MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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AUTOBIOGRAFIA CAPITOLO 7


Senza Titolo

Quelli che piangono sono quelli che sanno
 (Ruysbroeck1)

 
    Oggi è il 10 marzo, mercoledì delle Ceneri. Si inizia perciò la Quaresima. Tempo sempre pieno per me di avvenimenti che lasciano un segno incancellabile. Se si guarda bene, molte delle cose principali della mia vita sono accadute in quel tempo che va dal mercoledì delle Ceneri alla Pasqua.
   La nascita per prima cosa. Sono, proprio come la violetta, un fiorellino quaresimale. Sbocciai alla vita e alla grazia in questo tempo di penitenza anticipatoria della Pasqua, e i miei occhietti, che piangevano per aver perduto il Cielo, videro per prima cosa il paramento di mestizia della Chiesa… In quaresima la prima confessione. In quaresima la mia entrata in collegio. In quaresima la mia uscita di collegio e ritorno in famiglia. In quaresima il mio primo risveglio all'amore umano. E in quaresima, infine, i miei abbracci più intimi con Dio quando l'amore umano, essendo morto come effimero fiore non fatto per l'anima mia, cedette il posto all'Amore unico, a Colui che già si era mostrato e fatto amare, dalla puerizia, col suo volto arrubinato di sangue e le membra trafitte.
   Nata in periodo di mestizia e penitenza, destinata ad amare il Gesù-doloroso, è ben giusto che io debba aver conosciuto per tempo il pianto, sempre più pianto. Sia benedetto esso pure, che fu la rugiada che dissetò la pianticella dell'amore e fece di essa un «grande albero sui cui rami gli uccelli dell'aria vengono a riposarsi».
   Il granellino di senapa2, il più piccolo di tutti i semi e che è simbolo del regno dei cieli, per me è l'Amore. Perché solo l'Amore ci può dare, a noi così imperfetti, capacità di conquistarci il regno dei cieli. Ma l'amore che Dio aveva deposto, piccolo seme, nell'anima pargoletta, era sceso in essa in un con una stilla del pianto divino, e aveva bisogno di pianto, di dolore per mettere radici e fronde e innalzarsi fino al cielo…
   Ma per giungere al cielo ha dovuto, dopo aver dibattuto sé stesso sotto tutte le raffiche tentando liberarsi dal dolore, raccogliere i suoi rami in forma di croce e su questa inchiodare me stes­sa. Oh! allora l'albero alimentato di pianto, scaldato dal­l'amo­re, potato dal dolore, è divenuto gigante, e spero che la sua fronda, viva in eterno, fornisca al mio angelo la palma e il tralcio per la mia corona di vittoria e la mia insegna di martirio.
 


   Ruysbroeck è Giovanni di Ruysbroeck (1293-1381), sacerdote e mistico fiammingo, beato, detto "Doctor Admirabilis". La citazione, ripetuta a p. 88, è presa dalla sua opera "L'ornamento delle nozze spirituali", che Maria Valtorta possedeva e che, quasi certamente, sarà la fonte anche di altre citazioni dette di Ruysbroeck o anonime.

  2 granellino di senapa fa parte del contesto della citazione che precede, presa da: Matteo 13,32; Marco 4,32; Luca 13,19.

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