MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 685


8 settembre 1949

   Dice Gesù:
   «Ho detto1: "Diverse sono in Cielo le dimore del Padre mio", non per dire che gli abitanti del Cielo avranno diverso il gaudio del godimento di Dio per essere più o meno lontani da Lui, ma per dire che ognuno sarà nella schiera alla quale la Carità l'aveva predestinato e alla quale lo spirito vocato rimase fedele sulla Terra. Contemplativi e attivi, predicatori e mistici, missionari ai quali piccola parve la Terra, e reclusi che dilatarono, dalla loro cella monastica o dalla loro camera-calvario, la loro carità su tutte le anime e la mia Parola a tutte le anime, alle quali altri permisero che la mia Parola andasse.
   Sappi però che, anche se altri impediscono che i portavoce compiano la missione alla quale Io li elessi, il loro posto in Cielo è e rimane quello che la loro fedeltà alla vocazione di diffusori della mia Parola ha loro meritato: la schiera degli evangelizzatori. E alla spada fiammeggiante della mia Parola, che ferisce a morte l'eresia e il padre dell'eresia, uniranno la palma del martirio. Perché martiri sono, sebbene incruenti, degli uomini. Martiri di un lungo martirio, più crudele e multiforme di quello che i pagani davano a molti confessori di Cristo.
   La Gerusalemme celeste, quale la vide2 il tuo grande omonimo, Giovanni il Veggente di Patmos, ha dodici porte e dodici fondamenti. Perché per molte porte si entra nella Città dei Santi: per molte vie, per molte missioni. E anche perché per diverse missioni, eseguite fedelmente, gli spiriti fedeli costruiscono la Città eterna di Dio. E le porte sono di perle – la perla sta per lacrima – perché si entra per mezzo del dolore in Cielo.
   Non vi è santo che, per questo o per quello, permesso da Dio o procacciato dagli uomini mossi da Satana, o da Satana stesso, o donato a loro istanza da Dio stesso, non sia entrato in Cielo che per merito del suo patire perfetto. Il dolore apre le porte della gloria eterna. Io sono glorioso – Io, il Cristo, l'Uomo-Dio – per aver patito il dolore più grande di quello patito da altri uomini.
   Ma in verità ti dico che tu sei del fondamento d'ametista. Perché sei l'amante-penitente per tutti, perché portasti il lutto del tuo Gesù crocifisso dall'infanzia per tutta la vita, perché portasti sempre le insegne della penitenza e dell'umiltà, perché sei la mia Violetta eterna, anima mia.
   Il mio Sangue nel tuo calice. Le tue perle (le lacrime che ti fanno spargere) sul cuore dei tuoi crocifissori. Ma se il mio Sangue è balsamo che ti inebbria e ti infiamma di gaudio d'amore e ti imprime il segno che salva dallo sterminio, le tue lacrime sul cuore dei tuoi crocifissori saranno rimorso dopo essere stato segno e misura del loro destino e della loro carità. Perché dove poca è carità poco è Luce divina. E l'uomo è cieco e ingiusto quando non è unito, illuminato, santificato dall'unione con Dio.
   In verità, non è vera carità dove si conculca il Verbo conculcando le sue voci.»
           


   Ho detto, in Giovanni 14, 2.
           
   2 quale la vide, in Apocalisse 21.