MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 505


2 dicembre 1945

   [Precede il capitolo 348 dell'opera L'EVANGELO]
 

   Per E. F. da Geremia cap. 31 v. 21-22.
   Dice il Signore:
   «Avere parole severe dove si vorrebbe avere solo amore è penosa cosa. Ma l'ho detto: "È amore non permettere che avvengano deviazioni nella giustizia".
   Dunque ascolta. Quando l'umanità fa di voi dei naufraghi — l'umanità esterna, ossia quella del prossimo, e quella interna, ossia quella propria — per tornare alla superficie, alla riva, alla salvezza, non c'è che uscire dal mare insidioso, infuriato, preso da venti contrari. Come?Isolandosi. L'isolamento dà modo di intendere Dio e discernere il bene e il male; nell'isolamento si può separare ciò che è buono da ciò che non è buono; lavorare insomma, e lavorarsi. La dissipazione non è mai buona. È sempre un disordine. Il disordine non ha mai Dio con sé.
   Come isolarti? Come fa il marinaio in un momento di gran tempesta. Ossia in una baia quieta. È fuori dalla rotta che ti eri prefissa? Non importa. Intanto non è detto che la rotta che ti eri prefissa fosse buona. Tu la dicevi tale. E l'hai seguita non guardando la bussola, ma di tua testa, cosicché sei uscita male dal porto fino dal primo momento, invano rimessa in rotta da più di un pilota. E sempre più vai fuori rotta, volendo seguire il tuo ago impazzito. Sepàrati dal mondo e dalle voci del mondo per ascoltare Dio.
   Quale valore hai dato ai consigli di chi parlava in mio Nome? Non sai che Dio è sulle labbra dei suoi servi? E quale, a ciò che ti è stato consegnato in mio Nome? Uno, due, tre, mille consiglieri. La Babele. Una, due, tre disubbidienze. La Ribellione. Inutile chiamare soccorso se poi non si ascolta la voce!
   Ritorna perciò ai primi consigli, rifletti, se puoi ripara. Ma non puoi più. Perché è tardi. E ti rovini. Vai errabonda cercando conforti. Ma se non sono quali il tuo volere vuole, li lasci. E allora? Perché mi disubbidisci? Che ti aveva consigliato P. Mig.ni dai primi momenti? Neppure lo ricordi più, e metti in disagio lui e in disagio te, inutilmente. Che c'è nelle mie parole? Non le sai leggere? Finché non leggi i segni e torni a sbagliare anche quando Io riparo provvidenzialmente allo stolto invio di lettere, quasi che cercare vocazioni sia come cercare derrate, passi. Ma le mie parole! Le mie parole!
 Isolati! Tronca relazioni! Non ti illudere. Fa' il silenzio su teintorno a tein te. Lascia cadere il vento. E poi, umiliata e sottomessa, ubbidiente, paziente, torna da capo, per altre vie. Vuoi essere vittima? Spezza te stessa. L'ubbidienza dura anche dopo lo scioglimento dai voti. L'ubbidienza a Me. Se per sempre avesse a naufragare l'Opera, ne soffrirà il Cuor mio, il tuo e di altri, ma ne avvantaggerà la tua anima se saprai fare di questa tortura una santificazione. Piega l'anima, piegala. Metterà ali più forti. Hai libertà per saperla usare. Sappi avere pazienza per potere concludere, e eroismo per saperti umiliare. All'occorrenza ti purificherai in altro Ordine, o anche – e non è vita meno gradita a Dio – nel segreto di una casa, nel mondo.
   La Luce sia con te, anima offuscata.»
 

   [Seguono, in data 3 dicembre 1945, i brani 1-3 e 9-14 (sono del 1944 i restanti brani 4-8 e 15) del capitolo 349 dell'opera L'EVANGELO]