MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VI CAPITOLO 380



CCCLXXX. Gli apostoli esortati ad amare, a conclusione del ritiro sul monte Carit.

   9 febbraio 1946.

   380.1Da un gruppo montagnoso, che pare occupato e preoccupato di elevarsi sempre più — ed ogni, dirò così, fase del suo sforzo è segnata da un’a­spra catena di colline rocciose, dalle coste dirupate, a picco, tagliate da valli strette come tagli giganteschi, incoronate da creste selvagge — si possono intravvedere incidentalmente squarci di mar Morto, messo a sud est del luogo dove sono gli apostoli col Maestro. Il Giordano e la sua vallata fertile e pacifica non si vedono, e non si vede Gerico né altre città. Solo monti e monti che si alzano in direzione della Samaria, e il cupo mar Morto fra due squarci pontuti di monte. In basso, un torrente in direzione ovest-est, che va certo al Giordano. Grande stridere di falchi e gracchiare di corvi nel cielo di un azzurro vivo. Grande cinguettio di uccelli fra le fronde delle pendici selvagge. Un flautare di venti per le gole, portanti odori e rumori lontani, oppure soverchianti anche quelli vicini, a seconda che sono lievi o intensi. Qualche rumore di sonagli che sale dalla strada che certo è a valle. Qualche belato di pecora che pascola sui pianori. Qualche rumore d’acque che stillano e che scrosciano da rocce e da torrenti. Ma la stagione è buona, asciutta, tiepida, le pendici sono tutte uno smalto di fiori sullo smeraldo dell’erba, e ancora fiori, a grappoli e festoni, pendono dai tronchi e dalle fronde, e lieto è l’aspetto del luogo. 

   Lietissimi, di una letizia soprannaturale, sono i volti dei tredici lì raccolti. Il mondo è stato dimenticato. È lontano… Gli spiriti hanno ripreso l’equilibrio scosso da tanti urti, hanno potuto rientrare nell’alone di Dio, ossia della pace. E pace si legge sui volti.

   380.2Ma la sosta è finita e Gesù ne parla. E Pietro ripete la sua preghiera del Tabor: «Oh! perché non rimaniamo qui? È bello stare qui con Te!».
   «Perché il lavoro ci attende, Simone di Giona. Non possiamo essere soltanto dei contemplativi. Il mondo ci aspetta per essere ammaestrato. Non possono sostare gli operai del Signore finché ci sono campi da seminare».
   «Ma allora… io, che divento un poco buono solo quando mi isolo così, non potrò mai… Il mondo è tanto grande! Come potremo lavorarlo tutto e prima di morire riuscire a raccogliersi[38] in Te?».
   «Non lo lavorerete certo tutto. Secoli e secoli ci vorranno. E quando una parte sarà lavorata, Satana vi entrerà a sciupare il fatto. Sarà perciò un lavoro continuo fino alla fine dei secoli».
   «Oh! allora come potrò prepararmi a morire?». Pietro è proprio sconsolato.
   Gesù lo rassicura abbracciandolo e dicendo: «Ne avrai il tempo. Non occorre molto. Basta un attimo di raccoglimento perfetto per prepararsi a comparire davanti a Dio. Ma tu ne avrai tutto il tempo. Del resto, sappi che la esecuzione del volere di Dio è sempre preparazione alla morte in santità. Se Dio ti vuole attivo e tu ubbidisci, tu ti prepari meglio nell’azione ubbidiente che se ti chiudessi fra le rocce più solitarie a pregare e contemplare. Ne sei persuaso?».
   «Certo! Lo dici Tu! Allora che dobbiamo fare?».
   «Spargervi per le vie delle valli. Radunare chi sarà ad attendermi, predicare il Signore e la Fede finché Io verrò».
   «Resti solo?».
   «Ma sì. Non temete.

