MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 316


16 maggio 1944

   Martedì

   Nella tarda sera, quando già le ombre dello sfinimento scendono su me, mi obbliga il mio Gesù a scrivere così.
   Dice Gesù:
   «Hai detto, meditandolo, il Rosario. E mi hai visto nei primi quattro quadri dei misteri dolorosi. Non ti ho presentato la Crocifissione perché sei troppo sfinita. Mi hai rivisto una volta ancora nell’orto, nella flagellazione, coronazione e nel quadro dell’Ecce Homo presentato alla folla urlante e poi caricato della croce.
   Non a te per te, ma per tutti, rispondo ora a un “perché” che tanto spesso richiedete. Perché Io, Dio, non ho incenerito con un miracolo di potenza divina i miei accusatori e carnefici? Perché! Perché Io sono Redentore e non giustiziere.
   Avrei potuto, dall’orto in poi, sino alla morte, atterrare, quando avessi voluto, il traditore, i catturatori, gli accusatori, i torturatori, i bestemmiatori, i crocifissori. Tutti. Lo chiedevano296 quando ero sulla croce: “Egli che ha salvato tanti scenda dalla croce e si salvi”. Avrei potuto infatti farlo, e il già molto Sangue versato sarebbe stato sufficiente alla Redenzione dei passati e dei futuri, mentre i presenti avrebbero morso la polvere, atterrati dal miracolo, uccisi dal mio potere e precipitati nell’abisso per l’eternità.
   Ma di quelle molte migliaia di tumultuanti, i quali per una di quelle improvvise demenze della folla si erano mutati in tanti assassini di un Innocente, e per quel fenomeno di delinquenza collettiva che sempre si produce sotto la spinta di speciali fermentazioni di sentimenti, aizzati dai veri colpevoli e dai veri assassini che per scopi loro eccitano le folle stando nell’ombra, quanti sarebbero morti in peccato deicida se Io li avessi folgorati col mio potere! L’Eterno non voleva che si dannassero altro che i veri malvagi. E i sovvertiti si salvassero quando la Redenzione, compiuta sino all’estremo sacrificio, avesse depurato le loro coscienze, liberandole dai veleni che le facevano delirare.
   Vi sono momenti, poveri uomini, che voi siete dei pazzi. E il mio miracolo si esplica nel guarire la vostra pazzia morale.
   Se Io, per esempio, povera Maria, ti avessi levato la vita quando, or è un mese, tu me lo chiedevi a gran voce, che ti avrei fatto? Un bene? No. Un male. Ora te la potrei levare la vita. E sarebbe cosa non contraria al disegno di misericordia che ho sempre seguito con te. Ora sei sanata dal delirio scatenato da eventi crudeli e umani, per non dire satanici, perché, come sempre ho detto297, questa non è guerra di uomini ma di Satana contro gli spiriti. Né ne sono vittime unicamente chi perisce in battaglia o sotto le macerie di una casa. Sono vittime della lotta di Satana agli spiriti anche, e soprattutto, coloro che perdono fede e speranza e carità, e non la vita di un’ora mortale perdono, ma la Vita eterna, morendo alla Grazia di Dio.
   Ora sei sanata. Hai vinto Satana. Ma perché te ne ho dato il tempo. Il tempo di rialzarti dopo l’assalto improvviso e atroce, improvviso e irridente del Nemico al tuo spirito. Ti ha assalita come quel tale leone di cui parla Pietro298 e ti ha malmenata. È fuggito perché tu, con quel resto di forza – un briciolo – e con quel resto di voce – un soffio – hai alzato la croce e ripetuto il mio Nome. Quasi inebetita hai ripetuto per consuetudine quel­lo che era da anni il gesto del tuo amore. Ma prima che tu potessi riprenderti e ricostruire te stessa, fatta a brandelli da chi ti odia, è dovuto passare del tempo. Le risurrezioni richiedono sempre del tempo. E tu eri quasi una morta, tanto ti aveva colpita.
   Ma quel punto in te, di cui parla mia Madre299: la parte più santa del tuo spirito, non è mai stata colpita. Non poteva esserlo, Maria. È mia, quella parte. È mia. Solo la tua volontà me la potrebbe levare. Ma tu non lo farai mai. Io lo so. E quella parte ha, come calamita che attira a sé le molecole sparse, riattirato e riunito ciò che Satana, furente d’odio per Me e per te, aveva straziato.
   Guai a te se ti avessi colpita allora! Quanta separazione ancora fra Me e te! Tu non la vuoi. Io non la voglio. Io voglio che la morte sia il momento della Vita per te. Senza languori di attesa.
   Vieni. Procedi. Io sono qui. Bacia le mie piaghe dalle quali scende a te la Vita. Le ho aperte per darti questa Vita. Come le ho aperte per tanti e tanti.
   Ecco i miei trionfi dell’ora di Passione. Questi sono i salvati dalla mia Pietà prima che dal mio Sangue. La Pietà li ha lasciati vivere per permettere al Sangue di operare e guarirli.
   Ecco perché, o uomini, Io mi sono lasciato seviziare fino alla morte senza fulminare nessuno. Perché vi ho amato come solo Io potevo amare.
   Riposa, ora. Va’ in pace.»

[296] Lo chiedevano, come in Matteo 27, 39-43; Marco 15, 29-32; Luca 23, 35-39.
[297] come sempre ho detto, specialmente nel 1943, per esempio il 4 e 19 giugno e il 21 agosto.
[298] di cui parla Pietro in 1 Pietro 5, 8-9, passo già commentato l’11 e 12 maggio.
[299] di cui parla mia Madre, il 13 maggio.