MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 2


Domenica di Quinquagesima


3 marzo 1946

   Introito: Salmo 31 (30), 2-4.
   Orazione: Esaudisci, te ne preghiamo o Signore, le nostre suppliche con ogni clemenza, e dopo averci sciolti dai lacci dei peccati, tien lungi da noi ogni avversità.
   Epistola: 1 Corinzi 13, 1-13.
   Graduale: Salmo 77 (76), 15-16.
   Tratto: Salmo 100 (99), 1-2.
   Vangelo: Luca 18, 31-43.
   Offertorio: Salmo 119 (118), 12-13.
   Segreta: Quest'ostia, te ne preghiamo o Signore, cancelli i nostri peccati e santifichi i corpi e le anime dei tuoi servi, da poter celebrare questo sacrifizio.
   Comunione: Salmo 78 (77), 29-30.
   Dopocomunione: Ti preghiamo, o Dio onnipotente, a far sì che noi, dopo aver ricevuti i celesti alimenti, siamo per essi fortificati contro ogni avversità.
  

   Dice Azaria:
   «Vieni, comprendiamo insieme la Liturgia d'oggi. Perché pensa, anima mia, che così farebbe il Signore, sempre, se anche gli uomini ti escludessero da ciò che è la vita della Congregazione dei santi sulla Terra. Egli ti nutrirebbe della sua Parola che è Assoluzione e Comunione, che è Crisma e Viatico, che tutto è per coloro che vivono in Lui.
   Anche oggi io te la farò gustare, a te, come portavoce, per questa tua missione. Ascolta l'Introito. Oh! in verità Egli è la rocca e il rifugio di coloro che lo amano e lo è ancor più per quelli che per essere al suo servizio in maniera speciale sono soggetti come cittadella e come reggia dove abitano il Re, e i fedelissimi al Re, agli assalti dei nemici del Re, ossia di quelli che il senso, la superbia e altre miserie rendono nemici alla Luce. Contro le rocche di Dio sono sempre lanciate le onde di Satana e dei carnali. Ma ascolta, anima mia, ciò con cui esse rocche sono difese: il Nome santo di Dio. Per questo nome, che vuol dire amore e salvezza, Egli ti sarà difesa e ti sarà guida e conforto. Con tutte le tue azioni scrivi il suo Ss. Nome su tutto il tuo io e non temere.
   Come una torma di leoni e altre fiere, il Male, nelle sue diverse manifestazioni, vorrà darti battaglia e giungerà fino a schiaffeggiare l'esterno, come maroso infuriato; e poi cadrà sbriciolato, perché dove è Dio non può prevalere il Nemico. Scrivi il Ss. Nome con tutte le tue azioni. La Luce di questo nome ti guiderà come la stella che segna la via al gregge trasmigrante e lo conduce ai pascoli buoni, sempre più buoni, ossia a quelli che non sono solo scienza e sapienza, profezia, generosità materiale; ma sono carità, carità vera, da non confondersi con l'elemosina, data con mal garbo; con lo spirito profetico, usato con superbia, tanto da indurre il Signore a levarlo; con la solo apparenteunione con Dio, mentre è verità di egoismo della carne e della mente. Senti, senti? Le profezie passeranno... ma la carità resterà dopo la fine di tutte le cose: umane, materiali o morali che siano. Persino la fede e la speranza avranno fine quando tutto ciò che è da credere e da sperare sarà compiuto. Ma la Carità resterà. Eterna come Dio.
   Pensa, anima mia! Ti sembra tanto bello, così bello che ne resti sbalordita, ciò che vedi e conosci. Io ti potrei ottenere una ancor più vasta comprensione ed estensione visiva e auditiva per aumentare la tua gioia fra le tribolazioni della tua immolazione. Ma sarebbe sempre una conoscenza relativa. Anche nelle cose umane tu sai che non si può forzare una caldaia, un ingranaggio, il calore e così via, oltre un dato limite, altrimenti l'esperimento si muta in distruzione. Anche nelle cose straordinarie non si può ottenere il massimo, il tutto,perché non potrebbe l'uomo resistere ad un solo attimo di completa conoscenza e perfetta visione del Cielo coi suoi Misteri divini. Ma allora, quando l'anima sarà non più compressa, limitata, puerile nelle sue capacità, e quando, nutrita di carità, sarà giunta all'età perfetta, allora lo spirito dell'uomo conoscerà l'Inconoscibile: faccia a faccia.
   Oh! Osanna alla beatifica visione di Dio Uno e Trino!

