. Educatelo buono e credente, onesto e senza vizi. Egli è ben da più di una di queste pecorelle. Ora se voi avete cura di queste perché sono del padrone, che vi punirebbe se voi le lasciaste perire, quanto più dovete avere cura di quest’anima che Dio vi affida per Lui e per il padre morto. La sua condizione di orfano è ben triste. Non rendetela più grave coll’approfittarvi del suo essere piccolo e solo per angariarlo. Pensate che Dio vede gli atti e le lacrime di ogni uomo e di tutto tiene conto per premiare e per punire.
   E tu, fanciullo, ricorda che non sei mai solo. Dio ti vede e lo spirito di tuo padre pure. Quando qualcosa ti turba e ti consiglia a fare il male, di’: “No. Non voglio essere orfano in eterno”. Lo saresti se dannassi il tuo cuore col peccato.
   Siate buoni. Io vi benedico perché tutto il bene sia con voi. Se avessimo fatto la stessa via, vi avrei parlato ancora a lungo. Ma il sole si alza e voi dovete andare, ed Io pure. Voi a mettere al sicuro dall’ardore le pecore, Io a levare da un altro ardore, più tremendo, dei cuori. Pregate perché essi sentano in Me il Pastore. Addio, Zaccaria. Sii buono. La pace a voi».
   Gesù bacia il pastorello e benedice, e mentre il gregge si avvia lento Egli lo segue con lo sguardo e poi riprende la sua via.

   182.6 «Hai detto che andiamo a levare da un altro ardore i cuori… Dove andiamo?», chiede l’Iscariota.
   «Per ora fino a quel punto più ombroso e dove è quel rio. Ivi mangeremo e poi saprete dove andiamo».

   Gesù dice: «Qui inserirete il secondo momento della conversione di Maria di Magdala avuto lo scorso anno, il 12 agosto 1944 (B 964) (titolo: “Pietro, non la insultare. Prega per i peccatori”)».