   380.3Vedete che il male serve al bene qualche volta. Qui Elia fu sfamato dai corvi[39]. Noi possiamo dire che gli avvoltoi feroci ci sfamarono».
   «Pensi che sia stato un movimento di conversione?».
   «No. Ma la carità, sia pure mossa dal pensiero che usando generosità ci avrebbero messi in condizioni di non tradirli…».
   «Ma noi non li avremmo traditi!», esclama Andrea.
   «No. Ma essi, gli infelici ladroni, non lo sanno. Nulla di spirituale opera in loro, carichi come sono di delitti».
   «Signore, Tu dicevi che la carità… Che volevi dire?», chiede Giovanni.
   «Volevo dire: la carità che ci hanno usata non sarà senza ricompensa, almeno nei migliori. La conversione, non avvenuta ora, può operarsi lentamente, ma può venire. È per questo che vi ho detto: “Non respingeteli nelle loro offerte”. E le ho accettate benché mi sapessero fetore di peccato».
   «Ma Tu neppure ne hai mangiato…».
   «Ma non ho mortificato i peccatori col respingerli. Avevano un movimento iniziale di bontà. Perché distruggerlo? Quel torrente là in fondo non ha inizio dalla sorgiva che goccia da quel dirupo? Ricordatevelo sempre. È lezione per la vostra vita futura. Per quando Io non sarò più fra voi. Se troverete sulle vie dei vostri viaggi apostolici dei delinquenti, non siate come i farisei, i quali sprezzano tutti e non si curano di sprezzare per primi sé stessi, corrotti come sono. Ma avvicinateli con amore grande. Vorrei poter dire con “infinito amore”. Lo dico, anzi. Ed è possibile che ciò avvenga anche se l’uomo è “finito, limitato” nei suoi atti e azioni.

   380.4­Sapete come l’uomo può possedere infinito amore? Essendo talmente unito a Dio da essere tutt’uno con Dio. Allora veramente, scomparendo la creatura nel Creatore, opera il Creatore, il quale è infinito. E così, uni col loro Dio per potenza di amore che tanto si stringe all’Origine da fondersi ad essa, devono essere gli apostoli miei. Non sarà per come parlerete, ma per come amerete che convertirete i cuori. Troverete peccatori? Amateli. Soffrirete per discepoli che si traviano? Cercate di salvarli con l’amore. Ricordate la parabola della pecorella smarrita. Oh! per secoli e secoli essa sarà il richiamo dolcissimo lanciato ai peccatori. Ma sarà anche l’ordine sicuro dato ai sacerdoti miei. Con ogni arte, con ogni sacrificio, anche a costo di perdere la vita nel tentativo di salvare un’anima, con ogni pazienza, voi dovrete andare cercando gli smarriti per riportarli all’Ovile. L’amore vi darà gaudio. Vi dirà: “Non temere”. Vi darà un potere di espansione nel mondo quale Io stesso non ebbi.
   Non deve più l’amore dei giusti futuri essere messo come un segno esteriore sul cuore e sul braccio, come dice[40] il Cantico dei Cantici. Ma deve essere messo nel cuore. Deve essere la leva che spinge l’anima ad ogni azione. E ogni azione deve essere sovrabbondanza della carità che non si appaga più di amare Dio o il prossimo soltanto mentalmente, ma scende nell’agone, in lotta con i nemici di Dio, per amare Dio e prossimo anche contingentalmente, in azioni anche materiali, vie ad azioni più vaste e perfette che terminano alla redenzione e santificazione dei fratelli. Per la contemplazione si ama Dio, ma per l’azione si ama il prossimo; né i due amori sono scissi perché uno solo è l’amore, e amando il prossimo amiamo Dio che ci comanda questo amore e che il prossimo ci ha dato per fratello.

   380.5­Non potrete voi, e non potranno dire i sacerdoti futuri, di essere miei amici se la carità vostra e di loro non si volgerà tutta alla salvezza delle anime per le quali Io mi sono incarnato e per le quali patirò. Io vi do l’esempio di come si ama. Ma ciò che Io faccio, voi, e quelli che verranno dopo di voi, dovete fare. Il nuovo tempo viene. Quello dell’amore. Io sono venuto a gettare questo fuoco nei cuori, ed esso crescerà ancora dopo la mia Passione e Ascensione e vi incendierà quando l’Amore del Padre e del Figlio scenderà a consacrarvi al ministero.
   Divinissimo Amore! A che tardi a consumare la Vittima e ad aprire gli occhi e le orecchie, a sciogliere le lingue e le membra a questo mio gregge, onde vada fra i lupi e insegni che Dio è Carità e che chi non ha in sé carità non è che un bruto e un demone? Oh! vieni, Spirito dolcissimo e fortissimo, e incendia la Terra, non per distruggerla ma per purificarla. Incendia i cuori! Fànne degli altri Me, dei Cristi, ossia degli unti dall’a­mo­re, operanti per amore, santi e santificanti per amore.
   Beati coloro che amano perché saranno amati, e non cesserà un momento la loro anima di cantare a Dio insieme agli angeli fino a che canteranno l’eterna gloria nella luce dei Cieli. Così sia di voi, amici miei. Ora andate e fate con amore ciò che vi ho detto».

[38] riuscire a raccogliersi, espressione troppo immediata, starebbe per riuscire a farlo raccogliere.
[39] sfamato dai corvi, come è detto in: 1 Re 17,2-6.
[40] dice, in: Cantico dei cantici 8, 6.