  
   Anima, anima mia, dopo aver adorato in un impeto di gioia, io vedendo, tu presentendo la visione ineffabile, alziamo la fronte, ed io con giubilo per essere l'angelo testimone del prodigio di Dio, tu con umiltà che sola mantiene il dono, cantiamo: "Ci ha fatto Lui. Non ci siamo fatti da noi. Noi siamo il suo popolo, il gregge da Lui pascolato".
   Non lo sai che con splendori di gioia noi, noi: gli angeli di Dio, non facciamo che dirci con gioioso, perpetuo stupore, con riconoscenza senza fine: "Ci ha fatto il Signore! Siamo il suo popolo celeste, il gregge da Lui pascolato con Luce e Carità! "?
   E così, così è per gli uomini, e più per quelli, fra gli uomini, che Dio, avendoli messi a ponte fra Sé e l'Umanità, ha particolarmente fatto, e pascola con Luce e Verità speciali, per farli ad altri miele soave di conoscenze eterne.
   Offriamo. Io ti offro, tu ti offri, insieme al Cristo: la Vittima offerta per la salute di tutti. "Insegnami a fare la Tua Volontà". La preghiera umile della Grande Vittima. La preghiera umile delle piccole vittime che sono generose ma deboli. "Insegnami a fare la Tua Volontà. Insegnami a vivere, insegnami a patire, insegnami ad ubbidire, insegnami a morire. Prima a me stessa, poi a tutto ciò che potrebbe sedurre me stessa e risuscitare l'io umano. Insegnami acciò 'le sentenze della tua bocca che io ho ripetuto per tutti' nascano per primo luogo nel campo mondo del mio cuore, e prosperino e diano frutti di vita eterna senza che uccelli, spine, logli, gramigne e passanti distruggano ciò che in me Tu hai seminato".
   Granai del Signore potete essere chiamati, o portavoce. I mistici granai ai quali chi ha fame viene a prendere. Ricordi Giuseppe di Giacobbe? Prevedendo la carestia fece riporre in granai la sovrabbondanza delle messi, salvaguardando queste raccolte, con somma cura, da insetti, roditori e ladri che sempre accorrono dove c'è da nuocere. Venuti i sette anni di carestia, gli egiziani non morirono di fame perché furono aperti i granai di Giuseppe, e anche altri, d'altri paesi, vennero a prendere grano dove la previdenza l'aveva raccolto.
   Quanta carestia per le anime affamate anche ora! Ecco, essa crescerà, ed esse avranno sempre più fame. Ed ecco che il Signore accumula i grani nei suoi granai. Per darli a chi ha fame. Ma state vigilanti, o granai di Dio, perché insetti, roditori e ladri non manomettano il tesoro. Come scolte vigili dovete accogliere e conservare, instancabili, ciò che il Signore versa in voi per vostro nutrimento onde si possa dire: "Mangiarono e furono oltremodo sazi, il Signore accordò loro quanto desideravano e non li defraudò nelle loro voglie sante".
   Sì. Se le anime chiamate a straordinaria via saranno fedeli, Dio farà loro questo. Ed esse, come pianta opima, cresceranno e daranno il nutrimento di cui sono nutrite, amato non tanto perché è dono speciale quanto perché è mezzo per nutrire, salvare, santificare i fratelli. Cosa che chi è nutrito di Dio deve avere come abito naturale: la Carità. La Carità che ringrazia Iddio del dono, e spezza ai non abbienti lo stesso dono, dicendo: "Venite, fratelli! Venite e mangiate! Gustiamo insieme il cibo di Dio".
   Benediciamo il Signore! Rispondi: "A Dio le grazie".
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».